Il progetto LIFE New4Cartridges, coordinato da Eco Store, si concentra sul mercato delle cartucce d’inchiostro per dare vita a un approccio sostenibile.
Innovazione e responsabilità, parole chiave per un packaging sostenibile
Ecco cosa è emerso dai due talk sul packaging sostenibile organizzati da LifeGate in collaborazione con CCM Coop Cartai Modenese nell’ambito di Marca 2024.
Il 16 e 17 gennaio scorso, nell’ambito della fiera Marca 2024 di Bologna, LifeGate ha presentato due talk dedicati alla sostenibilità del packaging. Gli incontri, organizzati in collaborazione con CCM Coop Cartai Modenese, insieme ai partner Cartex e CopTip, hanno esplorato a fondo il mondo del packaging, un settore estremamente complesso e sfaccettato, toccando vari aspetti come le normative che regolano la produzione e lo smaltimento degli imballaggi, le prospettive e le sfide del settore, le innovazioni in atto riguardanti nuovi materiali e design, la relazione pack e consumatore. Inoltre, sono stati anche l’occasione per vagliare una selezione delle strategie più interessanti adottate da alcune delle aziende leader di settore per rispondere al meglio agli obiettivi dell’agenda Onu per la sostenibilità.
Il punto sugli imballaggi in Italia
Il packaging, infatti, ha un impatto diretto e indiretto su più di uno degli obiettivi per lo sviluppo sostenibile. Ad esempio, svolge un ruolo fondamentale nel fornire acqua potabile in aree dove altrimenti non sarebbe accessibile e garantisce il trasporto sicuro del cibo, proteggendolo da luce, aria e deperimento e contribuendo così a ridurre gli sprechi alimentari.
Per queste ragioni, è essenziale che sia sicuro per le persone e realizzato con materiali provenienti da fonti sostenibili, controllate e certificate. Già lo scorso anno, l’Osservatorio packaging del largo consumo di Nomisma, presentato proprio durante l’edizione 2023 di Marca, aveva sottolineato l’importanza del settore del packaging nel supportare il raggiungimento degli obiettivi sostenibili. L’Osservatorio aveva evidenziato l’impegno delle aziende, in particolare, nel ridurre i materiali usati per il confezionamento senza alterare la qualità del prodotto, nella sostituzione dei materiali plastici negli imballaggi, nelle strategie di recupero e riuso e nell’adozione di materiali a minor impatto ambientale.
Con questi talk cerchiamo di dare una cornice completa all’interno della quale fare ragionamenti, ma anche di riscoprire la passione del nostro settore, componente fondamentale che, insieme a conoscenza e competenza, ci aiuta a fare meglio il nostro lavoro.
I due eventi, curati da LifeGate, hanno esplorato tutte queste tematiche con il coinvolgimento di ospiti esperti e aziende in prima linea per la sostenibilità.
Dietro le quinte del packaging
Il 16 gennaio, durante il talk Dietro le quinte del pack, moderato da Tommaso Perrone, direttore responsabile delle testate giornalistiche di LifeGate, e introdotto da Giuseppe Rovatti, presidente di CopTip, si è in primo luogo delineato il quadro normativo che regola la produzione di packaging, per poi esplorare le grandi sfide presenti e future del settore per una transizione ecologica sempre più urgente, ma che presenta qualche criticità.
A proposito delle normative Ue sul packaging, Renato Somekh, director packaging materials di Stora Enso South Europe, ospite del dibattito, ha sottolineato: “Da vent’anni l’Italia ha condotto una politica mirata al raggiungimento di livelli straordinari di raccolta e di riciclabilità dei rifiuti, tant’è che siamo comunque il primo paese in Europa per tasso di riciclo. Ora, con il nuovo regolamento Ppwr [ndr. ancora in corso di revisione sui tavoli europei], ci ritroviamo con il rischio di scottarci con una normativa che propende più al riuso che al riciclo (…) Io credo che per tutti gli attori della filiera sarà essenziale proseguire l’attività di ricerca e sviluppo, facendo sistema, perché i pack che avranno il migliore ecodesign e una migliore riciclabilità saranno quelli che in ogni caso avranno più probabilità di sopravvivere nel lungo termine”.
Della stessa opinione è anche Lorenzo Bono, responsabile area ricerca e sviluppo di Comieco, che ha sottolineato come si debba cercare di aumentare sempre di più i livelli già molto alti di tasso di riciclo in Italia e come, per farlo, sia necessario considerare la filiera nel suo complesso, facendo letteralmente dialogare chi progetta l’imballaggio con la cartiera che poi lo andrà a trattare: solo in questo modo si potranno raggiungere percentuali di riciclo ancora più ambiziose. Progettazione e design, dunque, che diventano fondamentali per la realizzazione di un packging sostenibile e come punto di contatto di vari attori e discipline: “Il Packaging, se mai lo è stato, non è più solo un oggetto, ma è un sistema esteso, un extended packag system, dove ci sono moltissimi attori e una responsabilità che non finisce”, ha precisato Clara Giardina, sustainable innovation and packaging expert e advanced design unit dell’Università di Bologna.
Infine, un focus è stato posto sulla necessità di adattarsi alle esigenze dei consumatori, offrendo loro esperienze innovative attraverso nuove soluzioni di imballaggio, grazie all’intervento di Alessandro Marani, brand strategist e creative director presso Oryokim, che ci ha aggiornato sulle nuove frontiere del pack che, sfruttando il digitale e strumenti come nfc [Near Field cCommunication, una tecnologia che permette lo scambio di dati a breve distanza tra due dispositivi], qr code o realtà aumentata, è in grado di essere uno strumento di comunicazione diretta con il cliente finale che diventa un prosumer, ossia una persona che non solo consuma prodotti o servizi, ma partecipa attivamente alla loro creazione o modifica: “Tramite questi nuovi strumenti, riusciamo a costruire il nostro brand insieme al cliente, con una fidelizzazione incredibile (…) Il Packaging continua, quindi, a essere un elemento trainante se si riescono a portate avanti strategie crossmediali”.
Il packaging in dialogo con i consumatori
Il 17 gennaio, invece, nel talk dal titolo Il packaging in dialogo con i consumatori, moderato da Emanuela Taverna, giornalista e project manager di LifeGate con l’introduzione di Davide Faietti, presidente di CCM, si è dato spazio a cinque aziende leader nella grande distribuzione per esaminarne le azioni pionieristiche per il futuro sostenibile del packaging.
Packaging e sostenibilità sono argomenti caldissimi soprattutto in questo periodo storico (…) La nostra speranza è che questi talk siano un modo interessante di interazione tra attori differenti.
Davide Faietti, presidente CCM
Alessio Bruschetta, amministratore delegato di Eridania, Simone Santini, direttore generale di Fileni, Vito Di Chiaro, direttore qualità e R&S packaging di Deco Industrie, Francesca Di Nucci, marketing & communication manager La Molisana, e Chiara Faenza, responsabile sostenibilità e innovazione valori direzione qualità di Coop Italia hanno portato esempi concreti di come si possa lavorare per diminuire l’impatto del pack, con un’attenzione particolare alla prospettiva dei consumatori e un’analisi di come le aziende impiegano il packaging per trasmettere messaggi di sostenibilità a tutto tondo, non soltanto legati al packaging.
Un elemento chiave emerso è stata la responsabilità culturale delle imprese: una missione che va oltre il prodotto, con un impegno attivo nell’educare e sensibilizzare i consumatori su questioni ambientali, con il packaging che funge da catalizzatore di questa consapevolezza.
La sostenibilità del packaging, dunque, non è solo un obiettivo delineato dalle direttive delle Nazioni Unite, ma si rispecchia sia nelle normative che sono in continua evoluzione proprio per aderire meglio all’agenda Onu, sia nella richiesta crescente da parte dei consumatori.
Per questi motivi, l’attenzione delle aziende non si deve limitare all’operatività interna, ma si estende anche a stakeholder e consumatori: il packaging diventa così un mezzo attraverso il quale trasmettere informazioni, per esempio sul suo smaltimento, e le conoscenze utili a valutare in che modo la scelta d’ acquisto di un prodotto rispetto a un altro possa incidere sull’ambiente.
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