I dati emersi dall’ultimo rapporto Ismea, l’ente pubblico che analizza il mercato agro-alimentare, ci obbligano a riflettere sul costo del cibo e su come buona parte del prezzo pagato non arrivi agli agricoltori.
Iraq “Paese di bambini”
In Iraq ci sono 13 milioni di bambini, pari al 62% dell’intera popolazione. Non è esagerato perciò affermare che si tratta di un “Paese di bambini”. Sono noti a tutti i tragici eventi che hanno segnato la storia recente del Paese, pochi sanno però che sono soprattutto i bambini a patire le sofferenze più grandi.
In Iraq ci sono 13 milioni di bambini, pari al 62% dell’intera
popolazione. Non è esagerato perciò affermare che si
tratta di un “Paese di bambini”. Sono noti a tutti i tragici eventi
che hanno segnato la storia recente del Paese, pochi sanno
però che sono soprattutto i bambini a patire le sofferenze
più grandi. Fino ai primi anni Novanta gli iracheni hanno
potuto contare su un sistema sanitario tra i migliori del Medio
Oriente. La Guerra del Golfo ha colpito pesantemente l’economia e
la società: a causa dell’embargo deciso dall’Onu nel 1991,
nel giro di pochi anni la stragrande maggioranza degli iracheni
è divenuta totalmente dipendente dagli aiuti umanitari
internazionali.
L’Onu ha stimato che in questi dodici anni mezzo milione di bambini
sono morti a causa della mancanza di medicinali e di
un’alimentazione adeguata. 16 milioni di persone oggi vivono solo
grazie alla distribuzione di razioni alimentari operata dal governo
di Baghdad. E l’Iraq, sempre a causa dell’embargo, è
costretto a importare grano piuttosto che produrlo. In questo modo
i prezzi dei beni agricoli sono aumentati a dismisura, colpendo
gravemente la capacità d’acquisto di ampi strati della
popolazione, tanto che le razioni mensili spesso non bastano a
coprire il fabbisogno alimentare di una famiglia.
Una nuova guerra porterebbe inevitabilmente al collasso del sistema
di distribuzione, con il rischio di un aumento di patologie e
decessi legati alla denutrizione. Le Nazioni Unite stimano che
ospedali e cliniche esaurirebbero le scorte di medicinali nel giro
di 3/4 settimane. In queste ore disperate, “Save the Children”, la
più grande organizzazione internazionale per la difesa dei
diritti dei minori, continua a invocare una soluzione pacifica alla
crisi irachena, ma è allo stesso tempo pronta ad affrontare
una nuova terribile emergenza.
Antonello Sacchetti
Save the Children Italia
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