Dove sono andate per portare una petizione contro il riscaldamento globale e per la protezione dei migranti climatici.
Per gli italiani, la migliore notizia del 2019 è la mobilitazione di Greta Thunberg
La difesa dell’ambiente conquista finalmente il primo posto nei pensieri degli italiani. E il suo simbolo è Greta Thunberg. Lo afferma una ricerca dell’Ispi
Il 2019 è stato senza dubbio un anno intenso, dentro e fuori dai confini del nostro paese. Un nuovo governo; le tragedie dell’immigrazione nel Mediterraneo, condite dagli aspri scontri sulle politiche dell’accoglienza; le vibranti prese di posizione di Donald Trump (che ha chiuso l’anno finendo sotto impeachment). Tra le tante notizie che hanno scandito gli ultimi dodici mesi, però, quali hanno lasciato davvero il segno nell’opinione pubblica? A dare una risposta è l’indagine “Gli italiani e la politica internazionale” che anche quest’anno l’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) ha commissionato alla società di ricerca Doxa. I risultati sarebbero stati difficili da immaginare fino a qualche anno fa: prima della politica o dell’economia, infatti, è l’ambiente a finire al centro dell’attenzione.
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Greta Thunberg è la notizia migliore del 2019
Alla richiesta di scegliere la notizia più positiva dell’anno appena trascorso, un nostro connazionale su tre non ha dubbi e incorona Greta Thunberg. Il 20 agosto 2018, quando ha fatto il suo primo sit-in di protesta di fronte al Parlamento di Stoccolma, la giovane svedese era una perfetta sconosciuta. Oggi è l’ispiratrice di una mobilitazione studentesca per il clima di dimensioni planetarie, ha fatto sentire la sua voce in palcoscenici di primo piano come quelli della Cop 25 e del Climate Action Summit, è stata nominata “Persona dell’anno” dalla rivista Time. E sembra non avere nessuna intenzione di allentare la presa.
Per un italiano su tre è la mobilitazione internazionale guidata dalla sedicenne #GretaThunberg la migliore notizia dell’anno.
Scopri i risultati del sondaggio ISPI-@IpsosItalia sugli italiani e la politica internazionale → https://t.co/ib6ESo5cDT pic.twitter.com/hTvih5Dqq5
— ISPI (@ispionline) December 20, 2019
Per un italiano su quattro, invece, la notizia più incoraggiante è la riduzione degli sbarchi dei migranti (che l’anno scorso però veniva citata dal 39 per cento degli intervistati); a seguire, la mancata vittoria dei sovranisti euroscettici alle elezioni europee, l’uccisione del leader dell’Isis al-Baghdadi e l’insediamento della nuova Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen.
Gli italiani hanno una visione ambivalente dell’#UE.
Se per il 50% l’Ue è sempre meno influente, per il 44% rimane comunque l’attore chiave per la pace nel mondo.
Scopri il sondaggio ISPI realizzato da IPSOS sugli italiani e la politica internazionale → https://t.co/ib6ESo5cDT pic.twitter.com/Hyv6GddzzH
— ISPI (@ispionline) December 24, 2019
Il clima e gli incendi in Amazzonia preoccupano gli italiani
È nell’ambiente, insomma, gli italiani ripongono le proprie speranze. Ma anche i propri timori per il futuro. Per il 41 per cento degli intervistati, l’evento più preoccupante accaduto nel 2019 è la serie di incendi che hanno devastato l’Amazzonia nel corso dell’estate. Secondo le più recenti stime dell’Inpe, l’Istituto nazionale di ricerche spaziali del Brasile, tra gennaio e agosto si sono registrati 75mila roghi, almeno 40mila dei quali nel cuore della foresta. Il che corrisponde a un incremento del tasso di deforestazione pari all’80 per cento rispetto allo scorso anno. Uno studio pubblicato dalla rivista scientifica Plos One avverte: nelle immediate vicinanze della zona colpita, la temperatura media potrebbe aumentare di 1,45 gradi centigradi entro il 2050, proprio perché viene a mancare il ruolo fondamentale degli alberi.
L’apprensione nei confronti del polmone verde del Pianeta ben si coniuga con un altro dato decisamente interessante che emerge della ricerca dell’Ispi. Come nel 2018, anche quest’anno gli italiani pongono i cambiamenti climatici al primo posto nella lista delle più gravi minacce per l’umanità. Più ancora della crisi economica o del terrorismo islamico, citati rispettivamente dal 13 al 12 per cento del campione. Un importante segnale di consapevolezza che si auspica possa essere seguito da una reale evoluzione degli stili di vita. Perché chiunque, nel suo piccolo, ha il potere di ridurre il proprio impatto sulla salute della Terra.
Foto in apertura © Minas Panagiotakis/Getty Images
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