Ci sono state alcune esplosioni in Iran. Fonti israeliane e iraniane parlano di attacco israeliano, ma mancano informazioni ufficiali.
- Le esplosioni sono avvenute nei pressi della base aerea di Isfahan e secondo i media dell’Iran si è trattato di un attacco con droni.
- Ufficiali di Israele, in forma anonima, hanno parlato di una “risposta limitata” all’attacco iraniano del 13 aprile.
- In Iran si è parlato di “incidente” su cui dovrà essere accertata la responsabilità e a cui non seguiranno risposte affrettate.
Ci sono state esplosioni in Iran e secondo alcuni funzionari israeliani e iraniani a compiere l’attacco sarebbe stato Israele. Le esplosioni sono avvenute nella notte tra il 18 e il 19 aprile nei pressi della base aerea di Isfahan, nel centro del paese. Secondo i media dell’Iran si è trattato di un attacco con droni e le esplosioni deriverebbero dalle intercettazioni del sistema di difesa.
L’attacco sarebbe la risposta di Israele al lancio di oltre 300 droni e missili da parte dell’Iran verso il suolo israeliano del 13 aprile, a sua volta reazione dell’attacco di Israele contro l’ambasciata iraniana a Damasco dell’1 aprile.
Che cosa è successo in Iran?
C’è molta confusione e sono scarse le informazioni su quello che è successo nella notte tra il 18 e il 19 aprile nei pressi della base aerea di Isfahan, in Iran. Quel che è certo è che ci sono state delle esplosioni e che questo è avvenuto pochi giorni dopo che Israele aveva promesso rappresaglie contro l’Iran, nonostante la comunità internazionale chiedesse di mantenere bassi i toni.
L’1 aprile Israele aveva bombardato l’ambasciata iraniana a Damasco, in Siria, uccidendo 16 persone tra cui un importante comandante delle guardie rivoluzionarie dell’Iran. Nella serata del 13 aprile l’Iran aveva lanciato per rappresaglia circa 300 tra droni, missili balistici e missili da crociera contro Israele, che ne aveva intercettati il 99 per cento. Tel Aviv sin dall’inizio ha minacciato ritorsioni e un nuovo, imminente attacco contro l’Iran. Questo nonostante perfino gli alleati più stretti come gli Stati Uniti avevano avvertito che non avrebbero sostenuto alcuna rappresaglia.
I rapporti tra Israele e gli Stati Uniti sono sempre più freddi a causa del massacro israeliano compiuto nella Striscia di Gaza, con oltre 33mila morti, e la sensazione era che per questo motivo se Israele avesse attacco l’Iran lo avrebbe fatto in modo simbolico, per evitare un’escalation e non scontentare ulteriormente gli alleati. Le esplosioni nella base aerea di Isfahan potrebbero essere lette in questo senso.
Quindi è stato Israele?
Sia i media israeliani che quelli iraniani hanno minimizzato le esplosioni avvenute in Iran nella notte.
Due ufficiali di Israele, in forma anonima, hanno parlato di una “risposta limitata” all’attacco iraniano del 13 aprile, volta a non far salire la tensione ma a dimostrare la capacità militare israeliana. Dall’Iran si è perfino parlato di “incidente” su cui dovrà essere accertata la responsabilità e a cui, proprio per questo, non seguiranno risposte affrettate. Sempre fonti iraniane hanno parlato di un lancio di droni avvenuto da infiltrati all’interno del paese. Il Jerusalem Post scrive addirittura che Israele non si assumerà ufficialmente la responsabilità dell’attacco.
Dopo qualche ora di stop, i voli nei principali aeroporti dell’Iran sono ripresi in mattinata e la situazione è descritta dai media locali come “calma”. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha fatto sapere che non ci sono stati attacchi né danni alle strutture nucleari dell’Iran, elemento confermato anche dalle autorità locali. Itamar Ben Gvir, ministro israeliano della Sicurezza nazionale e tra le figure più estremiste del governo di Benjamin Netanyahu, ha definito “moscio” l’attacco contro l’Iran. Ben Gvir nei giorni scorsi aveva chiesto una prova di forza militare contro il paese.
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