22 isole nel mondo stanno facendo scuola in tema di sostenibilità. Come se la cavano le isole minori italiane? I dati del dossier Isole sostenibili di Legambiente.
20 isole minori laboratorio a cielo aperto di energia pulita
Dal Giglio a Lampedusa, venti piccole isole saranno protagoniste di un progressivo passaggio alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Un decreto ministeriale stabilisce obiettivi e incentivi.
Ponza, Lampedusa, Capri, le Tremiti: queste sono solo alcune delle isole minori italiane che, secondo quanto stabilito da un decreto del Ministero dello Sviluppo pubblicato lo scorso maggio, andranno a coprire il loro fabbisogno energetico con produzione esclusivamente da fonti rinnovabili. Il progressivo passaggio, nei prossimi anni, all’energia verde, riguarderà venti isole in tutto, non interconnesse alla rete elettrica del continente: oltre a quelle già citate, si tratta di Capraia, Giglio e Giannutri, Ventotene, Panarea, Lipari, Vulcano, Filicudi, Alicudi, Ustica, Levanzo, Marettimo, Favignana, Pantelleria, Lampedusa e Linosa.
La sperimentazione sulle isole minori
Le caratteristiche comuni delle isole selezionate sono quelle di avere una superficie superiore al chilometro quadrato, di essere localizzate a più di un chilometro di distanza dal continente e di avere una popolazione residente di più di 50 persone. In questi luoghi, attualmente, l’approvvigionamento di energia avviene di solito via nave, con interruzioni che possono verificarsi in caso di maltempo, mentre la produzione elettrica avviene attraverso impianti convenzionali. Ora, invece, secondo il Ministero, il decreto “può trasformare le piccole isole in laboratori a cielo aperto, dove sperimentare soluzioni innovative ed economicamente sostenibili su reti, impianti di produzione e utenze, con l’obiettivo di individuare le condizioni per rendere le fonti rinnovabili l’asse principale del sistema energetico delle isole, e di ottenere indicazioni utili anche per il futuro sistema nazionale”.
Obiettivi, tempistiche e incentivi
Il provvedimento definisce gli obiettivi di sviluppo da raggiungere al 31 dicembre 2020, sia sul fronte termico, che su quello elettrico. Il documento stabilisce inoltre che gli incentivi per la costruzione degli impianti saranno coperti da risorse ottenibili dalla riduzione delle integrazioni tariffarie attualmente erogate per la costosa generazione della produzione da fonti fossili e che i sostegni economici, a cui potranno accedere cittadini, enti e imprese, verranno definiti dall’Autorità per l’energia. Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente, ha commentato positivamente la notizia: “Dalle Canarie ai mari del Nord, dalla Polinesia all’Alaska – ha detto – sono sempre di più le isole al centro di interventi e sperimentazioni che sono diventate indipendenti dalle fonti fossili e stanno puntando su un turismo sostenibile. È positivo che in questo caso gli incentivi siano previsti nella forma dei combustibili risparmiati, proprio perché oggi sulle isole il solare e l’eolico possono essere la risposta non solo per l’energia necessaria alle abitazioni e alle attività ma anche per aprire alla mobilità elettrica”.
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