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Integrazione biotransenergetica
Un modello operativo che racchiude in sé antiche tradizioni, la biotransenergetica unisce pratiche di trasformazione della coscienza che utilizzano il corpo
La
biotransenergetica si avvale di una numerosa serie di pratiche,
molte di nuova concezione, altre provenienti da antiche tradizioni
originarie. Si tratta di pratiche di trasformazione della coscienza
che utilizzano il corpo (esercizi psicofisici,
danze,
meditazioni dinamiche, pratiche energetiche sottili), il
respiro (pratiche
respiratorie, voci,
suoni,
canti, mantra, espressione emotiva), la mente (visualizzazioni,
viaggi sciamanici,
meditazioni, rielaborazione di immagini archetipiche e di
ricordi, espressione verbale), lo spirito (pratiche transpersonali,
meditazione, stati non ordinari di coscienza, cerimonie, rituali).
Intento di ogni pratica è consentire la trasformazione della
coscienza, perché raggiunga un maggior grado di unità
e
armonia capaci di creare le condizioni per il benessere
psico-fisico-spirituale.
Sentire, agire e pensare non sono altro che le tre funzioni
della trinità interconnessa corpo-mente-spirito, soggetto di
qualsiasi esperienza individuale.
Quando ad esempio avvertiamo un mal di pancia, contemporaneamente
tenderemo a piegarci su noi stessi, a portarci la mano sulla zona
dolente e ad avere pensieri di un certo tipo; difficilmente con una
colica intestinale ci metteremo a danzare di felicità e a
pensare quanto sia bella la vita.
Questo significa che il nostro pensare influenza il nostro agire
così come il nostro sentire e viceversa. Se infatti
succedesse che noi riuscissimo con il calore della nostra mano a
farci passare il dolore, facilmente la nostra autostima,
cioè quello che noi pensiamo di noi stessi, subirebbe un
contraccolpo positivo. Il nostro agire avrà influenzato il
nostro sentire e, di conseguenza il nostro pensare.
Potrebbe anche capitarci di ritenere che il dolore ?altro sia se
non una purificazione del nostro organismo riuscendo così,
forse più facilmente, a comportarci con pazienza e
sopportazione. In questo caso il nostro pensiero avrà
modificato il nostro agire e, di conseguenza, il nostro
sentire.
Volendo ora tornare all?esperienza interiore potremo renderci conto
che un mal di pancia o un sentimento di gioia o un comportamento
paziente altro non sono, in prima istanza, che movimenti di
energia vitale, espressione del flusso interconnesso che ci
attraversa.
Tale flusso si esplica nella nostra coscienza come un fluire
incessante di sensazioni, azioni e pensieri. Quanto più
c?è integrazione, risonanza,
armonia tra sensazioni, azioni e pensieri, tanto più
vivremo un?esperienza soggettiva di benessere e il nostro
corpomente potrà funzionare nel modo migliore.
Pierluigi Lattuada
direttore clinico della
Clinica Olistica LifeGate
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