Nelle scorse ore Israele e Hezbollah hanno lanciati centinaia di missili, razzi e droni. L’attacco reciproco più pesante degli ultimi mesi è il preludio a una nuova guerra?
- La notte del 25 agosto Israele ha lanciato circa 100 missili e razzi in Libano contro lanciarazzi di Hezbollah.
- Hezbollah ha risposto con circa 320 razzi e droni contro obiettivi militari israeliani, perlopiù intercettati.
- Dal 7 ottobre il bilancio degli scontri tra Israele e Hezbollah è di circa 500 morti in Libano e sessanta in Israele.
Nelle prime ore del 25 agosto c’è stato un imponente scambio di fuoco tra Israele e l’organizzazione politico-militare libanese Hezbollah. Israele ha lanciato missili e razzi contro postazioni di Hezbollah nel sud del Libano, parlando di un’azione “preventiva” in vista di un’imminente attacco dell’organizzazione libanese. Quest’ultima ha riposto con circa 320 razzi e droni, diretti contro obiettivi militari israeliani.
Il bilancio è di tre morti tra le file di Hezbollah e uno nell’esercito israeliano. Le schermaglie per il momento si sono concluse, ma potrebbero essere il preludio a uno scontro su larga scala.
La tensione tra Israele e Hezbollah
Quello del 25 agosto è stato il più pesante scontro a fuoco tra Israele e Hezbollah degli ultimi mesi. Nel corso della notte Israele ha lanciato un centinaio di missili e razzi contro lanciarazzi dell’organizzazione politico-militare libanese, un attacco che ha causato la morte di tre persone. Hezbollah ha risposto nel corso della mattinata, lanciando circa 320 razzi e droni contro basi militari e posizioni di difesa israeliane nel nord del paese e nelle alture del Golan, occupate illegalmente da Israele dal 1967. Nell’attacco è stato ucciso un soldato israeliano.
Israele ha definito l’operazione militare lanciata nella notte come “preventiva”, sottolineando che Hezbollah stava pianificando un attacco contro il paese. L’organizzazione libanese ha più volte promesso vendetta per il raid israeliano su Beirut del 30 luglio, che ha ucciso Muhsin Shukr, uno dei suoi leader, oltre che diversi civili, e per il successivo attentato del 31 luglio a Teheran, in Iran, che ha ucciso Ismail Haniyeh, leader di Hamas.
Israele ha annunciato che circa la metà dei razzi lanciati da Hezbollah sono stati intercettati dal sistema di difesa aereo e che i danni dell’attacco sono stati limitati. Il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha rivendicato l’attacco in un discorso alla nazione, sottolineando che per il momento l’operazione è conclusa ma che nel prossimo futuro potrebbero esserci nuovi attacchi a Israele.
Verso una guerra su larga scala?
Da quando il 7 ottobre Israele ha iniziato la sua offensiva nella Striscia di Gaza, finora costata la vita a oltre 40mila palestinesi, i già precari rapporti con il movimento politico-militare libanese Hezbollah si sono deteriorati. Hezbollah è stretto alleato dell’organizzazione radicale palestinese Hamas e in questi mesi è arrivato più volte allo scontro con Israele al confine nord del paese.
Israele e Hezbollah hanno lanciato l’uno contro l’altro migliaia di razzi, missili e droni. Il bilancio finora è di oltre 500 persone uccise in Libano e circa sessanta in Israele. L’attacco reciproco del 25 agosto è stato il più pesante per numero di razzi, missili e droni degli ultimi mesi e questo fa temere possa essere il preludio a una guerra totale in Medio oriente.
La frangia più estremista del già estremista governo israeliano propende per un’operazione su larga scala contro Hezbollah, così come sta facendo a Gaza contro Hamas, ma i principali alleati israeliani, come gli Stati Uniti, sono contrari a questa possibilità. Anche tra le fila di Hezbollah si vuole evitare per il momento uno scontro su larga scala, limitando l’attività a operazioni dimostrative come quella delle ultime ore, per cui propende anche l’alleato Iran. Al momento una guerra non conviene a nessuna delle parti, ma l’equilibrio appare sempre più fragile.
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