Nelle scorse ore Israele ha colpito gli Houthi in Yemen, ha ucciso centinaia di persone in Libano e proseguito i raid a Gaza.
- In Yemen l’esercito israeliano ha colpito infrastrutture elettriche e un porto controllato dai ribelli Houthi.
- In Libano ci sono stati numerosi raid su Beirut, la valle della Bekaa e il sud. Oltre mille morti in una settimana.
- Nella Striscia di Gaza bombardata una scuola e un campo profughi, Almeno 25 morti in 24 ore.
L’offensiva militare israeliana è ormai geograficamente ad ampio raggio. Nel corso dell’ultimo weekend l’esercito israeliano ha lanciato attacchi un po’ ovunque, dalla Striscia di Gaza alla Cisgiordania, fino al Libano e allo Yemen.
A Gaza i raid hanno ucciso decine di persone, mentre gli spari dei soldati israeliani hanno causato tre feriti anche in Cisgiordania. In Libano, dove tra morti e sfollati la situazione è sempre più critica, le bombe israeliane hanno ucciso il capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah, e si sono spinte per la prima volta dal 2006 nel centro di Beirut. In Yemen, infine, Israele ha attaccato una serie di infrastrutture degli Houthi, alleati dell’Iran, di Hamas e di Hezbollah.
Gli attacchi di Israele in Yemen
Il 29 settembre l’esercito israeliano ha attaccato gli Houthi in Yemen. Gli Houthi sono un gruppo ribelle sciita che controlla gran parte del paese, alleati dell’Iran e di conseguenza vicini ad Hezbollah e Hamas.
Dopo l’inizio dell’offensiva militare israeliana sulla Striscia di Gaza, gli Houthi hanno lanciato diversi razzi contro Israele, che nella maggior parte dei casi sono stati intercettati. I ribelli yemeniti hanno anche attaccato numerose navi commerciali in qualche modo legate a Israele nel mar Rosso, mettendo in crisi una delle più importanti rotte commerciali al mondo.
Nei mesi scorsi Israele aveva lanciato alcuni attacchi sporadici contro gli Houthi in Yemen. E nella giornata del 29 settembre decine di jet militari israeliani sono tornati a colpire i ribelli yemeniti. I raid hanno riguardato alcune centrali elettriche e un porto marittimo a Hodeidah, che secondo Israele era usato per importare armi dall’Iran. Il canale televisivo gestito dagli Houthi ha annunciato che gli attacchi israeliani hanno causato almeno quattro morti e 33 feriti, un bilancio che però potrebbe peggiorare nelle prossime ore. Un dirigente Houthi ha detto che gli attacchi non cambieranno i loro piani e che nuovi razzi verranno lanciati contro Israele. Yoav Gallant, ministro della Difesa israeliano, ha detto che i raid in Yemen sono la dimostrazione che per Israele “nessun posto è troppo lontano”, a conferma del nuovo corso dell’offensiva militare che sta riguardando in contemporanea Yemen, Libano e Palestina.
Gli attacchi di Israele in Libano
Nel corso dell’ultimo weekend Israele ha continuato a bombardare massicciamente il Libano. Il 28 settembre si è aperto con la notizia dell’uccisione di Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, con un pesante raid che ha raso al suolo diversi palazzi, causando un numero tuttora imprecisato di vittime che potrebbe essere nell’ordine delle centinaia.
Beirut è stata colpita da altri raid israeliani e per la prima volta dal 2006 l’esercito israeliana ha bombardato un edificio l’area centrale della città, nella zona di Kola. Gli attacchi israeliani sono proseguiti anche nella valle della Bekaa, nella parte orientale del paese, è nel sud, dove è stato ucciso Fateh Sherif Abu el-Amin, il capo dell’organizzazione palestinese Hamas in Libano.
Secondo il ministero della Salute libanese, nelle ultime 24 ore gli attacchi israeliani sul paese hanno ucciso 105 persone. Il bilancio di una settimana di bombardamenti è di oltre mille morti, mentre cresce il numero di persone sfollate, che potrebbero essere fino a un milione. Secondo l’agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr), almeno 100mila persone sono fuggite in Siria. L’Unione europea ha annunciato intanto di aver sbloccato dieci milioni di euro di aiuti umanitari per il Libano.
Gli attacchi di Israele in Palestina
Negli ultimi giorni le operazioni militari israeliane si sono concentrate sul Libano (e sullo Yemen), ma i bombardamenti sulla Striscia di Gaza proseguono, avvolti da un maggiore silenzio mediatico e diplomatico.
Nel corso del weekend l’esercito israeliano ha bombardato la scuola di Um Al-Fahm a Beit Lahiya, dove si trovavano ospitate migliaia di persone sfollate. Il bilancio è di quattro morti. Altri cinque persone sono state uccise da un raid israeliano nel campo profughi di Jabalia e i bombardamenti hanno causato diverse vittime anche nel centro di Gaza city. Il bilancio dei raid nella sola giornata del 29 settembre è di 25 morti, mentre la conta delle vittime dal 7 ottobre 2023 è ormai prossima alle 42mila.
Anche in Cisgiordania, infine, l’esercito israeliano ha continuato a colpire. Tre persone palestinesi sono rimaste ferite durante un raid militare a Tubas city.
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