Un nuovo rapporto dell’Onu accusa Israele di genocidio nella Striscia di Gaza

Israele a Gaza sta attuando politiche che privano deliberatamente la popolazione delle risorse per vivere. Per il Comitato speciale dell’Onu è genocidio.

  • Israele sta intenzionalmente causando morte, fame e gravi ferite nella Striscia di Gaza.
  • La devastazione non riguarda solo il presente, ma anche le generazioni future.
  • Questo modus operandi presenta le caratteristiche del genocidio, secondo il Comitato speciale dell’Onu.

L’offensiva di Israele sulla Striscia di Gaza presenta le caratteristiche del genocidio. A pronunciarsi in questo senso è un nuovo rapporto del Comitato speciale dell’Onu, che pone l’accento sull’enorme numero di vittime civili e sulle condizioni imposte ai palestinesi dall’esercito israeliano, che li mettono intenzionalmente in pericolo di vita.

Non è la prima volta che l’Onu usa la parola genocidio a proposito delle operazioni israeliani sul territorio palestinese a partire dal 7 ottobre 2023. Ora, con il bilancio ufficiale delle vittime che ha superato quota 43mila, la denuncia è ancora più forte.

La fame come arma di guerra

Coprendo il periodo da ottobre 2023 a luglio 2024, il Comitato speciale delle Nazioni Unite ha valutato l’impatto sulla popolazione palestinese dell’offensiva israeliana sulla Striscia di Gaza.

Nel documento di sottolinea che fin dall’inizio della guerra, i funzionari israeliani hanno pubblicamente sostenuto azioni e politiche volte a privare i palestinesi delle risorse necessarie per vivere, come cibo, acqua e carburante. “Israele sta intenzionalmente causando morte, fame e gravi ferite, usando la fame come metodo di guerra e infliggendo punizioni collettive alla popolazione palestinese”, evidenzia il rapporto dell’Onu.

Un focus viene posto sulla quantità di esplosivo sganciata dall’esercito israeliano su Gaza, che a inizio 2024 corrispondeva a 25mila tonnellate, il corrispettivo di due bombe atomiche. Il media internazionale Al Jazeera in una ricerca recente ha fornito un dato più aggiornato: in un anno Israele ha usato 75mila tonnellate di esplosivo sul territorio palestinese, producendo più di 42 milioni di tonnellate di detriti.

L’Onu sottolinea anche che la devastazione della Striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano non riguarda solo il presente, ma anche il futuro. “Distruggendo i sistemi vitali di acqua, servizi igienici e cibo e contaminando l’ambiente, Israele ha creato un mix letale di crisi che infliggeranno gravi danni alle generazioni future”, si legge nel rapporto.

L’Onu parla di genocidio, di nuovo

Uno dei problemi evidenziati dall’Onu riguarda l’utilizzo massivo dell’intelligenza artificiale per gli attacchi sulla Striscia di Gaza, senza alcuna distinzione tra obiettivi militari e civili. “Quando una bambina di tre anni viene uccisa in una casa a Gaza, è perché qualcuno nell’esercito ha deciso che non era un grosso problema ucciderla, che era un prezzo da pagare per colpire un obiettivo”, aveva spiegato una fonte dell’intelligence israeliana citata dal media israeliano +972 Magazine. Un elemento che spiega perché quasi il 70 per cento delle vittime palestinesi degli attacchi di Israele siano donne e bambine, come evidenziato dall’Onu in un altro rapporto di inizio novembre.

Dopo che nel novembre 2023 un gruppo di esperti dell’Onu aveva sottolineato che la popolazione palestinese corresse il rischio concreto di subire un genocidio e che nell’aprile 2024 davanti al Parlamento europeo la relatrice speciale dell’Onu per i diritti umani nei territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, aveva detto che “ci sono ragionevoli motivi per credere che la soglia che indica che Israele abbia commesso un genocidio è stata raggiunta“, ora un nuovo rapporto dell’Onu accusa espressamente Israele di metodi di guerra da genocidio. E chiede alla comunità internazionale di fare tutto il possibile in termini legali per prevenire e fermare le violazioni del diritto internazionale da parte di Israele, smettendo di “sostenere l’assalto a Gaza e il sistema di apartheid nella Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est”.

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