Negli ultimi mesi, in diverse città dell’Iran, circa duecento ragazze hanno avuto dei malori.
Le autorità hanno confermato che sono state avvelenate intenzionalmente.
I responsabili, non ancora identificati, vogliono obbligare le scuole femminili a restare chiuse.
Gli episodi di malessere che hanno colto centinaia di ragazze in varie città dell’Iran, da fine novembre in poi, sono frutto di un avvelenamento “intenzionale”. “È stato riscontrato che alcune persone volevano che le scuole, specialmente le scuole femminili, restassero chiuse”. A dirlo è Younes Panahi, viceministro dell’Educazione del paese islamico.
A recent spate of mass illnesses at girls’ schools in Iran was caused by deliberate poisoning using “chemical compounds,” a senior Iranian health official told the semi-official Fars news agency. https://t.co/g8NVJbZ7Gm
In Iran sono state avvelenate centinaia di studentesse
Da diversi mesi decine di bambine e ragazze iraniane manifestano nausea, mal di testa, tosse, difficoltà di respirazione, palpitazioni, sonnolenza. Il primo caso risale alla fine di novembre in una scuola superiore a Qom, una città da 1,2 milioni di abitanti che ospita il santuario di Hażrat-é Maʿsūmeh ed è uno degli ambienti più conservatori del paese.
Da allora è successa la stessa cosa in almeno 14 scuole, non solo a Qom ma anche ad Ardebil, Boroujerd e nella capitale Teheran. Almeno duecento studentesse hanno manifestato questi sintomi e decine di loro sono finite in ospedale. Alcune testimonianze diffuse su Twitter, non ancora confermate da fonti ufficiali, sostengono che una di loro sia morta. Si tratterebbe di Fatemeh Rezaei, di soli 11 anni. Man mano che i malori si moltiplicavano, parecchi genitori si sono rivolti a insegnanti e funzionari per pretendere risposte.
I responsabili vogliono che le scuole femminili restino chiuse
Attraverso una conferenza stampa tenuta domenica 26 febbraio, le autorità hanno confermato che sono stati messi in atto avvelenamenti intenzionali, attraverso sostanze chimiche non meglio identificate. Dei responsabili non si sa ancora nulla. Il viceministro dell’Educazione Younes Panahi si è limitato a dire che la loro intenzione è quella di tenere chiuse le scuole, in particolar modo quelle femminili.
Panahi ha addirittura provato a gettare acqua sul fuoco: “È stato rivelato che i composti chimici usati per avvelenare gli studenti non sono prodotti chimici di guerra. Le studentesse avvelenate non hanno bisogno di trattamenti aggressivi: una grande percentuale degli agenti chimici usati sono curabili”. L’ammissione da parte della autorità è di per sé una notizia visto che, in precedenza, il ministro dell’Educazione Youssef Nouri aveva addirittura messo in dubbio la veridicità dell’accaduto, sostenendo che le ragazze iraniane finite in ospedale soffrissero già di “patologie preesistenti”.
La scarcerazione di Narges Mohammadi è avvenuta per motivi di salute e durerà tre settimane. Cresce la pressione sul regime dell’Iran per renderla definitiva.
Migliaia di persone sono scese in strada contro la decisione del governo di sospendere i negoziati per l’adesione all’Unione europea fino al 2028. Violenta la reazione delle forze dell’ordine. La presidente della Georgia rifiuta di lasciare il mandato finché non verranno indette nuove elezioni.
I ribelli jihadisti hanno conquistato Aleppo e altre città della Siria nordoccidentale, senza incontrare grande resistenza delle forze di Assad. Un’offensiva che non è casuale.
Il team di ricerca Forensic Architecture ha mappato con telerilevamento e modellazione 3D gli attacchi israeliani su Gaza, evidenziando un pattern preciso contro i civili.