Tra gennaio e giugno in Italia la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili ha segnato un +27,3 per cento rispetto allo stesso periodo del 2023.
- Nel primo semestre del 2024, in Italia la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili ha superato quella da fonti fossili. Non era mai successo prima.
- Il merito è soprattutto dell’energia idroelettrica, favorita dalle abbondanti precipitazioni nel nord: tra gennaio e giugno le centrali hanno prodotto 25,92 TWh.
- Nel frattempo, la produzione di energia da fonti fossili è calata del 19 per cento rispetto allo stesso periodo del 2023, con un meno 77,3 per cento per il carbone.
Nel primo semestre del 2024, in Italia la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili ha superato quella da fonti fossili. È la prima volta in assoluto che accade. I dati sono forniti da Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale.
L’idroelettrico guida la cavalcata delle energie rinnovabili in Italia
Nella prima metà dell’anno, in Italia la produzione di energia da fonti rinnovabili ha segnato addirittura un +27,3 per cento rispetto al primo semestre del 2023. Il merito è soprattutto dell’energia idroelettrica, favorita dalle abbondanti precipitazioni primaverili al nord Italia (opposte, invece, le condizioni meteorologiche al sud e nelle isole, flagellate dalla siccità). Tra gennaio e giugno le centrali idroelettriche hanno prodotto 25,92 TWh, con un balzo in avanti addirittura del 64,8 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando si erano fermate a 15,73 TWh.
Nel primo semestre di quest’anno, continua Terna, il fabbisogno nazionale di energia è cresciuto dell’1,1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2023 (più 0,5 per cento il valore rettificato). La capacità rinnovabile in esercizio è aumentata di 3.691 MW (di cui 3.341 MW di fotovoltaico), un valore che cresce del 41 per cento rispetto a quello registrato nello stesso periodo del 2023.
Tra gennaio e giugno 2023, le rinnovabili erano state in grado di coprire il 34,9 per cento della richiesta di energia: esattamente un anno dopo sono arrivate al 43,8 per cento, il record storico su base semestrale. Considerando soltanto il mese di giugno, le energie rinnovabili in Italia hanno coperto il 52,5 per cento della domanda elettrica, contro il 43,8 per cento di giugno 2023. Il massimo storico di produzione oraria da energie pulite è stato segnato il 22 giugno, con i 33,2 GW prodotti tra le 13 e le 14.
Crolla la produzione di energia elettrica dal carbone
Viceversa, nel primo semestre di quest’anno la produzione di energia da fonti fossili è calata del 19 per cento rispetto allo stesso periodo del 2023. In particolar modo, il carbone segna un crollo verticale, pari al 77,3 per cento. Come ribadito dal ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, l’Italia si è impegnata a interrompere la produzione di energia elettrica dal carbone entro la fine del 2025, con la sola eccezione della Sardegna.
Anche la Carta di Venaria, pubblicata al termine del G7 clima, energia, ambiente tenutosi ad aprile in Piemonte, vincola le prime sette economie del mondo ad abbandonare la produzione di energia dal carbone. Ma è un obiettivo piuttosto “morbido”, innanzitutto perché si riferisce soltanto alle centrali unabated, cioè prive di sistemi di cattura e stoccaggio della CO2. In secondo luogo, perché la scadenza è fissata alla “prima metà degli anni Trenta di questo secolo o in un arco temporale utile a limitare l’aumento della temperatura media globale entro gli 1,5 gradi Celsius”, lasciando dunque un certo margine di discrezionalità.
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