In Islanda la stagione della caccia alle balene potrebbe essere già finita. Perché, stando al governo, questa pratica non garantisce il benessere animale.
Il governo dell’Islanda ha sospeso la caccia alle balene per scopi commerciali.
La pratica risulta incompatibile con la legge vigente sul benessere animale.
Le organizzazioni animaliste auspicano che lo stop diventi definitivo.
Niente più caccia alle balene in Islanda, almeno fino al 31 agosto del 2023. Lo ha deciso il governo, dopo aver accertato come la pratica violi la legge vigente sul benessere animale. La speranza delle organizzazioni animaliste è che questo sia soltanto il primo passo per bandirla una volta per tutte.
La caccia alle balene in Islanda
Era il 1986 quando la Commissione baleniera internazionaleha introdotto una moratoria sulla caccia alle balene per scopi commerciali. Inizialmente l’Islanda faceva parte della Commissione, salvo poi uscirne tra il 1992 e il 2002 e rientrare, ma con un’eccezione sulla moratoria stessa (cosa che ha destato l’opposizione degli altri membri). Da allora ha ucciso 1.500 balene; è rimasta l’unico stato a farlo per finalità di lucro, insieme al Giappone e alla Norvegia.
Di fatto, però, è una pratica sempre più in disuso. Anche per via della crescente coscienza ambientalista, è ormai invisa a una fetta sempre più larga della popolazione, soprattutto tra i giovani. Oltretutto, entra in conflitto con il turismo, per cui il whale watching è un settore fiorente. Il quotidiano Guardian sottolinea come già nel 2020 una compagnia abbia abbandonato questo business perché non lo riteneva più redditizio. Ne è rimasta soltanto una, Hvalur, provvista di una licenza che scade nel 2023.
Una brusca interruzione per la stagione 2023
La stagione della caccia alle balene va da metà giugno a metà settembre. Ma, di fatto, potrebbe essersi già conclusa. La ministra per l’Agricoltura e la pesca, Svandís Svavarsdóttir, ha infatti annunciato uno stop fino al 31 agosto. Il motivo? Stando agli studi condotti per volontà dello stesso governo, l’uccisione degli animali richiede troppo tempo. Provocando così sofferenze che sono incompatibili con la legge sul benessere animale.
Iceland will suspend hunting of fin whales until September over breaches of the country’s animal welfare rules https://t.co/3MzZZtvAAF
“Non c’è un modo umano di uccidere una balena in mare e, per questo, esortiamo il ministero a rendere permanente questo divieto”, replicaRuud Tombrock, direttore esecutivo per l’Europa dell’organizzazione animalista Humane Society International. “Le balene devono già fronteggiare così tante minacce negli oceani, per l’inquinamento, i cambiamenti climatici, le reti da pesca in cui restano intrappolate e gli scontri con le navi: porre fine alla crudele caccia alle balene per scopi commerciali è l’unica conclusione etica”.
Lo ha annunciato il ministro della Pesca islandese, definendo “sostenibili” le quote di cattura fissate. Tra le specie cacciate ci sono però anche specie a rischio.
L’Islanda ha annunciato che quest’anno non aprirà la caccia alle balenottere. La scelta è di carattere economico, l’esportazione di carne di balena è infatti sempre più difficoltosa.