Il livello di inquinamento supera di 60 volte il limite fissato dall’Organizzazione mondiale della sanità. Il governo ha chiuse le scuole e ha invitato gli anziani a stare a casa.
L’inquinamento uccide più del coronavirus
9 milioni di persone muoiono ogni anno a causa dell’inquinamento atmosferico e ambientale. Fra le dieci nazioni più colpite c’è anche un paese europeo.
- Quasi dieci milioni di persone perdono la vita ogni anno per colpa dell’inquinamento.
- La responsabilità è soprattutto delle attività industriali e dell’aria inquinata che si respira nelle grandi città.
- Migliorare questa situazione contribuirebbe anche a ridurre i costi sanitari legati al trattamento delle patologie che ne derivano.
A partire dal 2015, l’esposizione a sostanze tossiche contenute nell’aria, nell’acqua o nel suolo ha causato nove milioni di vittime l’anno – un sesto dei decessi a livello mondiale. A rivelarlo è un gruppo internazionale di ricercatori, con uno studio pubblicato sulla rivista Lancet planetary health. L’inquinamento si classifica così come il fattore ambientale che ha maggiori probabilità di provocare l’insorgenza di malattie o condurre alla morte.
Inquinamento atmosferico e ambientale, il ruolo delle attività industriali
Inurbamento e industrializzazione hanno fatto sì che la quantità di vittime aumentasse del 7 per cento fra il 2015 e il 2019. L’inquinamento atmosferico resta il più pericoloso: dei nove milioni di decessi avvenuti nel 2019, ne ha causati 6,7 milioni. L’inquinamento delle acque ne ha generati 1,4 milioni, mentre l’avvelenamento da piombo 900mila. Il numero di morti derivanti dal fumo è simile. La Covid-19, invece, ha ucciso circa 6,3 milioni di persone dall’inizio della pandemia.
È come se stessimo bollendo lentamente in pentola. Eppure, non stiamo dando all’inquinamento la stessa importanza che abbiamo attribuito all’Hiv, alla malaria o alla crisi climatica in generale.
La classifica dei paesi con il più alto tasso di mortalità
- Ciad (Africa)
- Repubblica Centrafricana (Africa)
- Niger (Africa)
- Isole Salomone (Oceania)
- Somalia (Africa)
- Sudafrica (Africa)
- Corea del Nord (Asia)
- Lesotho (Africa)
- Bulgaria (Europa)
- Burkina Faso (Africa)
Alcune precisazioni
Se le morti derivanti dalla combustione di carbone o legna e dalla contaminazione delle acque restano numerose solo nei paesi africani e in via di sviluppo, i decessi causati dall’esposizione a inquinanti moderni come metalli pesanti, prodotti chimici per l’agricoltura e le emissioni di combustibili fossili sono “semplicemente alle stelle”, in aumento del 66 per cento dal 2000 – commenta Rachael Kupka, direttrice della Global alliance on health and pollution con sede a New York.
L’effetto dell’inquinamento su malattie e disabilità varia a seconda del sesso. Gli uomini hanno maggiori probabilità di morire a causa dell’esposizione all’inquinamento atmosferico, mentre donne e bambini sono maggiormente minacciati dalla contaminazione delle acque. Tutto questo si traduce anche in un enorme costo per l’economia mondiale, pari a circa 4.300 miliardi di euro l’anno. Ma quel che più pesa è il prezzo da pagare in termini di vite umane.
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