Due termini correlati che esprimono concetti leggermente diversi. Abbiamo chiesto aiuto a Vidas per capire.
Cos’è l’era Ecozoica
È in atto una trasformazione radicale nella nostra consapevolezza. Questa trasformazione in atto per la collettività terrestre prende il nome di era Ecozoica.
“Quello che il bruco chiama fine del mondo, gli altri chiamano farfalla”. Questa classica citazione, attribuita a Lao Tsu, può farci da guida nei complessi tempi attuali in cui è ormai evidente che le vecchie forme non sono più adatte a gestire le sfide sociali, economiche, ambientali ed esistenziali della contemporaneità. Il nuovo ancora non c’è. Non ci sono leggi, strutture, punti di riferimento, pratiche e valori adatti alla dimensione planetaria, al concetto di cittadinanza terreste, al nuovo paradigma della co-creazione, alla consapevolezza di essere – come specie e come singoli individui – parte attiva nel processo dell’evoluzione, protagonisti e non spettatori di quello che sarà il mondo che sarà.
Per il teologo ed ecologo Thomas Berry – noto simpatizzante dell’Ecologia profonda, mancato nel 2009 – questa trasformazione in atto per la collettività terrestre sarà di tale entità da prendere il nuovo nome di Era Ecozoica, dopo l’attuale Era Cenozoica. Il Cenozoico è stato il periodo lirico dell’evoluzione, caratterizzato dal moltiplicarsi di fiori, uccelli mammiferi. Dopo 65 milioni di anni appare l’essere umano, che ha conquistato la capacità non solo di adattarsi all’ambiente, ma anche di piegarlo a suo uso e consumo. L’espansione della nostra specie, soprattutto negli ultimi 500 anni, è sempre stata esaltata come conquista nei libri di storia – scrive Thomas Berry – ma è passato in secondo piano il fatto che è avvenuta a scapito di tutti gli altri membri della comunità terreste, è stata caratterizzata da un atteggiamento di grande arroganza da parte della nostra specie in cui abbiamo perso la capacità di comprendere la Terra come una realtà sacra.
Quando parliamo di progresso è solo in relazione al nostro benessere, e neppure della maggioranza degli umani, con totale insensibilità nei confronti delle implicazioni e conseguenze per i membri di altre specie.
Abbiamo raggiunto conoscenze, competenze, conosciamo del nostro mondo e universo più di ogni altra cultura che ci ha preceduto… ma il processo si sta ripiegando su se stesso portandoci verso derive patologiche e pericolose. Abbiamo perso la capacità di comunicare col mondo naturale e con il nostro mondo interiore. Non sentiamo più le voci dei fiumi, del vento, degli animali… Abbiamo perso la capacità di “riconoscere che l’Universo, e in particolare la Terra, è una comunione di soggetti, non un insieme di oggetti”.
E’ giunto il momento di cambiare rotta e di ripensare il nostro modo di stare sulla Terra.
L’era Ecozoica, termine coniato da Thomas Berry stesso, è l’inizio di una completa riorganizzazione dell’attività umana come elemento integrante dell’ecosistema e non come elemento dominante. C’è un lavoro immenso che ci aspetta per ridisegnare il nostro modo di stare sulla Terra, di abitare, mangiare, lavorare, vivere; c’è una lavoro immenso da fare per riaggiustare, dove possibile, quello che abbiamo rovinato, per sanare quello che abbiamo ferito.
Per accompagnarci a riprendere familiarità col linguaggio di venti, del mare e della terra e delle innumerevoli forme di vita che li abitano, per capire profondamente che siamo anche noi terrestri, Berry dice che occorre un nuovo tipo di figura professionale, che riprenda qualcosa da un antica figura, quella dello sciamano, con un forte senso del sacro, capace di intima connessione con l’universo, di profondo senso di compartecipazione con il mondo di cui siamo parte. Scrive Berry “Nessuna delle culture esistenti può farsi carico con le sue sole forze della situazione esistente. Dobbiamo inventare o reinventare una cultura umana sostenibile attraverso una discesa nel nostre pre-razionale, nelle nostre risorse istintive. Le nostre risorse culturali hanno perso di integrità, non possiamo più fare affidamento su quelle”.
La dimensione sciamanica che invoca Berry è quella dell’Unus Mundus, quello che Jung chiama il “mondo unitario della coscienza” in cui è ancora viva la consapevolezza di essere tutti parte di una unica realtà. E’ una dimensione che fino a un cento punto della nostra evoluzione storica ha fatto parte del nostro bagaglio innato ma che ha dovuto, forse, essere dimenticata per poter oggi essere ritrovata consapevolmente. Non è quindi un ritorno al passato che auspica Berry, ma un procedere verso il futuro con la saggezza proveniente dal passato.
C’è da curare una psicosi collettiva della nostra razza, quella che ci ha portato a sentirci separati dal resto della natura. Nella visione di Berry, lo sciamano è colui che cura la comunità risanando la frattura, favorendo la riconnessione, ritrovando la capacità di usare la nostra saggezza e potere personale e di specie per prenderci cura della Terra e della sua bellezza. Un messaggio che non è caduto nel nulla ma che viene ripreso e promosso capillarmente sia negli ambiti più sensibili della filosofia ambientale sia nell’Ecopsicologia che, proprio prendendo spunto dalle forti metafore che sottolineano la patologicità dell’attuale atteggiamento nei confronti delle risorse naturali (e di tutto ciò che di naturale, autentico e bello c’è nella nostra natura individuale), promuove proprio la “riconnessione” come antidoto.
E l’ecotuner – letteralmente “eco sintonizzatore” – è il ruolo di facilitatore della riconnessione, sorto nell’ambito dell’Ecopsicologia, che corrisponde esattamente alla figura dello sciamano invocata da Thomas Berry, colei/colui che si mette al servizio dell’Era Ecozoica emergente, che facilita la riconnessione tra natura dentro e natura fuori, tra polarità femminile e maschile, tra eros e logos, in ognuno di noi. Oggi sono sempre più necessarie persone che, attraverso la riconnessione con il senso più profondo della propria identità e del proprio potere personale, attivino le loro potenzialità trasformative nei confronti della realtà circostante e agiscano da catalizzatore per lo stesso risveglio anche in chi li circonda, nel proprio ambito di vita e d’azione. Questa è l’intenzione dell’ecotuner, questa è la missione dell’Ecopsicologia.
Bibliografia:
Ervin Laszlo , Allan Combs,
Thomas Berry, Dreamer of the Earth,
Innertraditions, Canada, 2011.
Marcella Danon, Ecopsicologia,
crescita personale e coscienza ambientale,
Urra-Feltrinelli, Milano, 2006.
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