Il trend dell’intelligenza artificiale è stato indicato come novità positiva per l’ambiente, dato che può portare nuovi approcci allo studio dei cambiamenti climatici.
Tuttavia, i computer usati emettono emissioni inquinanti degne di nota dovute alla produzione di elettricità e al consumo di acqua necessarie per far funzionare i programmi.
Inoltre, un preoccupante aumento della produzione di disinformazione legata al clima rischia di peggiorare ancora l’impatto della tecnologia sull’ambiente.
L’intelligenza artificiale è una novità tecnologica che si appresta a rivoluzionare molti settori, ma quale impatto ha sull’ambiente? Ora che il trend inizia a diffondersi sempre di più, tanto che può essere utilizzato da milioni di utenti nel mondo, alcuni esperti si interrogano sull’impatto ambientale di questa innovazione. Come per altre tecnologie in ascesa, ad esempio quella delle criptovalute, l’ingente utilizzo di computer e dei sistemi per raffreddarli può provocare emissioni negative importanti. L’intelligenza artificiale resta comunque anche un valore aggiunto, perché ha la possibilità di essere usata al fine di studiare metodi per contrastare i cambiamenti climatici, ma la sua impronta ecologica, in particolare di anidride carbonica non può essere sottovalutata.
Gli aspetti oscuri dell’intelligenza artificiale
Si sta già discutendo dei danni sociali che la nuova tecnologia potrebbe favorire. Dalla violazione dei diritti d’autore alla sostituzione di alcune tipologie di lavoratori, oltre alla diffusione di pregiudizi razziali e fake news, sono molti gli aspetti negativi dell’intelligenza artificiale che devono essere considerati. A questo se ne aggiunge uno ancora più reale: l’inquinamento provocato dalle macchine al centro del nuovo trend. Ad una capacità di calcolo in ascesa, corrisponde un maggior utilizzo di sistemi informatici che hanno bisogno di elettricità per funzionare e di acqua per i canali di raffreddamento.
Experts say the current hype overlooks how AI contributes to emissions, misinformation, and fossil fuel production. (Published in partnership with @themarkup) https://t.co/cVNmxNxVIm
Il magazine Grist ha preso ad esempio ChatGpt, il chatbot OpenAI diventato virale per la produzione di testi convincenti e simili a quelli umani. I ricercatori hanno stimato che l’addestramento di ChatGpt-3, il predecessore del Gpt-4 disponibile adesso, ha emesso 552 tonnellate di anidride carbonica, pari a più di tre voli di andata e ritorno tra San Francisco e New York. È probabile che le emissioni totali siano molto più elevate, poiché questo numero tiene conto solo dell’addestramento di ChatGPT-3 in un’unica volta. Dato che i modelli possono essere addestrati migliaia di volte mentre vengono costruiti, la quantità di emissioni nocive prodotte è sicuramente maggiore. La stima, inoltre, non comprende l’energia consumata quando ChatGPT viene utilizzata da circa 13 milioni di persone ogni giorno. L’addestramento dell’intelligenza artificiale consuma anche molta acqua, che viene pompata dentro e fuori dai data center per evitare il surriscaldamento dei server.
Intelligenza artificiale e inquinamento
Non esistono dati precisi sull’esatto numero di emissioni derivanti dall’uso di grandi modelli di intelligenza artificiale da parte di milioni di utenti. Ma i ricercatori di Google hanno scoperto che l’utilizzo totale di energia da parte dei modelli ad apprendimento automatico rappresenta circa il 15 per cento del consumo energetico totale dell’azienda. Una cifra ragguardevole destinata a crescere quando i programmi diventeranno più potenti e quando la loro diffusione sarà ancora più alta.
Esistono anche degli aspetti positivi per l’ambiente che si possono raggiungere. L’intelligenza artificiale è già utilizzata dagli scienziati per portare avanti le loro ricerche sui cambiamenti climatici. Setacciando enormi quantità di dati, l’innovazione può aiutare a creare modelli climatici, analizzare le immagini satellitari per individuare la deforestazione o gli incendi e fare previsioni meteorologiche accurate. I sistemi di intelligenza artificiale possono aiutare a migliorare le prestazioni dei pannelli solari, a monitorare le emissioni derivanti dalla produzione di energia e a ottimizzare i sistemi di raffreddamento e riscaldamento. Applicazioni che facilitano lo studio del clima, ma che devono essere sperimentate sugli stessi sistemi con IA.
La mancanza di regolamentazione è particolarmente allarmante se si considera la portata della novità; l’Unione europea sta preparando una legge ma bisognerà aspettare ancora prima che entri in vigore. Nel mentre, la doppia natura dell’intelligenza artificiale spinge i ricercatori a fare i conti con le conseguenze ecologiche del settore e a valutare il suo ruolo nell’ambito dei cambiamenti climatici.
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