La raccolta delle migliori fotografie naturalistiche del National Geographic scattate nel 2024, il mondo animale attraverso l’obiettivo della fotocamera
La lentezza dei bradipi è il segreto della loro sopravvivenza
Lungi dall’essere un difetto, la snervante lentezza dei bradipi consente a questi animali di ottimizzare le energie e di nascondersi dai predatori.
I bradipi sono lenti, terribilmente lenti, non esiste al mondo un altro mammifero che si muova così piano. I bradipi sono dunque considerati la quintessenza della pigrizia, il naturalista Georges-Louis Leclerc de Buffon, il primo a descrivere questi animali, scriveva “la lentezza e la stupidità sono i risultati della conformazione del bradipo, strana e pasticciata. Questi animali sono la forma più bassa di esistenza. Un altro difetto ancora avrebbe reso impossibile la loro esistenza”. Giudicare con sufficienza una creatura che esiste da circa sessantaquattro milioni di anni non è però una buona idea e la lentezza dei bradipi ha una precisa funzione.
Rallentare per sopravvivere
Il lento metabolismo e i movimenti estremamente compassati dei bradipi hanno uno scopo preciso e sono finalizzati al raggiungimento dello scopo primario di tutti gli esseri viventi: sopravvivere. Considerato che, come detto, i primi bradipi hanno fatto la loro comparsa milioni di anni fa si può senz’altro dire che abbiano una strategia vincente.
I bradipi non sono poi dei gran dormiglioni
Osservando il comportamento del bradipo tridattilo (Bradypus tridactylus) i ricercatori hanno scoperto che, contrariamente alle credenze popolari, questi animali non dormono la maggior parte della giornata, bensì per otto-dieci ore. Il tempo restante si muovono e si spostano, seppur molto lentamente e sempre mantenendo lo stesso ritmo. Questo movimento rallentato consente ai bradipi un ridotto dispendio energetico, anche altri animali, come rane e serpenti, usano una strategia simile che risulta invece unica tra i mammiferi omeotermi (ovvero a sangue caldo). I bradipi riescono a controllare le perdite di calore e a termoregolarsi grazie ad aggiustamenti comportamentali e posturali e, soprattutto, bruciano pochissima energia.
Se non puoi scappare, mimetizzati
La dieta dei bradipi, composta in prevalenza da foglie, offre loro un bassissimo apporto calorico, questi animali bilanciano dunque questa bassa assunzione di calorie con dispendi energetici ridotti al minimo. Tutto ciò impedisce chiaramente ai bradipi di potersi muovere con rapidità e, in caso di attacco di un predatore, di fuggire. La loro strategia difensiva è dunque basata sul mimetismo, tecnica di cui sono maestri, grazie anche alle alghe che crescono sul loro mantello e gli conferisce i peculiari riflessi verdi, grazie ai quali diventa quasi invisibile nel folto delle foreste pluviali del Centro e Sudamerica. Per tale tecnica di difesa la lentezza del bradipo rappresenta un valore aggiunto, i principali predatori di questi animali, come giaguari, ocelot e arpie, sono infatti abituati ad individuare le prede tramite i loro movimenti. I bradipi si muovono ad un ritmo talmente basso che spesso non vengono minimamente notati. Lo stile di vita del bradipo ci insegna che è quasi impossibile giudicare un’altra specie basandoci esclusivamente su canoni antropocentrici e che, in fondo, muoversi con lentezza può essere un vantaggio.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Siamo stati tre giorni tra borghi, vallate e foreste dell’Appennino centrale, per vedere le misure adottate per favorire la coesistenza tra uomini e orsi marsicani.
Per la prima volta le giraffe stanno per essere inserite nella lista delle specie protette dall’Endangered species act, una mossa per la loro salvaguardia.
La Cop16 di Cali, in Colombia, è stata sospesa per il mancato raggiungimento del quorum necessario per lo svolgimento della plenaria finale. Tempi supplementari a Roma, nel 2025, sperando che le parti trovino le risorse per tutelare la biodiversità.
Si tratta di un’area di 202 chilometri quadrati nata grazie agli sforzi durati 16 anni delle comunità locali e nazionali a Porto Rico.
Ha 300 anni e può essere visto persino dallo spazio. È stato scoperto nel Triangolo dei Coralli grazie a una spedizione della National Geographic society.
La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.
Tre puntate speciali di News dal Pianeta Terra per parlare del legame tra biodiversità e transizione energetica, con il supporto di A2A.
In Scozia la popolazione selvatica di gallo cedrone conta ormai solamente 500 individui, per questo è stato avviato un piano per salvarla