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Maria Dolores Vergani. Io ti perdono
Uno scandaglio nel profondo questo romanzo. La Vergani emerge in queste pagine con un suo lato più personale, più intimo. Cerca di capire innanzitutto se stessa, si mette a nudo. E sappiamo bene quanto è difficile farlo.
Arianna è sparita. Rapita nel bosco. Come è
successo ad altri bambini nella valle.
Altri bambini che sono stati sottratti alle loro famiglie e poi
liberati. Liberati con un grosso peso sul loro corpo, sul loro
cuore. Qualcuno che li viola, per poi lasciarli liberi. Per modo di
dire, dato che questi piccoli a stento si libereranno dal dolore,
dal ricordo indelebile del buio.
Il prete del paese chiama Maria Dolores Vergani, l’ispettore. Si
conoscono da tempo i due perché la donna ha trascorso le sue
vacanze d’infanzia lì, in Valle d’Aosta. C’è qualcosa
di strano nel prete. Sa, ma non vuole (o non può?) dire.
Vuole che l’ispettore si reintegri nell’ordine medico come
psicologa e che aiuti la madre della piccola Arianna. Perché
non si vuole confidare con lei, semplicemente? Perché
continua a parlare di perdono?
Nella valle abusi e rapimenti, famiglie disperate convinte a non
denunciare. Omertà, troppi silenzi. In città, a
Milano, dove la Vergani vive, traffici di prostitute, un cadavere,
un pazzo “trinciacapelli”. Donne dai lunghi capelli si siedono
sull’autobus e… zac: le chiome diventano asimmetriche e il
colpevole fugge col suo trofeo stretto tra le mani!
Nella Valle un presente incomprensibile. Un passato dai contorni
sempre più ambigui.
In città un passato insoluto che ha continuo riverbero sul
presente. La Vergani alle prese con un amore autentico etereo e uno
reale (umano, troppo umano) che ogni giorno tenta di riesumare.
Uno scandaglio nel profondo questo romanzo. La Vergani emerge in
queste pagine con un suo lato più personale, più
intimo. Cerca di capire innanzitutto se stessa, si mette a nudo. E
sappiamo bene quanto è difficile farlo.
Molto bello questo ultimo romanzo di Elisabetta Bucciarelli.
Stile incalzante, rapido, visivo. Sequenze brevi, dialoghi
serrati.
Ironia e umorismo rendono ancora più umani i personaggi.
Ecco, è un libro sull’umano. Sull’uomo, le sue debolezze, le
sue paure, la sua incompletezza, il suo bisogno di andare oltre.
Sull’uomo che chiede perdono. Come se bastasse il
perdono…
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