In Israele è il giorno dello sciopero nazionale contro il governo Netanyahu

Cresce la mobilitazione in Israele contro il governo. I manifestanti chiedono un accordo con Hamas per la liberazione degli ostaggi.

  • L’1 settembre centinaia di migliaia di israeliani sono scesi in piazza per protestare contro il governo Netanyahu.
  • Il 2 settembre è la volta del primo grande sciopero nazionale dal 7 ottobre, che sta paralizzando scuole, trasporti, ospedali.
  • Il governo è sempre più sotto pressione per raggiungere un accordo sugli ostaggi con Hamas.

Israele sta sprofondando nel caos politico. Domenica 1 settembre mezzo milione di persone sono scese in piazza per protestare contro il governo Netanyahu e la sua incapacità di raggiungere un accordo sugli ostaggi con Hamas, proprio mentre l’esercito israeliano comunicava il ritrovamento a Gaza di altri sei ostaggi morti. All’alba di lunedì 2 settembre è invece iniziato il grande sciopero nazionale contro il governo convocato dall’Histadrut, il principale sindacato israeliano, che sta parzialmente paralizzando il paese.

Dal 7 ottobre non c’era mai stata una mobilitazione simile contro il governo, che ora ha sulle spalle molta più pressione per raggiungere un accordo con Hamas.

Israele scende in piazza

La grande manifestazione nazionale di domenica 1 settembre è stata convocata dall’Hostage families forum, l’associazione delle famiglie degli ostaggi israeliani catturati il 7 ottobre da Hamas. Da mesi i familiari scendono in piazza contro il governo di Benjamin Netanyahu per chiedere il raggiungimento di un accordo con l’organizzazione radicale palestinese e il rilascio degli ostaggi, richieste finora inascoltate.

Questa volta la protesta non è stata isolata, ma si è allargata a tutto il paese, motivata anche dalla comunicazione dell’esercito israeliano del ritrovamento di sei ostaggi morti nella Striscia di Gaza. A Tel Aviv sono scese in piazza almeno 100mila persone, che hanno anche bloccato l’autostrada. Ci sono stati scontri con la polizia davanti al quartier generale dell’esercito e almeno 34 persone sono state arrestate.

Altre centinaia di migliaia di persone hanno protestato nel resto del paese. A Gerusalemme le forze di sicurezza hanno disperso la folla usando cannoni ad acqua. Secondo le stime nella giornata del 2 settembre le manifestazioni del governo hanno coinvolto mezzo milione di persone.

Il grande sciopero nazionale

Se nei mesi scorsi c’erano già state proteste in Israele contro il governo Netanyahu, quello che non c’era mai stato dal 7 ottobre era uno sciopero nazionale. Che è arrivato nella giornata del 2 settembre, convocato dall’Histadrut, il principale sindacato israeliano, a cui hanno aderito altri sindacati e anche il settore tecnologico del paese.

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Dall’alba è stata sospesa l’operatività dell’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, mentre si sono fermate anche le scuole dell’infanzia e, per mezza giornata, le scuole secondarie. Lo sciopero ha interessato anche il personale di alcune università israeliane, degli ospedali e dei sistemi di trasporto pubblico. Alla mobilitazione hanno preso parte anche il comune di Tel Aviv e quelli di altri centri israeliani più piccoli. Yair Lapid, capo dell’opposizione e da poco uscito dal governo di unità nazionale israliano, ha appoggiato lo sciopero.

Arnon Bar-David, capo del sindacato Histadrut, ha detto che lo sciopero potrebbe essere prolungato per altri giorni, mentre il ministro delle finanze israeliano Bezalel Smotrich, che fa parte della frangia più estremista dell’esecutivo, ha chiesto di precettarlo, senza riuscirci. 

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