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Insetti: l?amore non
Continuiamo a parlare d?amore nel mondo degli insetti: oggi vi descriver
I miridi sono gli insetti che mi hanno tenuto compagnia per
ben tre anni della mia vita, quando condussi il dottorato di
ricerca sul Lygus rugulipennis, il miride più
diffuso in Italia. È stato un compagno fedele, sempre
disponibile che mi ha accompagnato in lunghi viaggi: la California,
la Florida, l’Europa e soprattutto Haiti, l’isola caraibica dove ho
passato i mesi più belli della mia vita. Ma non perdiamoci
in malinconici ricordi: i miridi sono delle specie di cimici che
vivono nei prati. Si differenziano rispetto alle loro parenti
strette a causa del corpo slanciato e hanno in comune l’odore
sgradevole, determinato da una ghiandola atta alla difesa.
Questi insettini vivono nei prati dalla primavera all’autunno
inoltrato e si nutrono di linfa vegetale. Hanno un apparato boccale
che assomiglia ad una siringa con la quale succhiano i liquidi
vegetali. Alcuni sono anche predatori. Ma arriviamo al dunque: cosa
fanno quando sono innamorati? Distinguiamo il comportamento
femminile da quello maschile. Le femmine, durante il periodo della
riproduzione, invece di andare in giro per i prati alla ricerca del
principe azzurro, cercano di tenersi alla larga e quando incontrano
un maschio innamorato, lo prendono a calci.
Questi esseri vivono felici tra i fili d’erba e non fanno male
a una mosca ma appena il sentimento d’amore si fa sentire, ecco che
si trasformano in una sorta di Mr Hide a sei zampe. Mentre per noi
e per gli altri animali l’amore “muove il sol e le altre stelle” e
quindi diventiamo sognatori, romantici, dolci e galanti, ai miridi
succede l’esatto contrario: da placidi abitanti dell’erba diventano
degli assassini nati o quasi.
Vediamo il loro comportamento: in preda alla febbre d’amore, i
maschi corrono per i fili d’erba alla ricerca della femmina e
appena la vedono non sprigionano effluvi d’amore, non si contorcono
in danze romantiche e non si illuminano d’immenso, ma si
precipitano a pesce contro le poverette. Queste – mica sceme – li
prendono a calcioni per allontanarli, ma loro, accecati dall’amore,
riescono nel loro intento. E quale sarà mai? Dovete sapere
che essi sono provvisti di un edeago (non è un eufemismo:
è questo il nome scientifico dell’organo sessuale maschile)
sclerificato quindi molto duro e appuntito, posto al lato del
corpo. Con esso infliggono alla povera femmina delle vere e proprie
coltellate. La povera femmina si trova piena di ferite nelle quali
il maschio inietta i suoi spermatozoi, che, dopo una lunga nuotata
nell’emolinfa, il sangue degli insetti, trovano gli ovuli e li
fecondano. Non vi preoccupate, questa storia inizia con la violenza
ma finisce con la vita. Dagli ovuli fecondati usciranno miriadi di
miridini che salteranno allegramente per i fili d’erba dei nostri
prati per tutta la bella stagione.
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