
Efficienza, design, autonomia, originalità: l’elettrica Ioniq 6 ha già conquistato la critica. Farà lo stesso col pubblico? In attesa della risposta scopriamo come va e cosa offre.
Hyundai lancia Inster, un’elettrica compatta con 4 posti e un abitacolo fra i più flessibili e geniali del mercato. Cosa offre e come va nella nostra prova.
Inster: solo 4 posti (ma molto comodi) e solo elettrica (anche se in Corea, paese dal quale proviene e dove si chiama Casper, il modello originale ha anche altre motorizzazioni). Nel nostro Paese la nuova city car Hyundai arriva solo in versione elettrica, come vi avevamo anticipato l’ottobre scorso. Una scelta coraggiosa (l’Italia continua a rimanere cronicamente il fanalino di coda fra i grandi mercati dell’Ue, con una quota di auto elettriche ferma a gennaio al 5 per cento, contro il 21,3 del Regno Unito, fonte Unrae), ma coerente.
Un’auto molto interessante perché rappresenta uno dei rari casi in cui un’elettrica pensata per la città offre un abitacolo non solo molto spazioso in rapporto alle dimensioni, ma piacevole, luminoso, flessibile (una caratteristica, quest’ultima, che chi ama l’Ikea apprezzerà molto). Ma questo lo vediamo dopo. Quello che vorremmo dire subito è che la Inster è un’elettrica rara, un’auto che per stile e personalità ricorda un’altra elettrica coraggiosa, la Honda e, piccola e geniale ma uscita di scena nel 2023 a soli tre anni dal lancio (per lasciare spazio all’ennesimo Suv…).
Ricapitolando: elettrica, 4 posti, con un abitacolo gradevole nelle forme e nei materiali, confortevole anche su tombini e binari del tram (chi vive in città ne conosce il valore…). Insomma, un’elettrica urbana che offre una qualità percepita molto buona, con un prezzo di un soffio sotto i 25mila euro e con tutte le caratteristiche che dovrebbe avere una urban car: dimensioni contenute, efficienza, sistemi di assistenza alla guida evoluti. A breve debutterà anche la versione Cross che, come dice il nome, strizza l’occhio (almeno nello stile…) alle evasioni del weekend con paraurti e cerchi ruota specifici e barre portatutto sul tetto.
Ma quando diciamo “piccola”, diciamo davvero piccola: 3,82 metri la lunghezza, 1,61 la larghezza. Anche l’altezza è ridotta, a tutto vantaggio della sicurezza degli altri utenti della strada. Insomma, chi ha in mente la gamma del marchio coreano, siamo fra una Hyundai i10 e una i20; una Dacia Spring più sofisticata verrebbe da dire, o una Citroën e-C3 un filo più costosa, queste le prime affinità che ci sono venute in mente provando la Inster. Quanto al peso e alle dimensioni di un’auto (elettrica o meno) abbiamo in passato chiarito i possibili effetti sulla sicurezza (e anche perché i costruttori preferiscono offrire modelli più grandi e costosi…).
Dicevamo delle avversarie della Hyundai Inster, ecco per originalità, stile e prezzo, anche la Renault 5, seppur con dimensioni più generose, rappresenta un esempio di come si possa offrire un’auto elettrica urbana, originale, piacevole da guidare e con una buona autonomia elettrica. Ma torniamo alla Inster e in particolare agli interni, a quell’abitacolo che per design, tecnologia, flessibilità e qualità percepita è forse l’aspetto più convincente di tutta l’auto, con qualche tratto che ricorda un’altra Hyundai elettrica, la Ioniq 5. E poi in 4 a bordo si sta comodi, tutti i sedili si abbattono completamente, quelli posteriori scorrono… Bingo!
Il resto è facile e intuitivo: il sistema infotainment gestibile dallo schermo touch da 10,25 pollici, un altro display è davanti al volante, Apple CarPlay e Android Auto sono di serie e, per altre funzioni, come il climatizzatore, ci sono comodi comandi fisici. Lo spazio? Tanto, per passeggeri ma anche per gli oggetti, con il sedile anteriore che, seppur diviso in due, sembra un divanetto con tanto di porta borraccia incorporato. E alla sicurezza, passiva in questo caso, pensano i 7 airbag (frontali, laterali anteriori, laterali a tendina più un airbag centrale anteriore). Per i materiali utilizzati, la casa dichiara dati un po’ generici, nel dettaglio per “l’esterno l’utilizzo di una vernice nera lucida ottenuta da pneumatici di scarto riciclati; all’interno di polietilene tereftalato (PET) riciclato da bottiglie e bio-polipropilene estratto dalla canna da zucchero”.
E dopo la Inster da “vivere”, adesso veniamo alla Inster da guidare. Dunque, al momento le versioni sono due, entrambe elettriche, con potenze da 97 o 115 dei vecchi cavalli (71,1 e 84,5 kW), abbinate nel primo caso a una batteria da 42 kWh, nel secondo da 49 kWh (la versione oggetto della nostra prova). Che la Hyundai Inster sia un “animale” da città lo si intuisce da subito: svelta nel traffico, small&slim è facilissima da parcheggiare, scatta pronta al semaforo assicurando un buon comfort anche sulle irregolarità tipiche della città, come anticipato.
La frenata rigenerativa si regola comodamente dal volante e aiuta a gestire la ricarica della batteria in fase di frenata. Mentre in città rassicura sapere che fra i vari Adas c’è anche il sistema che oltre ad azionare automaticamente i freni se rileva un’imminente collisione con auto, bici o pedoni, monitora la svolta in un incrocio e frena in caso di rischio di collisione con un altro veicolo. Chiudiamo con la ricarica elettrica: se utilizzate quella rapida (DC fino a 120 kW, quella alle colonnine per capirci) per caricare dal 10 all’80 per cento vi basta mezz’ora, a casa con il caricatore da 11 kW invece servono 4 ore e 30 minuti circa.
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