
In un referendum i cittadini hanno scelto di creare 500 nuove “strade-giardino”, rendendo la capitale francese sempre più verde e a misura d’uomo.
Decine di persone sono morte in Uganda e più di 5.000 sono state evacuate a causa di un’inondazione. Sono gli effetti degli eventi meteorologici estremi.
Almeno 30 persone sono morte e più di 5.600 sono sfollate in seguito a un’inondazione improvvisa nell’est dell’Uganda. L’hanno definita flash flood: due fiumi hanno rotto gli argini dopo che forti piogge hanno attraversato la città di Mbale durante il fine settimana, sommergendo case, negozi e strade e sradicando condutture dell’acqua.
Circa 400mila persone sono rimaste senza acqua pulita e più di 2.000 ettari di raccolti sono stati distrutti. I soccorsi sono stati ostacolati dalle piogge, con alcune aree ancora inaccessibili. “La situazione è molto grave”, ha affermato al quotidiano britannico Guardian Edward Simiyu, del Mercy Corps Uganda. “Servono molte squadre mediche sul campo. I cadaveri vengono recuperati e sempre più persone rimangono ferite”. Tre centri sanitari a Mbale sono stati danneggiati e molte persone hanno dovuto viaggiare centinaia di chilometri per trovare l’ospedale più vicino. Molte persone sono rimaste senza cibo e numerosi bambini non hanno nemmeno i vestiti per cambiarsi.
Simiyu ha detto che è stata un’inondazione senza precedenti. “Riteniamo che questo sia alimentato dal cambiamento climatico perché abbiamo avuto forti piogge prima, ma non di questa portata”, ha affermato. Centinaia di persone hanno perso la vita o i mezzi di sussistenza a causa delle inondazioni nella zona collinare di Mbale negli ultimi cinque anni.
L’Autorità meteorologica nazionale dell’Uganda ha previsto ancora più piogge nell’Uganda orientale nel prossimo mese. Le autorità hanno consigliato alle persone di evacuare l’area di Mbale e hanno lavorato per trasferirle dalle aree intorno al monte Elgon. Finora solo circa 2.500 persone su un target di 100mila, però, sono state ricollocate.
Il capo delle comunicazioni presso l’ufficio del primo ministro, Julius Mucunguzi, ha dichiarato: “La soluzione a lungo termine è proteggere l’ambiente, stare lontano dalle zone umide, dalle sponde dei fiumi ed evitare di distruggere i percorsi fluviali. Il cambiamento climatico è evidente. Non si può più prevedere quando arriveranno le piogge e quanto saranno intense”.
E mentre l’est del paese è flagellato dalle piogge, circa 300 chilometri a nord di Mbale, nella regione di Karamoja, è in corso una delle siccità più gravi di sempre, che ha causato già 900 morti da inizio anno.
L’impatto di eventi meteorologici estremi ha aggravato le condizioni di vita degli ugandesi. Un rapporto della Banca mondiale prevede che almeno 86 milioni di africani migreranno nei propri paesi entro il 2050 a causa dei cambiamenti climatici.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
In un referendum i cittadini hanno scelto di creare 500 nuove “strade-giardino”, rendendo la capitale francese sempre più verde e a misura d’uomo.
Siamo stati a Montespluga per lo Skialp Fest di Homeland per capire perché lo scialpinismo sia un modo bellissimo e meno impattante di vivere la montagna.
Il premio Wood Architecture Prize by Klimahouse ha rappresentato anche un modo per celebrare la Giornata internazionale delle foreste.
L’Europa ragiona su un piano da 800 miliardi e intanto vota per una maggiore sicurezza: inevitabilmente quei fondi verranno sottratti alle vere emergenze.
Per la prima volta nel 2025 si celebrano le più grandi fonti di acqua dolce del pianeta, che fronteggiano la sfida dei cambiamenti climatici.
Un tribunale condanna Greenpeace a pagare 660 milioni di dollari. L’accusa? Aver difeso ambiente e diritti dei popoli nativi dal mega-oleodotto Dakota Access Pipeline.
In Italia sono 265 gli impianti ormai disuso perché non nevica più: rimangono scheletri e mostri di cemento. E l’esigenza di ripensare la montagna e il turismo.
Temendo la presenza di rifiuti tossici, la Groenlandia ha interrotto l’estrazione dell’uranio. Ora potrebbe essere costretta a ricominciare. O a pagare 11 miliardi di dollari.
L’organizzazione della Cop30 nella foresta amazzonica porta con sé varie opere infrastrutturali, tra cui una nuova – contestatissima – autostrada.