Lo yoga non si impara sui libri ma alcuni, più di altri, ci avvicinano all’esperienza della pratica sul tappetino. È il caso di “Respirare il mondo” scritto da Patrizia Foschi e appena uscito per Giunti. C’è il contatto dei piedi nudi con il pavimento, la pulsazione spontanea di inspiro ed espiro, la levità dei muscoli
Yoga. Quando salire su un tappetino diventa un nuovo approccio alla vita
Lo yoga è un viaggio dentro noi stessi che cambia profondamente l’approccio verso tutto ciò che ci circonda. Il 21 giugno si celebra questa pratica dalle origini millenarie.
“Per stare bene con gli altri bisogna prima stare bene con se stessi”. Forse suona come la solita e vecchia frase fatta che va bene propinare come consiglio – agli altri o a se stessi – in uno svariato numero di occasioni. Eppure, quando nella pratica ci troviamo a dover affrontare questo insegnamento, scopriamo che non c’è nulla di più vero quanto di complicato da raggiungere. Ci sono tuttavia degli strumenti che possono aiutarci a farlo nel modo più naturale e completo possibile, per poi permetterci di riflettere questo nostro benessere in ogni angolo, sfaccettatura e azione della nostra vita. Uno di questi è lo yoga.
Come tradizione e pratica millenaria – si pensa infatti che abbia avuto origine addirittura tra il 3000 e il 1800 avanti Cristo – parlare del semplice “stare bene” è probabilmente riduttivo. Lo yoga non è infatti una formula istantanea per la felicità o la ricetta per la perfetta fisicità. Lo yoga è un viaggio, prima di tutto dentro noi stessi, che ci accompagna verso una nuova e maggiore consapevolezza di noi e di quello che ci circonda.
Lo yoga come un viaggio
“Chi ha la pazienza di avvicinarsi allo yoga e proseguire nell’apprendimento scopre un mondo incredibile che dà all’individuo gli strumenti per vivere meglio”, ci spiega infatti Giulia Borioli, fondatrice e presidente di YogaFestival, il più importante network sullo yoga in Europa. “Uno tra tutti è la soppressione della sofferenza. Un concetto difficile da spiegare. Ma alla base della conoscenza dello yoga c’è la ricerca della felicità, che arriva quando si è padroni di noi stessi. È un percorso lungo, ci vogliono anni. Ma che ci porta a una vita diversa”.
Nel mondo dello yoga si ha infatti l’impressione di entrare in punta di piedi – anche in modo scoordinato -, di stare costantemente imparando qualcosa di nuovo, di non sentirsi mai arrivati. Ed è probabilmente forse questo l’unico approccio e quello che ci viene insegnato: il tempo e l’accettazione, intesa come abbraccio senza giudizio. Abbracciare i propri limiti, abbracciare il momento presente, accettare di lasciare andare, di non avere il controllo su tutto quello che accade. Ma, al contrario, avere sì il controllo sui nostri pensieri e sulle nostre azioni, passo passo.
E così come in ogni viaggio si cambia senza rendersene conto. Si avviano cambiamenti che non si percepiscono ma che in realtà modellano profondamente chi siamo e quello che facciamo. Senza accorgercene, “iniziamo a mangiare meglio, inquinare meno, a selezionare le amicizie, dare valore ai rapporti e a cose non materiali – continua Borioli – e questo fa di noi persone migliori. Questo è il focus a cui noi dovremmo tendere”.
È un grande strumento per capire chi siamo e dove stiamo andando, e perché usiamo energie per cose inutili quando potremmo usarle per cose più utili. Questo è il grande regalo dello yoga.
Questo profondo cambiamento positivo è forse quello che ha reso la forza dello yoga così riconoscibile e così ormai diffusa nel mondo (2,5 milioni di persone lo praticano solo in Italia), ma che di contro lo ha troppo spesso snaturato della sua vera essenza. “C’è un grande errore di fondo. Lo yoga come spesso lo conosciamo in Occidente è solo una parte”, afferma Borioli. “La pratica è vittima di fraintendimenti ed è diventata una dimostrazione di capacità fisiche. Il corpo ha preso il sopravvento”.
Non è infatti novità che l’enorme successo negli ultimi anni è stato anche dovuto a un approccio superficiale a questa disciplina, che da molti viene intesa come puro esercizio fisico, di forza ed elasticità. Non che non sia un elemento importante dello yoga, ma sicuramente non l’unico. L’obiettivo è infatti trovare il perfetto equilibrio tra il corpo e la mente, servendoci del “fisico” come gli asana (le posizioni) e il pranayama (la respirazione) per arrivare a un livello più profondo e “spirituale”. Perché non è semplice esercizio fisico che fa stare meglio perché si liberano endorfine. “Se dallo yoga togli la dimensione spirituale, se togli il perché stai facendo un asana, ti rimani la ginnastica e allora è meglio andare in palestra”, afferma Borioli. “Il corpo è strumento per governare la mente e indirizzarla dove vogliamo, ovvero verso una ricerca interiore”.
L’International yoga day
Un altro cambiamento che questa disciplina ha affrontato negli ultimi anni è stato dettato dalla sempre più presente tecnologia che, in particolare durante la pandemia, ha cancellato le distanze e le barriere fisiche a cui eravamo costretti, facendoci sentire più vicini, connessi e uniti anche se lontani. Proprio con questo scopo LifeGate ha infatti lanciato una serie di lezioni online, le SmartYogaClass. Le Nazioni Unite, che da sempre riconoscono i suoi benefici – nominandolo anche patrimonio dell’umanità – hanno infatti dedicato la sua celebrazione annuale dell’International Yoga Day, che si festeggia nel giorno più luminoso dell’anno, il solstizio d’estate il 21 giugno, al tema Yoga for health, Yoga at home. E in Italia il più grande raduno di yoga per la giornata internazionale organizzato da YogaFestival, e di cui LifeGate Energy è partner, sarà proprio digitale.
Lo yoga è una via di conoscenza di noi stessi antichissima e per questo adatta a tutti i tempi perché si appoggia sull’essenza dell’uomo.
“La tecnologia può aiutare le persone a fare cose che prima erano impossibili. Ma è un po’ come la polvere da sparo, inventata in Cina per i fuochi d’artificio, usata poi da chi ha inventato i proiettili. La tecnologia può essere una brutta arma, aggressiva, ma in un mondo pieno di pregiudizi può fare del bene. Ad esempio, tante persone hanno conosciuto argomenti da cui diffidavano grazie alla tecnologia, lo yoga è uno di questi”, ci racconta Giulia Borioli. “Chi ha iniziato yoga ora, in questo periodo, lo affronterà meno per il suo lato estetico, che è stata la chiave di rottura, perché online la parte estetica non può essere espressa. Tuttavia, purché utile, quando uno inizia a praticare l’online non basta più. La modalità dello yoga è da maestro a discepolo, del passaggio orale delle informazioni”.
Lo yoga è universalità e inclusione
Una conoscenza tramandata per secoli in ogni parte del mondo che ha fatto dello yoga una delle pratiche più universali in quanto apolitica, non-religiosa e adattabile a qualsiasi società. L’incredibile di questa pratica sta proprio nel fatto che qualsiasi persona – a prescindere da età, classe sociale, provenienza – è adatta allo yoga, perché lo yoga ti incontra dove sei, e ti fa incontrare con te stesso. Insegnandoti a dare il giusto peso alle cose, a distinguere quelle importanti e ad affrontare ogni situazione con presenza e tranquillità. “Se potessi fabbricare una pillolina di conoscenza la darei a tutti quelli che si disperano per nulla, o chi fa bestialità distruttive”, continua Borioli. “Una pillolina che fa vedere dove lo yoga ti potrebbe portare”.
Lo yoga è una cosa per tutti che ti insegna a lasciare a distanza la sofferenza, non è che la cancella, ma ti insegna a gestirla e a lasciarla più in là. Nulla ti potrà più venire addosso a rovinarti il fegato.
Lo yoga quindi non è più solo un’ora passata a muoversi su un tappetino. Lo yoga è un nuovo approccio alla vita che nel piccolo e intimo spazio personale di ognuno insegna il rapporto che abbiamo con la grandezza dell’universo. Come impariamo a lasciare le piccole preoccupazioni della giornata fuori dal tappetino, lasceremo i grandi tormenti esistenziali fuori dalla nostra sfera. Come entriamo più in contatto con il nostro corpo prendendocene cura, saremo più connessi con la natura che proteggeremo come ospiti di un’unica grande casa.
Se io sto meglio, sta meglio anche il mondo. Se io sto bene, stanno meglio anche quelli intorno a me. È una contaminazione. Il benessere è contagioso. Se tu ce l’hai e sai come passarlo ad altri, il mondo diventa migliore.
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