Israele ha bombardato il campo profughi di Jenin, in Cisgiordania, con un commando di soldati e usando droni.
L’uso di droni era stato abbandonato da 15 anni da Israele e l’operazione è stata tra le più vaste degli ultimi anni.
Nel 2023 l’esercito di Israele ha già ucciso almeno 180 persone palestinesi.
Israele ha lanciato una grossa operazione militare in un campo profughi a Jenin, in Palestina. L’attacco è avvenuto nella notte tra domenica 2 luglio e lunedì 3 luglio, ha visto l’utilizzo di droni come non succedeva da tempo ed è una delle operazioni più vaste degli ultimi anni. Il bilancio è di cinque palestinesi uccisi e decine di feriti. I gruppi di combattenti palestinesi hanno risposto all’attacco e la tensione nell’area è sempre più palpabile.
L’operazione di Israele a Jenin
Israele ha lanciato l’attacco contro il campo profughi di Jenin, in Cisgiordania, circa all’1 di notte. Jenin si trova in territorio palestinese, ma è tra le aree occupate da Israele in violazione degli accordi del 1967 e dove prosegue il processo di costruzione di colonie.
Il campo profughi di Jenin è un piccolo spazio dove sono rinchiusi circa 11mila palestinesi. Donne, uomini, bambini vivono in questo ghetto nel nord della città, costruito nel 1950 e considerato da Israele un rifugio del terrorismo palestinese. Nel campo vivono in effetti alcuni dei protagonisti della resistenza armata palestinese, vale a dire membri di organizzazioni come Hamas o come il Jihad islamico delle Brigate Jenin, responsabile di diversi attentati contro cittadini israeliani negli ultimi tempi. L’operazione di Israele è stata volta proprio a colpire queste realtà, ma per farlo si è tradotta in un attacco indiscriminato su una piccola area sovraffollata e con metodi molto violenti.
Video footage shows an Israeli bulldozer destroying a street in Jenin refugee camp in the occupied West Bank as Israel's forces carried out a deadly raid.
The destruction of the roads has prevented ambulances from getting to injured people, say Palestinian officials ⤵️ pic.twitter.com/6tZxomfsnp
L’attacco è stato compiuto tanto da terra attraverso un commando di soldati nell’ordine delle migliaia, quanto via aerea attraverso il bombardamento con droni. L’uso dei droni da parte di Israele era stato abbandonato da tempo, ma dall’inverno scorso, con l’insediamento del governo Netanyahu di estrema destra, quel tipo di strumentazione è tornata in voga. Nell’operazione sono morte cinque persone palestinesi, non si sa se semplici civili o membri dei gruppi armati. I feriti sono almeno 28 e l’operazione è stata definita come una di quelle più su larga scala degli ultimi anni. Nella mattina di lunedì 3 luglio Israele è andata avanti con i bombardamenti.
La resistenza palestinese
L’operazione militare di Israele ha portato a proteste, rivolte e controffensive da parte palestinese. La folla è scesa in strada in diversi centri della Cisgiordania per alzare la voce contro la violenza israeliana e nei pressi di Ramallah un uomo palestinese è stato ucciso dall’esercito israeliano.
Le brigate palestinesi hanno detto di aver risposto all’attacco israeliano. Ci sarebbero stati scontri a fuoco proprio nei pressi del campo profughi di Jenin tra miliziani palestinesi e soldati israeliano. Di fronte al rischio di un’escalation delle violenze a seguito dell’attacco su Jenin, Israele ha messo in allerta il suo sistema di difesa visto che dal lato palestinesi potrebbero piovere razzi sul suo territorio.
Israel occupation wreaks havoc in Jenin kill at least 5 Palestinians and destroying homes and infrastructure. pic.twitter.com/ue1aV7W0Ym
La tensione tra Israele e Palestina sta raggiungendo livelli molto alti negli ultimi mesi. Il nuovo governo Netanyahu sta mantenendo un approccio molto aggressivo, sia dal punto di vista militare che per quanto riguarda le decisioni dell’esecutivo. Nei giorni scorsi Israele ha annunciato un piano di costruzione di oltre 5mila case illegali in Cisgiordania, così da indebolire il controllo palestinese sul territorio. Che sia un momento molto difficile nel conflitto emerge anche dal crudo bilancio di questi primi sei mesi del 2023. I palestinesi uccisi per mano dell’esercito israeliano sono già stati 180, mentre la stessa sorte per mano palestinese è toccata a 24 cittadini israeliani.
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