Il gatto deve essere accompagnato con intelligenza verso il fine vita. Ma basta poco per rendere la sua terza età più agevole e accettabile.
Insufficienza renale nei gatti, tutto su una malattia frequente e mortale
L’insufficienza renale felina miete ogni anno molte vittime fra gatti maturi e anziani. Ce ne parla l’esperto, dandoci anche preziose informazioni sulla prevenzione e sulla diagnosi di questa patologia.
L’insufficienza renale e i disturbi legati al funzionamento dei reni rappresentano statisticamente alcune fra le principali problematiche di salute per i gatti. Sarebbe più opportuno, nel primo caso, parlare di malattia renale cronica, che può portare i reni del gatto allo stato di insufficienza organica.
In prima analisi è necessario fare una precisazione. I reni dei gatti hanno un numero di nefroni (unità filtranti renali) decisamente ridotto rispetto all’uomo e al cane, e proprio per questo i felini sembrano ammalarsi più frequentemente rispetto ad altre specie domestiche. Per saperne di più su questa malattia così frequente nella popolazione felina in età adulta e anziana, abbiamo chiesto il parere del dottor Gianni Marinacci, medico veterinario. Ecco cosa ci ha raccontato.
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Che cos’è l’insufficienza renale felina e come può essere diagnosticata e affrontata?
Si deve premettere che il gatto è un animale molto particolare nella gestione del bilanciamento dei fluidi. Questi animali bevono poco, concentrano moltissimo l’urina, mangiano cibo ad alto contenuto di proteine e fosforo. Tutto ciò si può tradurre in uno stato di disidratazione costante in determinate situazioni. La malattia renale cronica tende a manifestarsi in gatti maturi e anziani per diversi motivi che possono spaziare da problemi di salute pregressi, uno stile di vita specifico, interventi medici non adeguati, alimentazione scorretta, predisposizione genetica, intossicazioni accidentali, gravi stati di compromissione di salute non direttamente correlati alla malattia renale (come per esempio il diabete mellito).
La patologia necessita di un’accurata fase diagnostica. Così come in medicina umana la malattia renale cronica deve essere “stadiata” per poter intervenire con terapie, alimentazione e modifiche dello stile di vita. Un gruppo internazionale di esperti ha stabilito diversi stadi della malattia (stadiazione iris) in base ai valori ematici di creatinina, presenza o meno di proteinuria (perdita di proteine del sangue attraverso i reni e l’urina), ipertensione arteriosa. Stabilendo esattamente in che stadio si trova il piccolo paziente esaminato, si può intervenire con strategie mirate che possono non solo far emettere una prognosi, ma anche indirizzare verso questo o quel presidio terapeutico.
Un esempio? Consideriamo un gatto di dieci anni, stadio iris 2, sotto alimentazione specifica renale in assenza di fattori di progressione della malattia, con uno stato nutrizionale ottimale: avrà una aspettativa di vita di oltre mille giorni. Al contrario un gatto sottopeso, stadio iris 3 con alimentazione commerciale, proteinurico e iperteso, ha una aspettativa di poche settimane o mesi. E si parla allora di dieta, di farmaci per ipertensione, di fluidoterapia dove necessaria, di integratori atti a correggere lo stato di acidosi metabolica che si presenta nelle fase più avanzate di questa patologia.
La malattia colpisce i gatti outdoor (quelli che vivono fuori casa) come quelli indoor (che vivono in appartamento)?
Prevalentemente i gatti outdoor possono andare incontro con più facilità non tanto alla malattia renale cronica, quanto a tutta una serie di eventi che possono contribuire alla distruzione progressiva della struttura renale. E questo farebbe da predisposizione all’instaurarsi della malattia.
Facciamo un altro esempio e parliamo di un gatto maschio di quattro anni, intero e libero di vagare a suo piacimento. Con buona probabilità, questo soggetto potrebbe infettarsi con un retrovirus collegato all’attività sessuale, la Fiv (o immunodeficienza virale felina), che determina, in un quinto dei casi, malattia renale cronica. Non dimentichiamo anche la facilità che i gatti outdoor hanno nel contrarre infezioni cosiddette opportuniste.
Nei felini indoor, invece, la patologia ha di solito esordio piuttosto subdolo. I gatti ammalati inizialmente perdono un po’ di peso, bevono di più e fanno più pipì, ma per il resto non destano troppe preoccupazioni al proprietario. Tutto ciò può determinare una diagnosi tardiva con meno possibilità di aiutare il paziente in modo specifico. Per questo è molto importante, nel gatto maturo o anziano, predisporre una serie di visite e controlli nel tempo per individuare i problemi di salute e intervenire al più presto.
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Parliamo di cure per questo tipo di patologie. Quali sono? Esiste una possibile prevenzione?
Una volta individuata e accuratamente studiata la malattia renale si può stabilire, in base alla stadiazione iris appunto, la terapia medica e nutrizionale più corretta. Inutile e anche dannoso può essere un farmaco per la proteinuria in assenza di questo problema, oppure un integratore con carbonato di calcio magari in un soggetto che non ne necessita l’uso. Dieta e controllo giornaliero della somministrazione di acqua, riduzione del sodio e del fosforo, sono la base della terapia medica della malattia renale cronica. Se ben trattato, in assenza di fattori progressivi della malattia e con una diagnosi precoce, il piccolo paziente può avere davanti anni di buona qualità di vita.
È importante che la malattia sia prontamente diagnosticata?
Certo. È da ribadire sempre l’importanza di visite frequenti nei gatti anziani, esami del sangue e dell’urina, monitoraggio del peso e della quantità di acqua assunta e di urina prodotta, alimentazione bilanciata per fasi di vita dell’animale (kitten, junior, adult, mature, senior in base alle fasce di età). Purtroppo la guarigione nella malattia renale cronica non è prevista. I reni, così come il cuore e il cervello, sono organi cosiddetti a termine, ossia i danni non vengono riparati rigenerando le strutture funzionali come nel fegato o nelle ossa, ma vengono “cicatrizzati” e i nefroni che non sono più funzionali mai più si riattiveranno. Lo scopo della terapia non è la guarigione, ma la gelosissima conservazione delle strutture filtranti ancora funzionanti che possa, il più possibile, rallentare la progressione della malattia.
Un messaggio importante che ribadisce come sia basilare il controllo da parte del veterinario curante per garantire al nostro gattino una vita lunga, felice e, soprattutto, libera dall’insufficienza renale.
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