Il piano è stato approvato il mese scorso, ma è venuto alla luce solo ora grazie al movimento non-governativo israeliano Peace Now.
In precedenza Israele aveva approvato altri due espropri di 8 chilometri quadrati e di 2,6 chilometri quadrati.
Stephane Dujarric, portavoce dell’Onu, ha parlato di “un passo nella direzione sbagliata”.
Israele ha approvato un piano di esproprio di terra ai palestinesi di 12,7 chilometri quadrati. L’area interessata si trova in Cisgiordania, al confine con la Giordania, si tratta del più grande esproprio di terra degli ultimi tre decenni e porterà alla costruzione di nuove colonie illegali.
L’Onu ha criticato la mossa del governo israeliano, che già nei mesi scorsi era stato criticato e sanzionato dalla comunità internazionale per altri espropri. Con questa nuova sottrazione di terra al popolo palestinese, il 2024 sarà l’anno record degli espropri in Cisgiordania.
Il colonialismo isrealiano
Il piano è stato approvato il mese scorso, ma è venuto alla luce solo ora grazie al movimento non-governativo israeliano Peace Now, che è venuto in possesso dei documenti e li ha diffusi.
L’esproprio di terra ai palestinesi riguarderà un’area di 12.7 chilometri quadrati della Cisgiordania e si tratta del singolo esproprio più ampio degli ultimi tre decenni. L’area verrà tolta alle comunità locali, che di fatto saranno espulse nei villaggi palestinesi che resistono e nei campi profughi, mentre Israele darà il via alla costruzione di nuovi insediamenti illegali. Nei mesi scorsi il governo israeliano aveva approvato altri due importanti espropri di terra ai palestinesi: uno di 8 chilometri quadrati e uno di 2,6 chilometri quadrati. Sommando tutti questi espropri si può già dire che nel 2024 Israele segnerà il record di terra sottratta ai palestinesi.
Mere hours after Israel’s president met with @POTUS, @VP and @SecBlinken and addressed Congress, the Israeli government bulldozed the farming plot of a Palestinian community in the occupied West Bank.pic.twitter.com/2nEMlfqjkF
L’ultimo esproprio non è casuale. L’area interessata si trova vicina ad altre colonie israeliane e l’obiettivo è unirle creando una sorta di corridoio occupato israeliano al confine con la Giordania.
Contro la soluzione a due stati
Stephane Dujarric, portavoce dell’Onu, ha parlato di “un passo nella direzione sbagliata”. Ma l’obiettivo del governo israeliano, oltre che creare un cuscinetto al confine con la Giordania, è più ampio.
Come ha sottolineato il mese scorso durante un convegno ultranazionalista Bezalel Smotrich, ministro delle Finanze israeliano e lui stesso un colono, “siamo venuti per colonizzare la terra, per costruirci su e per impedire la sua divisione e la creazione di uno Stato palestinese, Dio non voglia”. E poi ha aggiunto di voler “cambiare radicalmente la mappa” della Cisgiordania, rivendicando tanta terra come mai Israele ha fatto.
Israel has approved 5,295 new housing units in a host of illegal settlements across the occupied West Bank, as well as recognising three new settlement outposts https://t.co/wJRDRPycWbpic.twitter.com/fPDmkDh1vf
Israele dopo la guerra del 1967 ha costruito insediamenti in modo unilaterale in questi territori. Anno dopo anno sono sorte migliaia di case e qui si sono trasferite centinaia di migliaia di persone. Il popolo palestinese che vive la Cisgiordania si è trovato sistematicamente espropriato dei propri terreni, finendo di fatto a vivere in una sorta di segregazione. Se negli anni Novanta i coloni israeliani in Cisgiordania erano circa 100mila, oggi il numero viaggia verso il mezzo milione, più altre decine di migliaia di persone a Gerusalemme est. Il governo di Benjamin Netanyahu, il più estremista e favorevole alla colonizzazione della storia di Israele, ha fatto proprio della colonizzazione un caposaldo del suo programma. Oggi gli espropri di terra stanno toccando numeri record e questo rende la soluzione del conflitto israelo-palestinese sempre più lontana.
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