Chi era Irina Slavina, giornalista che si è data fuoco in Russia

Irina Slavina, direttrice di Koza Press, si è suicidata di fronte alla sede della polizia della sua città, dopo una perquisizione nel suo appartamento.

Irina Slavina era direttrice di un sito d’informazione indipendente online, chiamato Koza Press. È morta suicida venerdì 2 ottobre. L’annuncio è stato dato dallo stesso giornale, che ha specificato le tragiche modalità con le quali la giornalista ha deciso di porre fine ai suoi giorni, con un estremo gesto di protesta nei confronti delle autorità del proprio paese, la Russia.

Irina Slavina sospettata di legami con un movimento d’opposizione

La donna si è infatti data fuoco di fronte al quartier generale della polizia di Nižnij Novgorod, città industriale nelle quale ha sede Koza Press. Il giornale era stato infatti affetto di perquisizioni, dopo un’inchiesta sull’opposizione al presidente Vladimir Putin. Per il giornalismo indipendente russo non si tratta d’altra parte di una novità: in molte occasioni i media locali sono stati sottoposti a diverse forme di pressione per essersi schierati contro il governo in carica.

russia putin
Il presidente della Russia Vladimir Putin, spesso oggetto degli attacchi di Navalny © Ramil Sitdikov – Host Photo Agency via Getty Images

Irina Slavina, in particolare, aveva scritto sui social network che la polizia e le forze dell’ordine federali si erano introdotte nel suo appartamento all’alba di giovedì. Apparentemente, gli agenti cercavano indizi in merito ai presunti legami tra la giornalista e il movimento d’opposizione “Russia aperta”, fondato dall’ex oligarca Mikhail Khodorkovski. Secondo il racconto della donna suicida, la polizia avrebbe sequestrato appunti, computer portatili e telefoni. Non solo i suoi ma anche quelli del marito e della figlia.

Alexei Navalny, oppositore avvelenato: “L’hanno spinta al suicidio”

Dalla Germania è arrivata la reazione alla morte di Irina Slavina da parte di Alexei Navalny, anche lui oppositore di Vladimir Putin, in convalescenza a Berlino dopo essere stato avvelenato in Russia. “Un disegno criminale – ha dichiarato – è stato creato contro Slavina, sulla base di un capo d’accusa politico. È evidente che l’hanno portata al suicidio”.

Un’accusa rigettata dalla polizia della città. Ma confermata dalla stessa Irina Slavina, che su Facebook, poche ore prima di darsi fuoco, ha pubblicato le seguenti tragiche parole: “Vi chiedo di considerare responsabile della mia morte la Federazione Russa”.

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