Era dalla seconda intifada che Israele non uccideva tanti palestinesi in Cisgiordania come nel 2022.
167 persone sono state uccise in Cisgiordania, 53 nella Striscia di Gaza.
Il bilancio è conseguenza dell’escalation di operazioni militari e della repressione di Israele.
Il 2022 è stato un anno particolarmente tragico per il popolo palestinese. Sono stati almeno 220 i palestinesi uccisi da Israele, di cui 167 in Cisgiordania: un numero che non si raggiungeva dai tempi della seconda intifada all’inizio degli anni Duemila. I feriti sono addirittura stati 9.500.
A causa di questa escalation di violenza, Israele è stato ammonito in più occasioni dall’Onu perché metta fine alle sue aggressioni in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. E nei giorni scorsi l’Assemblea generale ha approvato una risoluzione che incarica la Corte internazionale di giustizia di indagare sull’occupazione israeliana della Palestina.
Il tragico bilancio palestinese
I numeri sono forniti dal Ministero della salute palestinese e parlano della peggiore strage di palestinesi per mano israeliana degli ultimi 17 anni nell’area della Cisgiordania. Ai tempi c’era la seconda intifada, una rivolta diffusa del popolo oppresso palestinese contro l’occupazione israeliana e che venne repressa con la violenza da Israele, tanto da portare alla condanna del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Da quel momento Israele ha proseguito con le sue politiche di aggressione, espansione ed annessione dei territori palestinesi, con escalation della tensione che si sono alternate a fasi più tranquille. Il popolo palestinese ha continuato a morire sotto i colpi israeliani, ma mai come nel 2022. Nel corso dell’ultimo anno sono state almeno 220 le morti certificate, di cui 48 bambini. 167 persone sono state uccise in Cisgiordania, 53 nella Striscia di Gaza. A questi vanno aggiunti altri 5 palestinesi uccisi in territorio israeliano.
Tra le morti che hanno fatto più rumore, quella della giornalista di Al Jazeera Shireen Abu Akleh, colpita da proiettili israeliani nel maggio scorso mentre documentava un’operazione militare a Jenin. Secondo i dati, nel 2022 sono almeno 95 le morti palestinesi di persone che stavano partecipando disarmate a proteste o manifestazioni. Anche per Israele è stato un anno di decessi record: nel 2022 sono stati uccisi per mano palestinese 29 suoi cittadini.
Cresce la violenza di Israele
Il motivo di un numero così alto di uccisioni palestinesi per mano israeliana sta tanto nelle operazioni militari condotte nel corso del 2022, quanto nell’inasprimento delle politiche di occupazione.
Ad agosto Gaza è stata investita da diversi raid israeliani volti a colpire le milizie armate palestinesi, che hanno causato in pochi giorni una cinquantina di morti, tra cui diversi bambini. Nel frattempo in Cisgiordania si sono moltiplicate le operazioni militari speciali israeliane nei campi profughi per azzoppare i movimenti di insurrezione contro l’occupazione. Uno dei momenti più duri per il popolo palestinese si è avuto a ottobre a Nablus, dove tra scontri e interventi dell’esercito israeliano sono morte decine di persone.
Nel corso del 2022 molti palestinesi sono poi stati vittima degli attacchi dei coloni, dal momento che Israele ha continuato a rosicchiare territori con politiche espansionistiche sempre più aggressive. I coloni hanno effettuato oltre 700 attacchi contro la popolazione autoctona palestinese della Cisgiordania nel 2022, che hanno portato al danneggiamento di proprietà e terreni e a espropri. Si tratta di quasi il doppio rispetto agli attacchi del 2021 e in diversi casi si sono tradotti con la morte delle persone che li hanno subiti come il sedicenne Amjad Nashaat Abu Alia.
Se i numeri dell’anno appena conculso sono tragici per il popolo palestinese, la notizia ancora peggiore è che potrebbero ulteriormente aumentare nel 2023 dopo che nei giorni scorsi si è formato il sesto governo Nethanyau, considerato il più estremista di sempre. Il programma prevede nuove colonie e fare muro a ogni tregua e concessione alla Palestina. Tanto che sul tema si è espresso l’Onu, chiedendo l’intervento della Corte internazionale di giustizia per valutare eventuali conseguenze legali dell’occupazione israeliana.
Numerose ong hanno sottolineato la situazione drammatica della popolazione palestinese a Gaza, chiedendo a Israele di rispettare il diritto umanitario.
L’Assemblea generale dell’Onu ha dato mandato alla Corte internazionale di giustizia di valutare le conseguenze legali dell’occupazione dei territori palestinesi da parte di Israele.
Il presidente Biden ha annunciato nuovi aiuti all’agenzia Onu per la Palestina, sconfessando la sospensione dei finanziamenti voluta da Trump nel 2018.
Un rapporto delle Nazioni Unite condanna i colpi sparati dai soldati dello stato di Israele, che hanno provocato 189 morti e 6.100 feriti tra i palestinesi.
Il presidente Sergio Mattarella è stato in Medio Oriente per parlare di Unesco con Israele e spingere, insieme alla Palestina, per la soluzione dei due stati.
La risoluzione Unesco parla di Palestina occupata e chiede a Israele di rispettare i patti sulla Spianata delle moschee, a Gerusalemme. L’Europa, Italia in testa, non ci sta.
Settembre si è chiuso con l’innalzamento della bandiera palestinese alle Nazioni Unite, ma il mese che è appena cominciato ha visto un’intensificazione della violenza in Cisgiordania, la parte più estesa dei Territori palestinesi. Scontri tra palestinesi e l’esercito israeliano hanno causato la morte di due adolescenti palestinesi e ferito quasi 500 loro connazionali. Altri due adolescenti palestinesi sono