Uno sversamento di petrolio sta interessando le coste di Israele che si affacciano sul mar Mediterraneo. L’incidente potrebbe essere dipeso da una petroliera che viaggiava al largo del paese. Decine di tonnellate di greggio si sono riversate su un tratto di costa lungo almeno 170 chilometri, ovvero il 40 per cento circa dell’intera costa israeliana.
Volontari al lavoro in Israele
Migliaia di volontari delle ong, con l’aiuto dei soldati, sono al lavoro per arginare i danni e proteggere la costa dal petrolio che sta danneggiandola fauna selvatica: sono già stati fotografati diversi animali, tra cui tartarughe e uccelli, ricoperti di petrolio.
Il giorno dopo la fuoriuscita, inoltre, una balenottera comune lunga 17 metri è stata rinvenuta a riva, morta. I veterinari che hanno eseguito l’autopsia hanno parlato di un “liquido nero”, trovato al suo interno. Ancora non è chiaro, però, se ci sia un collegamento diretto tra le cause della morte del cetaceo e lo sversamento in questione.
Secondo la Israel nature and parks authority, si tratterebbe del peggior disastro ambientale della storia di Israele. Si teme che ci vorranno mesi o addirittura anni per ripulire completamente la costa. Intanto alla popolazione è stata vietata la balneazione fino a nuovo ordine e dal confine a nord col Libano fino a sud con la striscia di Gaza è stato posto il divieto di attività sportiva e accampamento.
I funzionari del ministero per la protezione dell’ambiente sono al lavoro per individuare la fonte della fuoriuscita: dalle immagini satellitari raccolte, grazie alla collaborazione con l’Agenzia europea per la sicurezza marittima, già nove navi petroliere sono sotto indagine. Si pensa che la nave dalla quale sia fuoriuscito il petrolio possa essere stata danneggiata dalla tempesta dell’11 febbraio e che operasse illegalmente, per questo le autorità hanno disposto il divieto di fornire dettagli fino alla conclusione delle indagini. L’ordinanza, valida per una settimana, impedisce la pubblicazione di tutto ciò che potrebbe identificare i sospettati, le navi coinvolte, il loro carico, la destinazione e il porto di partenza.
Ciò che si sa per adesso è che l’inquinamento è stato notificato per la prima volta mercoledì 17 febbraio 2021: in quella circostanza, il ministero ha parlato di un generico sversamento di una dozzina di tonnellate di petrolio, fuoriuscite da una petroliera. Sabato 20 febbraio, l’Agenzia europea per la sicurezza marittima ha riferito che una marea nera situata a circa 50 chilometri dalla costa israeliana era la fonte dell’inquinamento. Domenica, il divieto di balneazione tra Rosh Hanikra a nord fino al kibbutz di Zikim a sud, vicino alla Striscia di Gaza. Di recente, la macchia sta raggiungendo le coste sud del Libano.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu sta ispezionando i danni in una delle spiagge. Il governo sta infatti valutando la possibilità di intraprendere un’azione legale per ottenere un risarcimento che potrebbe ammontare a milioni di dollari.
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