Israele bombarda la Siria mentre crescono le proteste contro Netanyahu

Le proteste antigovernative in Israele, l’attentato in Cisgiordania, i raid israeliani in Siria. Il Medio Oriente è una polveriera.

  • Sabato 7 settembre centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza contro il governo Netanyahu.
  • Domenica 8 settembre mattina un uomo ha aperto il fuoco contro i soldati israeliani, uccidendo tre persone.
  • In serata Israele ha bombardato siti militari nella Siria centrale, uccidendo 16 persone.

Nella giornata di sabato 7 settembre centinaia di migliaia di persone sono scese di nuovo in piazza contro il governo Netanyahu e l’incapacità di raggiungere un accordo con Hamas sugli ostaggi. Domenica mattina un uomo ha poi aperto il fuoco contro i soldati israeliani al valico di Allenby Bridge, uccidendo tre persone. E in serata Israele ha bombardato una serie di siti militari nella Siria centrale, uccidendo almeno 16 persone. 

È stato un altro weekend intenso sul fronte mediorientale, iniziato nella serata di venerdì 6 settembre dall’uccisione per mano di Israele di un’attivista turco-statunitense, a Nablus. Questo mentre l’operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza ha superato l’undicesimo mese, con oltre 40mila palestinesi uccisi e un accordo per il cessate il fuoco ancora lontano.

Nuove proteste in Israele

Sono circa 750mila le persone scese in piazza in Israele nella serata di sabato 7 settembre per protestare contro il governo Netanyahu, così come fatto anche il weekend precedente. 

I manifestanti hanno bloccato l’autostrada che porta a Tel Aviv, dove l’affluenza delle proteste è stata di 500mila persone e la polizia ha arrestato una persona. Altri blocchi ci sono stati sulle arterie stradali di Haifa e nello scontro con la polizia è rimasto ferito un manifestante. A guidare le proteste sono le associazioni dei parenti degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas, che criticano il governo per l’incapacità di raggiungere un accordo con l’organizzazione radicale palestinese che porti alla loro liberazione. 

L’attentato in Cisgiordania

Poche ore dopo la fine delle proteste in Israele, nella mattinata di domenica 8 settembre un uomo ha aperto il fuoco contro soldati israeliani al confine tra Cisgiordania e Giordania

L’attacco è avvenuto dalla parte giordana del valico di Allenby Bridge e a compierlo è stato un ex militare giordano, in quello che appare come un atto isolato per mano di un lupo solitario. Nell’attentato sono stati uccisi tre civili israeliani e le autorità israeliane hanno chiuso il valico. Ad Amman, capitale della Giordania, numerosi persone sono scese in piazza per festeggiare per l’attentato, anche dando fuoco a bandiere israeliane.

Sempre in Cisgiordania, nella giornata di venerdì 6 settembre, l’esercito israeliano aveva sparato e ucciso Aysenur Ezgi Eygi, attivista turco-statunitense, che stava partecipando a una manifestazione a Beita, nei pressi di Nablus.

Bombe israeliane in Siria

Il weekend si è poi chiuso con i bombardamenti israeliani nella Siria centrale, alle 23.30 circa di domenica 8 settembre. Sono stati colpiti siti militari, in alcuni dei quali erano al lavoro tecnici iraniani. E l’attacco ha causato almeno 16 morti e oltre una quarantina di feriti.

Tra esecuzioni di attivisti e operazioni militari oltre confine per mano di Israele, attentati e proteste antigovernative, la situazione in Medio Oriente si fa sempre più difficile.

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