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L’ispettore che seguiva il caso di omicidio di Dom Phillips e Bruno Pereira è stato rimosso dall’incarico
Dom Phillips e Bruno Pereira, giornalista e avvocato che indagavano i traffici nell’Amazzonia brasiliana, sono stati uccisi il 5 giugno 2022. Dopo due anni, le indagini subiscono un duro colpo.
- L’omicidio di Dom Phillips e Bruno Pereira è stato commesso il 5 giugno 2022 in Brasile.
- Dom Phillips era un giornalista del Guardian, mentre Bruno Pereira un avvocato difensore delle popolazione incontattate.
- A distanza di due anni, l’ispettore a capo delle indagini è stato rimosso senza motivazione.
Sono passati più di due anni dalla morte di Dom Phillips, giornalista di lunga data per la testata britannica The Guardian, e Bruno Araújo Pereira, ex funzionario del governo incaricato di proteggere le tribù incontattate del Brasile. I due erano stati uccisi per aver condotto delle ricerche sui traffici illeciti in Amazzonia.
Le prime indagini, fin dall’inizio, sembravano mancare di un reale impegno per fare luce su questi omicidi. Ora, un ulteriore colpo alla ricerca della verità: Francisco Badenes, capo della polizia federale incaricato delle indagini sugli omicidi di Pereira e Phillips, è stato improvvisamente rimosso dal suo incarico.
Indagini compromesse
Badenes, un investigatore di grande esperienza, era stato incaricato di guidare l’inchiesta sull’assassinio di Pereira e Phillips, avvenuto nel giugno 2022 vicino alla città amazzonica di Atalaia do Norte. I due, di ritorno da un reportage sui confini di uno dei più vasti territori indigeni del Brasile, erano stati vittime di un’imboscata mortale. Oltre a questo caso, Badenes stava anche seguendo l’indagine sull’omicidio di Maxciel Pereira dos Santos, un funzionario dell’agenzia di protezione indigena Funai, assassinato nel 2019 nella città di confine di Tabatinga.
Ma ora, a fine agosto, Badenes è stato sollevato dalle sue funzioni senza una spiegazione chiara, e rimosso anche dall’inchiesta su un massacro del 2020, presumibilmente commesso da agenti della polizia militare in un’altra regione dell’Amazzonia.
Eliesio Marubo, avvocato dell’associazione indigena Univaja, presso cui lavorava Pereira, ha definito la rimozione di Badenes “un grande passo indietro”. Marubo ha espresso preoccupazione che tale decisione possa compromettere le indagini della polizia e gli sforzi per contrastare la rete criminale sospettata di essere responsabile di questi e altri crimini nella regione.
“Questa decisione è dannosa per l’inchiesta” ha dichiarato Marubo, aggiungendo che “un cambiamento di questa portata richiederebbe una giustificazione di interesse pubblico, ma qui non ne vedo alcuna”. Per questo, Univaja ha chiesto delucidazioni al ministero della Giustizia.
Thais Rego Monteiro, avvocato che rappresenta la famiglia di Santos, ha manifestato sconcerto e rammarico per la rimozione di Badenes, descrivendolo come un investigatore diligente, abile ed efficiente. Monteiro ha sottolineato come, sotto la guida di Badenes, l’inchiesta sull’omicidio di Santos avesse finalmente fatto significativi progressi dopo anni di stallo. La famiglia di Santos, ha aggiunto, si sente ora “abbattuta e profondamente preoccupata” per questa decisione, temendo che possa ostacolare il completamento dell’indagine.
Sebbene la polizia federale abbia evitato di rilasciare dichiarazioni ufficiali sui cambiamenti, una fonte interna ha confermato al Guardian che un nuovo investigatore assumerà il controllo delle tre indagini e ha espresso la speranza che ciò possa accelerare il processo di giustizia per gli omicidi di Phillips, Pereira e Santos.
L’omicidio di Phillips e Pereira in Brasile è parte di una cospirazione
Pereira e Phillips furono assassinati mentre navigavano lungo il fiume Itaquaí il 5 giugno 2022, durante una visita alle squadre di pattugliamento indigene incaricate di proteggere il territorio della Valle del Javari, una vasta area di foresta pluviale che ospita la più alta concentrazione al mondo di popoli incontattati.
I presunti responsabili – un trio di pescatori composto da Amarildo da Costa de Oliveira, Oseney da Costa de Oliveira e Jeferson da Silva Lima – sono attualmente detenuti in carceri di massima sicurezza e dovrebbero affrontare un processo l’anno prossimo. Si sospetta che abbiano agito per conto di Ruben Dario da Silva Villar, accusato di gestire una rete internazionale di pesca illegale che sfrutta le terre indigene protette. Villar è stato anch’egli arrestato e incriminato. Amarildo da Costa de Oliveira e Jeferson da Silva Lima hanno inizialmente confessato gli omicidi, salvo poi dichiarare di aver agito per “autodifesa” dopo essere stati attaccati da Pereira. I loro complici hanno negato qualsiasi coinvolgimento nel crimine.
Marubo, che spera nella reintegrazione di Badenes, ha espresso il timore che la sostituzione dell’investigatore possa compromettere gli sforzi per assicurare alla giustizia i responsabili degli omicidi e delle attività illegali di bracconaggio, traffico di droga e estrazione mineraria nella Valle del Javari. Gli attivisti indigeni temono che dietro gli omicidi di Phillips, Pereira e Santos vi sia una cospirazione più ampia, sostenendo che i gruppi criminali continuino a operare nella remota regione amazzonica.
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