La misura contro le bandiere palestinesi è stata decisa dal ministro israeliano della Pubblica sicurezza Ben-Gvir, noto per le sue posizioni razziste contro i musulmani.
Il ministro israeliano della Pubblica sicurezza Ben-Gvir ha deliberato il divieto assoluto di esporre bandiere palestinesi, definendole “simbolo del terrorismo”.
Finora divieti simili erano in realtà già vigenti, ma circoscritti temporalmente e spazialmente. Non era mai stato annunciato un divieto assoluto.
Ben-Gvir è il profilo più estremista di un governo già di per sé molto radicale. In passato ha ricevuto condanne per terrorismo e razzismo.
In Israele non si potranno più esporre bandiere palestinesi. È quanto ha stabilito il ministro israeliano della Pubblica sicurezza Ben-Gvir, che ha da poco assunto la carico nel nuovo governo estremista di Benjamin Netanyahu. La misura arriva in risposta alla manifestazione palestinese nella città israeliana di Arara per la celebrare la liberazione di un prigioniero palestinese, considerata un affronto dalle autorità di Tel Aviv.
Contro le bandiere palestinesi
Il 5 gennaio Karim Younis, palestinese con cittadinanza israeliana, ha finito di espiare la sua pena ed è stato liberato dalle carceri di Israele. Younis era stato condannato a morte, pena poi tramutata in 40 anni di prigionia, per aver ucciso nel 1980 un soldato israeliano durante scontri nel territorio occupato del Golan.
Younis è un simbolo per il popolo palestinese. La sua condanna è stata sin dall’inizio giudicata eccessiva e da tempo le autorità palestinesi e la società civile si facevano sentire per una scarcerazione anticipata, anche all’interno dei frequenti accordi tra Israele e la Palestina sullo scambio dei prigionieri. Alla fine Younis ha espiato la sua pena senza sconti e la sua scarcerazione è stata accolta con giubilo tanto in territorio palestinese quanto in Israele. Ad Arara, la sua città situata a nord di Tel Aviv, si è tenuta una manifestazione per celebrare la scarcerazione, durante la quale sono state sventolate numerose bandiere palestinesi. E il nuovo governo israeliano, considerato il più estremista di destra di sempre, l’ha visto come un affronto.
Stealing the joy of Palestinians; lsraeli occupation forces storm into a tent set for celebrating the freedom of Karim Younis, who spent 40 years in the occupation jails, to take down flags of Palestine. pic.twitter.com/aZQuVfQhuG
Facendo seguito a una richiesta del capo della polizia, il ministro israeliano della Pubblica sicurezza Itamar Ben-Gvir ha deliberato il divieto assoluto di esporre bandiere palestinesi, definendole “simbolo del terrorismo”. Finora divieti simili erano in realtà già vigenti, ma circoscritti temporalmente e spazialmente. Non era mai stato annunciato un divieto assoluto sulle bandiere palestinesi.
Chi è Itamar Ben-Gvir
Il pugno di ferro di Ben-Gvir non è un fulmine a ciel sereno, dal momento che il ministro israeliano della Pubblica sicurezza è il profilo più estremista di un governo già di per sé molto radicale.
Ben-Gvir è un avvocato di origine irachena cresciuto e formatosi nelle colonie israeliane in Palestina. Qui si è avvicinato al partito estremista Kach, che nel 1994 è stato sciolto dal governo di Tel Aviv perché considerato un corpo politico terrorista. Otzma Yehudit, il partito della destra radicale di cui Ben-Gvir è leader, è una sorta di figlioccio ideologico di Kach. L’attuale ministro della Pubblica sicurezza teneva in salotto il ritratto di Baruch Goldstein, stragista che nel 1994 uccise29 fedeli musulmani palestinesi a Hebron. Più in generale, Ben-Gvir non si è mai fatto problemi ad esternare posizioni razziste contro i musulmani e nel 2007 è stato condannato per terrorismo e incitamento al razzismo. Tra i suoi progetti politici c’è da sempre quello di deportare i palestinesi dalle loro terre.
Israeli far-right national security minister Itamar Ben-Gvir has ordered the state's police commissioner to enforce a directive to remove Palestinian flags from public spaces a day after one was waved at an Israeli-led anti-government protest in Tel Aviv. pic.twitter.com/zEMQCfK8bm
Nei giorni scorsi l’operato di Ben-Gvir aveva già creato tensioni, dopo la sua visita alla Spianata delle Moschee, il luogo sacro per i musulmani, considerata una provocazione politica. Nel 2000 per un episodio simile, la visita del premier israeliano Sharon nel medesimo luogo, scoppiò la seconda intifada palestinese.
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