Pezzi unici che conservano la patina del tempo e la memoria della loro storia con legni e metalli di recupero: è il progetto di design sostenibile di Algranti Lab.
Intrecci del Novecento, l’arte tessile italiana in mostra alla Triennale di Milano
La mostra Intrecci del Novecento è un affascinante percorso tra le trame dell’arte tessile e della pittura. Fino all’8 ottobre alla Triennale di Milano.
107 opere tessili, tra arazzi e tappeti, di 61 artisti, 6 manifatture e oltre 100 bozzetti originali, che tracciano la trama dell’arte tessile del Novecento. È ciò che ci si trova di fronte visitando Intrecci del novecento, arazzi e tappeti di artisti e manifatture italiane, la mostra alla Triennale di Milano curata da due esperti del settore, Moshe Tabibnia e Virginia Giuliano.
Da oltre 25 anni, Tabibnia coltiva con passione nella sua galleria milanese il progetto di ricerca, conservazione e divulgazione dell’arte tessile ed è diventato il punto di riferimento internazionale per la storia degli arazzi e tappeti. Il grande libro catalogo edito a sua firma in occasione della mostra è un documento importante che racconta la storia, i protagonisti, sia artisti che manifatture, e gli intrecci intensi tra i linguaggi espressivi e figurativi della pittura del novecento e dei manufatti tessili.
Arazzi, tappeti e bozzetti originali in mostra
Molti pezzi unici e rari, alcuni inediti, realizzate dalle principali manifatture italiane con i più grandi artisti del secolo, dagli artisti futuristi come Fortunato Depero e Giacomo Balla a Remo Salvatori, da Giacomo Balla a Lucio Fontana, da Mario Sironi a Renato Guttuso, da Ugo Nespolo a Ettore Sottsass, da Gillo Dorfles a Renzo Piano solo per citarne alcuni.
Punto di partenza sono le opere realizzate dal movimento futurista nei primi anni del Ventesimo secolo. Gli artisti futuristi, in particolare Depero e Balla, sono i pionieri della riscoperta delle arti decorative, i primi a intraprendere ricerche e sperimentazioni anche nel campo del tessile. Un posto di rilievo nella prima sezione della mostra intitolata Dall’inizio del secolo alla seconda guerra mondiale spetta alla Manifattura italiana tappeti artistici (Mita) fondata a Genova nel 1926 che ha dato origine a una collezione di tappeti nati dalla collaborazione con gli artisti e gli architetti più noti del momento, come Tommaso Buzzi, Paolo Buffa, Gio Ponti e altri, in un dialogo aperto con le arti figurative e la pittura dell’epoca.
Gli arazzi per i grandi transatlantici e le nuove manifatture italiane
Il grande impulso all’arte tessile risale alla fine degli anni Cinquanta grazie all’imponente produzione degli arazzi per l’allestimento dei grandi transatlantici italiani, che determina la nascita di nuove manifatture tessili. Accanto alle storiche Arazzeria Eroli di Roma, Mita di Genova e la Scuola di arazzeria di Esino Lario, in provincia di Lecco, attiva dal 1936, nasce l’arazzeria Scassa ad Asti che riesce ad aggiudicarsi gran parte delle commissioni per le navi, tra cui quelle per i celebri transatlantici Michelangelo e Raffaello, lavorando con artisti come Renato Guttuso, Corrado Cagli, Emilio Tadini e Giuseppe Capogrossi.
Gli anni Sessanta furono gli anni di maggior splendore e diffusione dell’arte tessile in Italia: nasce allora in un piccolo paese dell’Abruzzo una nuova manifattura, l’arazzeria di Penne, e alla fine di quel decennio, l’Atelier d’arte tessile di Elio Palmisano, nei pressi di Milano, che continuerà nel tempo a creare tappeti e arazzi in sinergia con architetti, artisti e i designer più affermati: dai grandi astrattisti a Ugo Nespolo, da Ettore Sottsass ai protagonisti, negli anni ottanta, del gruppo Memphis come Nathalie Du Pasquier e George Sowden.
Dalle Biennali tessili di Losanna alla Fiber Art
A partire dal 1962 la Biennale tessile di Losanna mette in luce artisti rivoluzionari dell’arazzo contemporaneo, autori di opere scultura sperimentali con materiali tessili e metallo, pelli, iuta e materiali plastici. In Italia, sulla scia di questo movimento di ricerca sperimentale si afferma tra la seconda metà degli anni Sessanta e i primi anni Settanta il movimento chiamato Fiber Art ed emergono artiste tessili come Paola Besana, Paola Bonfante e Maria Luisa Sponga, le cui opere nella mostra della Triennale hanno un posto di rilievo, poiché rappresentano il linguaggio più evoluto e contemporaneo dell’arte tessile contemporanea.
Isola felice nell’universo della tessitura italiana, la produzione tessile della Sardegna, tra tradizione preziosa e innovazione originale, è rappresentata in mostra dall’opera poetica di Maria Lai, artista di trame e orditi indimenticabili.
La mostra si può visitare alla Triennale di Milano, dal 12 settembre all’8 ottobre, da martedì a domenica, dalle ore 10:30 alle 20:30, ingresso libero. Sabato 23 settembre dalle ore 10:00 alle ore 16:00 la Galleria Tabibnia organizza in Triennale un’intera giornata di convegno internazionale e studio sul tema dell’arte tessile. Ingresso libero.
Immagine in evidenza: Giuseppe Capogrossi, Astratto, 1963 circa, Arazzeria Scassa ©Patrizia Scarzella
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