L’Onu ha detto che l’intera popolazione della Striscia di Gaza settentrionale rischia di morire

Continua l’assedio israeliano su Gaza nord, dove per l’Onu l’intera popolazione è a rischio morte. Nuovi missili contro l’Iran, mentre in Libano uccisi tre giornalisti.

  • A Gaza l’esercito israeliano sta concentrando l’offensiva militare a nord, assediando soprattutto gli ospedali.
  • In Iran sono state bombardate diverse basi militari, con l’uccisione di quattro soldati.
  • In Libano i raid israeliani hanno colpito un edificio popolato da giornalisti, uccidendone tre.
  • Un camion ha investito un gruppo di persone vicino Tel Aviv, ferendone 33. Per Israele è terrorismo.

L’assedio israeliano sulla Striscia di Gaza settentrionale potrebbe uccidere la totalità della sua popolazione. È l’allarme lanciato da Joyce Msuya, vice coordinatrice degli aiuti di emergenza dell’Onu. Nelle scorse ore l’esercito di Israele ha continuato a bombardare il territorio, colpendo ospedali e personale sanitario, mentre una serie di nuovi attacchi sono stati condotti anche contro l’Iran e il Libano, dove sono stati uccisi tre giornalisti.

Nel frattempo il presidente egiziano Al Sisi ha presentato un piano di cessate il fuoco di due giorni per uno scambio tra ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi, che però non ha trovato risposta. E il bilancio dei morti nella Striscia di Gaza, dal 7 ottobre 2023, ha superato quota 43mila.

L’assedio israeliano sul nord di Gaza

Nella sola giornata di domenica 27 ottobre l’esercito israeliano ha ucciso circa 70 persone nel nord della Striscia di Gaza, con bombardamenti che hanno colpito ospedali, campi profughi e altri obiettivi civili.

Dall’inizio di ottobre Israele sta portando avanti sul territorio il cosiddetto “Piano dei generali”, con cui si intende svuotare la Striscia di Gaza settentrionale dei circa 100mila abitanti rimasti, usando come arma di pressione i bombardamenti e lo stop agli aiuti umanitari ed effettuando anche trasferimenti forzati. L’offensiva israeliana si sta concentrando sul campo profughi di Jabalia, dove tra le altre cose è stato assediato l’ospedale di Kamal Adwan, uno dei tre che ancora operano nell’area. L’esercito ha arrestato 44 operatori sanitari palestinesi, come denunciato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), mentre almeno un medico e un infermiere sono stati uccisi.

La situazione nella Striscia di Gaza è sempre più complicata dal punto di vista umanitario e Joyce Msuya, vice coordinatrice degli aiuti di emergenza dell’Onu, ha sottolineato che la totalità della popolazione rischia di morire. “Un simile palese disprezzo per i principi fondamentali dell’umanità e per le leggi di guerra deve cessare”, ha aggiunto riferendosi agli attacchi alle strutture e al personale sanitario.

Nuovi attacchi israeliani in Iran

L’offensiva israeliana non è limitata solo al nord della Striscia di Gaza, ma va avanti anche su altri fronti. Uno di questi è l’Iran, che nella giornata di sabato 26 ottobre è stato bombardato da Israele a poco più di tre settimane degli attacchi iraniani contro Israele, a loro volta risposta di una serie di botta e risposta tra i due paesi che va avanti da mesi.

Israele ha compiuto gli attacchi con un centinaio di jet militari. Sono state colpite alcune basi militari a Teheran e in altre città del paese, con un bilancio complessivo di quattro soldati iraniani uccisi. Alcuni raid hanno colpito anche la Siria e l’Iraq, volti a mettere fuori uso i sistemi.

I raid sull’Iran sono stati molto contenuti, ma si è trattato comunque dell’attacco più grande subito dal paese dagli anni Ottanta. Il regime iraniano ha annunciato il fallimento dell’attacco israeliano, ma ha invocato un proprio diritto all’autodifesa che potrebbe essere il preludio a una risposta, per quanto è probabile anche che lo scambio di fuoco, almeno per un po’, si fermi qui.

Uccisi tre giornalisti in Libano

Il terzo fronte su cui è impegnato l’esercito israeliano è il Libano, dove i bombardamenti si sono intensificati a partire da settembre.

Nelle ultime ore i raid si sono concentrati sulla città di Tiro, nel sud del paese. Il bilancio dall’inizio dell’offensiva è di 2.672 morti e oltre 12mila feriti e nel corso degli ultimi attacchi il fuoco israeliano ha ucciso anche tre giornalisti. Si tratta di Ghassan Najar e Mohammed Rida, dell’emittente Al-Mayadeen TV, e di Wissam Qassim, di Al-Manar TV. I giornalisti si trovavano insieme a diversi colleghi in un edificio nel distretto di Hasbaya, che è stato bombardato senza messaggi di avvertimento dall’esercito israeliano.

Nel frattempo anche sul suolo israeliano è stato un weekend di sangue. Nella mattinata di domenica 27 settembre un camion ha investito un gruppo di persone a una fermata dell’autobus a Glilot, a nord di Tel Aviv. Il bilancio è di almeno 33 feriti, di cui alcuni in gravi condizioni, mentre l’autista è stato ucciso dalla polizia. Le autorità israeliano hanno definito l’atto un attentato terroristico.

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