La scarcerazione di Narges Mohammadi è avvenuta per motivi di salute e durerà tre settimane. Cresce la pressione sul regime dell’Iran per renderla definitiva.
- Narges Mohammadi si trova in carcere dal novembre 2021 e negli ultimi tempi aveva sofferto di problemi di salute.
- Il regime dell’Iran ha sospeso la sua condanna per tre settimane, perché possa curarsi.
- L’isolamente diplomatico dell’Iran e la volontà di mostrarsi più moderato potrebbero aver inciso nella scarcerazione.
La vincitrice del Premio Nobel 2023 per la Pace, l’iraniana Narges Mohammadi, è stata provvisoriamente scarcerata. L’attivista, che da anni si batte per la difesa dei diritti delle donne del suo paese e in prigione dal 2021 per una condanna di oltre dieci anni, ha lasciato il carcere di Teheran per motivi medici. Dovrà farvi ritorno tra qualche settimana, ma familiari e attivisti hanno aumentato la pressione sul regime perché la sua liberazione diventi definitiva.
Chi è Narges Mohammadi
Narges Mohammadi è nata nel 1972 nella città di Zanjan in Iran, e sin dai tempi dell’università si è battuta per i diritti delle donne e dei prigionieri politici nel suo paese, oltre che per l’abolizione della pena di morte. Per le sue battaglie politiche e civili, portate avanti tanto attraverso gruppi clandestini quanto attraverso organizzazioni non governative come il Centro per i difensori dei diritti umani, è stata punita in più occasioni dal regime iraniano.
Complessivamente, Mohammadi ha subito 13 arresti, le sono state inflitte cinque condanne penali per un totale di 31 anni di prigione ed è stata torturata anche corporalmente, subendo la pena di 154 frustate. Nel novembre 2021 è stata imprigionata nel carcere di Evin, a Teheran, sempre per motivi politici legati al suo attivismo e le è stata comminata una pena superiore a dieci anni.
Anche durante la prigionia Mohammadi è riuscita a far sentire la propria voce, in particolare nell’autunno 2022 quando ha sostenuto le proteste anti-regime nel paese a seguito dell’uccisione da parte della polizia religiosa di Mahsa Amini. L’attivista ha anche raccontato gli abusi e le violenze a cui vengono sistematicamente sottoposte le prigioniere politiche dalle forze di sicurezza iraniane in carcere. Nell’autunno 2023 è stata insignita del Premio Nobel per la Pace per “la sua lotta contro l’oppressione delle donne in Iran e la sua lotta per promuovere i diritti umani e la libertà per tutti”.
La liberazione provvisoria
Negli ultimi mesi Narges Mohammadi ha avuto problemi di salute in carcere. Lo scorso novembre è stata operata per una malattia alle ossa ma la situazione non è migliorata, al punto che la donna ha bisogno di ulteriori cure.
Per questo motivo, il regime iraniano ha deciso di sospendere la pena di Mohammadi per tre settimane, facendola uscire dal carcere. “È in un buono stato d’animo, combattiva nonostante la sua salute molto fragile”, ha sottolineato Taghi Rahmani, giornalista e attivista iraniano. I familiari e gli attivisti nel paese ora stanno facendo pressione sul regime perché allunghi la libertà condizionata ad almeno tre mesi, ritenuti necessari per sostenere tutte le cure, e che renda poi la scarcerazione definitiva. “Dopo oltre un decennio di prigionia, Narges necessita di cure mediche specialistiche in un ambiente sicuro e igienico, un diritto umano fondamentale”, sottolineano in un appello congiunto.
Negli ultimi mesi la pressione internazionale sull’Iran si è fatta più forte. I suoi alleati più importanti, come l’organizzazione palestinese Hamas e quella libanese Hezbollah, stanno vivendo un periodo molto difficile per gli attacchi israeliani, mentre nelle ultime settimane anche il il presidente amico siriano Bashar al-Assad ha altro a cui pensare, dopo l’offensiva delle milizie fiiloturche nella parte nordoccidentale del paese. L’elezione di Donald Trump negli Stati Uniti potrebbe isolare ancora di più diplomaticamente l’Iran, che negli ultimi tempi ha provato a mostrarsi in una veste più moderata, con l’elezione alla presidenza di Masoud Pezeshkian. Ecco perché tra gli analisti c’è chi crede che la liberazione provvisoria di Narges Mohammadi, in questo momento, non sia un caso.
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