Circa 40.000 persone hanno sostenuto le richieste indigene, che si oppongono a un progetto di revisione del trattato fondativo della Nuova Zelanda.
L’Islanda è il primo paese al mondo a introdurre la parità di salario tra uomini e donne
Il governo dell’Islanda è il primo al mondo ad introdurre una legge che impone la parità di salario tra uomini e donne. Sono i migliori eppure non si accontentano.
Se un uomo e una donna svolgono lo stesso lavoro, dentro la stessa azienda, devono ricevere lo stesso stipendio. Per la prima volta il principio di “parità salariale” è stato imposto per legge in una nazione. Pioniera in tema di diritti è stata l’Islanda: lo stesso paese che dal 30 novembre ha affidato il proprio governo a Katrin Jakobsdottir, quarantenne ambientalista sostenuta da una coalizione rosso-verde.
La parità imposta, per ora, nelle aziende medio-grandi
La norma è entrata in vigore lo scorso primo gennaio dopo essere stata approvata nel mese di giugno del 2017, con il sostegno della maggioranza di governo dell’allora primo ministro Bjarni Benediktsson. D’ora in poi, tutte le imprese – sia private che pubbliche – che impieghino più di 25 dipendenti avranno l’obbligo di ottenere un particolare “certificato di eguaglianza salariale”. E qualora dovessero permanere delle diseguaglianze, la normativa prevede un impianto sanzionatorio a carico dei datori di lavoro.
Iceland is the first country in the world to legalize equal pay between women and men. The new legislation dictates that companies & gov agencies that employ 25 people or more must acquire certification from the government of their equal pay policies https://t.co/buMZ1K8w0r
— Nobel Women (@NobelWomen) January 3, 2018
Si partirà dunque con le grandi e medie imprese, ma il governo islandese punta a raggiungere la parità in tutte le aziende presenti sul territorio dell’isola scandinava entro il 2020. La legge, tra l’altro, non si limita a punire le discriminazioni di genere, ma cita anche quelle di origine etnica, religiosa, così come quelle legate all’orientamento sessuale, all’età o a condizioni di handicap. “Penso che i datori di lavoro saranno ora costretti a comprendere che quello di cui parliamo è un problema diffuso, che va affrontato con metodi nuovi”, ha affermato Aradottir Pind, dell’associazione islandese per i diritti delle donne, secondo quanto riferito dalla stampa internazionale.
In Islanda scarto del 16 per cento nei salari
“Vogliamo che tutti si preoccupino del problema. Vogliamo che chi gestisce le risorse umane nelle aziende introduca delle nuove regole”, aveva affermato Benediktsson all’epoca del dibattito sulla legge. D’altra parte, l’Islanda occupa da nove anni il primo posto nella classifica delle nazioni più virtuose in materia di parità di genere, stilata ogni anno dal Forum economico mondiale. Ciò nonostante, ancora oggi esiste uno scarto del 16,1 per cento tra i salari intascati ogni mese da uomini e donne.
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