I dati dell’Istat danno la cifra della denatalità nel nostro paese, ma segnalano anche l’aumento della povertà assoluta: riguarda 5,7 milioni di persone.
Istat: 6,3 milioni senza lavoro, nascite al minimo, in 5 anni via dall’Italia quasi 100mila giovani
L’Istat scatta, come ogni anno, una fotografia dell’Italia nel suo rapporto annuale, con quest’anno ancora più zone d’ombra rispetto agli anni precedenti, già difficili. Se si parte dal primo indice economico, il Pil, la flessione sfiora il 2%. Un livello di attività economica lievemente inferiore ai dati del 2000. Il Rapporto Istat 2014, presentato dal
L’Istat scatta, come ogni anno, una fotografia dell’Italia nel suo rapporto annuale, con quest’anno ancora più zone d’ombra rispetto agli anni precedenti, già difficili. Se si parte dal primo indice economico, il Pil, la flessione sfiora il 2%. Un livello di attività economica lievemente inferiore ai dati del 2000. Il Rapporto Istat 2014, presentato dal presidente dell’istituto di statistica Antonio Golini, ci mostra la fotografia di un Paese che ancora non riesce a ripartire e appare sempre più frammentato.
In un solo anno si sono persi 478mila posti di lavoro, -2,1% rispetto al 2012, il peggior calo dall’inizio della crisi. Gli occupati under 35 negli ultimi cinque anni sono scesi di 1.800.000. L’esercito inane di ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non studiano né lavorano – i cosiddetti Neet – è arrivato a 2,5 milioni, +575mila in cinque anni. L’81 per cento dei giovani non sperano più.
Secondo l’Istituto di statistica, nel 2012 hanno lasciato il Paese oltre 26mila giovani tra i 15 e i 34 anni, 10mila in più rispetto al 2008. Guardando all’ultimo quinquennio, complessivamente a lasciare l’Italia in cerca di opportunità di lavoro sono stati 94mila. In generale nel 2012 gli emigrati sono stati 68mila, il 36% in più del 2011, “il numero più alto in 10 anni”. E aumenta perfino il numero di stranieri che se ne vanno altrove.
Anche il nuovo record negativo per le nascite è un indicatore della difficoltà del Paese. È il nuovo minimo storico, appena 515mila bambini, 12mila in meno “rispetto al minimo storico registrato nel 1995” e – in cinque anni – 64mila in meno. Anche per questo l’Italia si conferma uno dei Paesi più vecchi al mondo. Con 151,4 persone over-65 ogni 100 giovani con meno di 15 anni, presenta uno degli indici di vecchiaia più alti al mondo.
Nel rapporto pare intravedersi anche un po’ di speranza. Secondo le stime dell’Istituto per il 2014 è previsto un aumento del Pil “pari allo 0,6% in termini reali”. Una prospettiva che apre uno spiraglio di luce per i prossimi due anni, periodo in cui, “la crescita dell’economia italiana si attesterebbe all’1% nel 2015 e all’1,4% nel 2016”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Per migliorare la rappresentatività del paniere Istat, nel 2023 sono stati inseriti alcuni prodotti biologici, lo specchio di consumi sempre più attenti alla sostenibilità.
Secondo l’Istat la denatalità in Italia è in aumento. La popolazione residente continua a calare: nel 2070 sarà di 47,7 milioni.
Nel paniere Istat 2020, che riflette le abitudini di spesa delle famiglie italiane, per la prima volta entrano auto elettriche, ibride e la micro mobilità.
Secondo l’Istat, neppure durante la crisi la povertà era così diffusa nel nostro paese. In difficoltà soprattutto minorenni, stranieri e famiglie numerose.
12 milioni di italiani hanno subìto molestie, quasi 9 milioni sono donne: tanti casi avvengono sul luogo di lavoro, e spesso si denuncia troppo tardi.
D’ora in poi saranno vincolanti per la nostra politica economica gli indicatori del Bes, che parlano di salute, ambiente, legalità ed equità sociale.
Il Documento di economia e finanza (Def) 2017, reso noto dal governo di Paolo Gentiloni martedì 11 aprile, ha qualcosa di diverso rispetto al passato. Insieme ai tradizionali indicatori economici del pil, al suo interno fa capolino anche il benessere equo e sostenibile (Bes). Non era mai successo prima, né nell’Unione europea né nel G7.
Un paese sempre più diviso, in cui le fasce più deboli non riescono a risollevarsi. È cupo il ritratto dell’Italia che emerge dal rapporto Bes 2016, presentato il 14 dicembre dall’Istat. Soprattutto per quanto riguarda il benessere economico. Cos’è il Bes e come si calcola Il Bes (Benessere equo e sostenibile) è un esperimento tutto