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Dalle strade di Scampia la street art arriva alla vetrina museale di Ischia
Se è proverbiale e scontato che gli opposti si attraggano, talvolta può addirittura accadere che si affianchino, solidarizzino e si supportino a vicenda, come nel caso di due celebri località campane, quali Ischia e Scampia, da sempre avvezze agli onori della cronaca, seppure per ragioni opposte. Ed è proprio sullo scenario paesaggistico-vacanziero di un’isola da
Se è proverbiale e scontato che gli opposti si attraggano, talvolta può addirittura accadere che si affianchino, solidarizzino e si supportino a vicenda, come nel caso di due celebri località campane, quali Ischia e Scampia, da sempre avvezze agli onori della cronaca, seppure per ragioni opposte.
Ed è proprio sullo scenario paesaggistico-vacanziero di un’isola da sogno come Ischia che si è pensato di situare il palcoscenico di un’iniziativa artistica che mira ad infondere nuova linfa vitale a un luogo dalle caratteristiche totalmente opposte come Scampia, uno dei quartieri più disagiati e periferici della leggendaria Napoli.
Dunque ai piedi della Torre Costantina, nel centro storico del comune ischitano di Forio, è stato recentemente inaugurato il nuovo spazio espositivo Ischia street art attraverso il quale il direttore artistico Salvatore Iacono, da oltre un ventennio impegnato a promuovere la vita culturale dell’isola, ha voluto creare un focus specifico sulle produzioni artistiche metropolitane, tra le quali è inserito appunto il progetto di riqualificazione urbana Street art for Scampia regeneration.
Tale mostra, che rimarrà visitabile sino al 31 agosto, sintetizza i risultati di un percorso di ricerca intitolato Dalla periferia, al muro, al design che, a partire dalla realtà peculiare di Scampia, ha voluto esplorare i confini e le sinergie tra street art e design.
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Dalla strada alla vetrina museale di Ischia
Il curatore dell’esposizione collettiva Street art for Scampia regeneration, Roberto Danilo Tisci, ha scelto di coinvolgere nel workshop svoltosi a Scampia una schiera di artisti di strada di varia provenienza, quali Glam, TDR, Zeir1, Trone, Fuso, Erot, Zago, Chenor, Wuk1, Eroin, Smok, MR.Fumo e Scampia hand made, sollecitati dapprima a intervenire mediante murales, graffiti, bombolette spray o materiali adesivi su alcuni dei luoghi più anonimi e marginali del quartiere, per poi esporre, nella suggestiva vetrina del nuovo spazio museale ischitano, una sintesi del lavoro svolto in loco.
La mostra dunque consente di affiancare alle opere prodotte “outdoor” una serie di pezzi “indoor” che spesso consistono in frammenti o materiali di recupero dei manufatti murali realizzati in strada, prelevati e ricollocati grazie all’attività di Scampia hand made, startup appositamente costituita per gestire questa interazione fra arte, design e rigenerazione urbana.
Secondo quanto dichiarato dal curatore Tisci (il cui intervento radiofonico registrato insieme a quello del direttore artistico Iacono può essere ascoltato a questo link), il rischio di incorrere nella contraddizione, puntualmente paventata, tra la street art e la sua musealizzazione può essere agevolmente scongiurato prestando attenzione a non decontestualizzare troppo le opere dal loro naturale habitat urbano.
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Limitandosi a esporre soltanto un dettaglio o un elemento parziale di una creazione artistica che comunque rimane situata in strada, cioè lì dov’è stata realizzata e concepita, si persegue al contrario l’obiettivo di instaurare un collegamento tra il museo e la periferia urbana e, nel caso di Ischia e della Torre Saracena di Forio, a un simile abbinamento si sovrappone anche l’ulteriore ibridazione tra antico e moderno.
Ricreare l’identità dei luoghi mutilati dal degrado
Come ha opportunamente chiarito Iacono, la street art consente alle periferie più impersonali, grigie e degradate di assurgere al rango di laboratori sperimentali, in cui provare a concepire strategie di trasformazione e valorizzazione.
Coinvolgendo, accanto agli artisti, anche i giovani di Scampia e sollecitando il loro contributo fattivo all’operazione di rilancio, si tenta di riscattare dall’anonimato quei tanti spazi vuoti o inutilizzati della periferia cittadina ipotizzando per essi una nuova identità attraverso rappresentazioni che, come spesso avviene nel contesto della street art, possono evocare tematiche di rilevanza non solo sociale ma anche politica, religiosa o sportiva.
Ne deriva un radicale capovolgimento di prospettiva rispetto al trattamento originariamente riservato ai primi artisti di strada, spesso e volentieri considerati alla stregua di veri e propri vandali e di conseguenza bersagliati da multe o altre sanzioni giuridiche.
Oggi, invece, il loro intervento creativo rappresenta la principale opportunità di redenzione per quei “non-luoghi” che aspirano a riconquistare una qualche peculiarità e a interrompere il loro opprimente isolamento.
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