I fondi comuni etici e responsabili investono in azioni e obbligazioni selezionando quelle con punteggi più elevati da un punto di vista ambientale, sociale e di governance. Possono anche chiedere alle aziende in cui investono di impegnarsi in un processo di sviluppo sostenibile durevole nel tempo, monitorando i risultati.
Cosa sono i fondi comuni d’investimento
Un fondo comune d’investimento può essere paragonato ad un carrello della spesa che viene spinto dalle società di gestione del risparmio in un immaginario supermercato. Gli scaffali (i mercati regolamentati, come le Borse) sono pieni di azioni, obbligazioni, titoli di Stato che è possibile scegliere.
Normalmente il carrello si riempie di un certo numero di prodotti, con l’obiettivo di operare quella che tecnicamente si chiama “diversificazione”. Ovvero investire su più titoli al fine di minimizzare l’impatto in caso di cattivo andamento di qualcuno di essi.
I fondi responsabili dal punto di vista sociale e ambientale e, ancor più, i fondi etici evitano di investire il denaro messo loro a disposizione dai risparmiatori in azioni o obbligazioni di società che non rispondono a determinati parametri e si impegnano a canalizzare in settori considerati meritevoli.
«La strada dei prodotti di finanza sostenibile deve essere uno step intermedio, altrimenti gli obiettivi anche ambiziosi della @EU_Commission non saranno raggiunti».@ubiggeri, Presidente di Etica Sgr, al congresso di @Consumerlab1https://t.co/CeHYyKWbI3
I fondi responsabili evitano aziende considerate non sostenibili o poco etiche, non facendo entrare nel “carrello della spesa” per esempio produttori di armi, di tabacco, compagnie coinvolte nel nucleare, nel petrolio, nel carbone, nel gioco d’azzardo o che aziende coinvolte in gravi episodi riguardanti temi quali il rispetto dei diritti dei lavoratori, il rispetto dell’ambiente e la corruzione.
È anche possibile scegliere le società con punteggi più elevati all’interno dei propri settori di appartenenza. In questo caso il fondo può applicare i criteri di valutazione sulla base di parametri ambientali, sociali e di governance, attribuendo loro un punteggio sintetico e selezionando solo gli emittenti con punteggi superiori ad una soglia assoluta (approccio “best in class”).
Può un fondo etico e responsabile utilizzare il proprio ruolo per rendere le società in cui investe più etiche, più sostenibili, più rispettose dei diritti dei lavoratori, dell’ambiente e più trasparenti?
Cos’è e come funziona l’azionariato attivo
La risposta è sì, grazie all’azionariato attivo. Il fondo, acquistando azioni, diventa pro quota proprietario dell’azienda in cui ha investito. Questa condizione dà il diritto di voto all’assemblea generale dell’azienda quotata e può orientare le imprese verso strategie, processi e prodotti/servizi che integrino considerazioni rilevanti legate alla sostenibilità sociale e ambientale e promuovere la creazione e il mantenimento di una solida struttura di governance.
Assemblea #TDK 2021 Etica non ha supportato l’elezione di due consiglieri che presiedono il Board ed il comitato remunerazioni, poiché il livello di #genderdiversity è basso.
La storia dell’azionariato attivo è d’altra parte particolarmente antica. L’idea di sviluppare tale attività risale infatti al 1928. All’epoca il Pioneer Fund, creato a Boston, negli Stati Uniti, e gestito da religiosi, aveva deciso di acquistare delle azioni per domandare a determinate imprese di non investire più in settori giudicati “immorali”. Nel 1968, poi, fu la volta degli studenti dell’università di Cornell, a New York, che chiesero al consiglio accademico di non investire in gruppi che lavoravano con il governo razzista del Sudafrica, all’epoca dell’apartheid.
La finanza etica nasce per mettere al centro delle scelte finanziarie, oltre che economiche, le persone e l’ambiente. Questo significa riconoscere i limiti della natura e dell’agire utilitaristico, significa assumere una prospettiva di impegno nel lungo periodo. Non è la scelta più semplice, ma è quella che dà più valore.
Il Green Deal europeo e i piani di ripresa post-Covid incideranno sulla finanza sostenibile? L’abbiamo chiesto a Davide Tentori, ricercatore dell’Ispi.
Il Pnrr potrebbe aprire una stagione diversa per gli investimenti a impatto nel nostro paese. Parola di Giovanna Melandri, presidente di Human foundation e Social impact agenda per l’Italia.
La finanza sostenibile cresce, ma il nostro Pianeta resta in crisi. Eurosif, il Forum europeo per gli investimenti sostenibili e responsabili, propone alcune vie d’uscita.
La finanza sostenibile crea valore nel lungo periodo, sia per l’investitore sia per il Pianeta e la società. Un approccio che riscuote sempre più successo.