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Nel 2030 in Italia circoleranno fino a 7,5 milioni di auto elettriche
Tra dodici anni il 65 per cento di nuove immatricolazioni saranno auto elettriche, con un investimento nel settore stimato per 61 miliardi di euro.
In Italia nel 2017 sono state vendute 4.827 auto elettriche e nel primo semestre del 2018 ne sono state immatricolate 4.129, con un aumento dell’89 per cento. Una crescita che si è portata dietro anche lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica, che a fine 2017 si contavano in 2.750 punti di ricarica pubblici dei quali il 16 per cento high power e 1.300 colonnine. Sono i dati contenuti nell’eMobility Report 2018 dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano.
Le stime per il futuro
Tre gli scenari delineati nel rapporto sullo sviluppo delle auto elettriche al 2030: base, moderato e sviluppo accelerato.
Lo scenario base prevede non oltre gli 1,8 milioni di veicoli elettrici circolanti al 2030, con il picco della quota di mercato delle nuove immatricolazioni in quell’anno pari al 20 per cento del totale. I veicoli ibridi mantengono una maggiore quota di mercato sulle nuove immatricolazioni fino al 2025, per scendere poi al 30% al 2030.
Lo scenario moderato, stima il 20 per cento di nuove immatricolazioni già nel 2025, per arrivare quasi al 50 per cento nel 2030, anno in cui quelli circolanti arrivano a sfiorare i 5 milioni equivalente al 13 per cento del parco circolante.
Infine, uno scenario di sviluppo accelerato con il 35 per cento di nuove immatricolazioni al 2025 e quasi 2 milioni di veicoli circolanti. Al 2030 le immatricolazioni di veicoli elettrici superano il 60 per cento, trainate dai veicoli full electric, raggiungendo i 7,5 milioni (20 per cento del circolante totale).
“In futuro ci si aspetta una riduzione del costo iniziale di acquisto dei veicoli elettrici per effetto di economia di scala (soprattutto per quanto riguarda le batterie) e di politiche commerciali, per cui si stima che si potrebbe giungere alla parità di costo iniziale con i veicoli a combustione interna entro il 2024”, ha commentato Vittorio Chiesa, Direttore dell’energy & Strategy Group
In tutti e tre i casi, l’impatto reale dei veicoli elettrici inizierà a vedersi verso il 2025, per registrare una crescita sostenuta tra il 2025 e il 2030.
Le infrastrutture di ricarica
L’analisi contenuta nel rapporto relativa all’infrastruttura di ricarica ha prodotto stime differenti per installazioni di colonnine pubbliche e per quelle private da oggi al 2030.
Parlando di colonnine di ricarica pubbliche nel 2025 si passerà dai 21mila punti di ricarica medi dello scenario base ai 38mila di quello a sviluppo accelerato. Se si guarda al dato del 2030, il numero medio di punti di ricarica passerà da un minimo di 28mila a un massimo di 48mila nello scenario a maggior sviluppo.
Alle colonnine pubbliche vanno aggiunte quelle di ricarica private, soprattutto domestiche. In questo caso, tenendo conto delle caratteristiche del contesto italiano (soprattutto della disponibilità di parcheggi privati nelle grandi città) e considerando anche la crescita di ricariche elettriche presso i parcheggi privati di imprese, è possibile ipotizzare un numero di colonnine private al 2030 che varia tra 1,4 milioni e 1,6 milioni nello scenario base al 2030 per arrivare a numeri sino a 6,8 milioni nello scenario di sviluppo accelerato.
Gli investimenti per le auto elettriche
Il volume di mercato dell’auto elettrica è sostanzialmente legato a due fattori, la mobilità in senso stretto (auto e infrastruttura di ricarica) e la gestione (costo della ricarica e della manutenzione del veicolo).
“Le grandi differenze evidenziate in termini soprattutto di immatricolazioni di veicoli elettrici nei tre scenari conducono a volumi di investimenti molto diversi nell’arco temporale considerato. Al 2025 si va da 11,5 miliardi di € dello scenario base ai 61 dello scenario accelerato; differenza che si fa ancora maggiore al 2030, dove nel primo scenario si arriva ai 56,6 miliardi di euro agli oltre 230 dello scenario accelerato”, ha spiegato Chiesa.
Anche i costi di gestione saranno molto diversi nei tre scenari: nello scenario base sono stati calcolati in 675 milioni di € all’anno, in quello di sviluppo moderato a 1,8 miliardi di euro l’anno e in quello di sviluppo accelerato a 2,8 miliardi di euro l’anno. Nei calcoli sono volutamente stati trascurati gli effetti indotti (ad esempio per l’incremento di capacità produttiva per l’energia richiesta o per le infrastrutture).
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