Roma, sabato 28 agosto. Antonella Alba riprende con il suo smartphone la manifestazione contro il green pass e fa domande ad alcuni partecipanti, per confezionare il suo servizio per Rai News 24. Ben presto però il telefono le viene strappato dalle mani da persone la spintonano e le urlano: “Giornalista terrorista”. Due giorni dopo, sempre a Roma nel corso di una protesta contro il green pass, è il turno del collaboratore di Repubblica Francesco Giovannetti, minacciato di morte e colpito da pugni in pieno viso. Questi sono soltanto due dei 301 giornalisti che, nel corso del 2021, sono stati oggetto di minacce e intimidazioni in Italia. A censirli è Ossigeno per l’informazione, l’osservatorio non governativo patrocinato dall’Ordine nazionale dei giornalisti.
La giornalista Antonella Alba minacciata, il giornalista Francesco Giovannetti picchiato durante manifestazioni anti-#GreenPass. L'infettivologo Bassetti minacciato sotto casa.
Piena solidarietà alle vittime di questi vergognosi episodi.
Querele, avvertimenti e intimidazioni contro i giornalisti
Sono quindi 301 i giornalisti, blogger, foto e video reporter che sono stati minacciati dal 1° gennaio al 17 dicembre 2021. Le donne sono il 24 per cento del totale. Tra i modi più comuni per rivalersi contro i giornalisti ci sono le querele pretestuose (che rappresentano il 48 per cento dei casi nel 2021); si tratta soprattutto di querele per diffamazione e citazioni per danni ritenute strumentali. Al secondo posto ci sono gli avvertimenti (25 per cento), cioè minacce e insulti, attraverso i social media e non solo.
Le aggressioni fisiche – come quelle contro Alba e Giovannetti – sono il 16 per cento dei casi, una percentuale in calo rispetto al 20 per cento dell’anno precedente. Infine ci sono le iniziative non perseguibili che hanno ostacolato arbitrariamente e in modo discriminatorio l’accesso alle informazioni (10 per cento) e i danneggiamenti (1 per cento). Il clima appare particolarmente teso nel Lazio, con 30 giornalisti minacciati nel 2021, ma anche in Campania (19) e Sicilia (18).
“Questa è solo la punta dell’iceberg”
In apparenza i dati sembrano in miglioramento, visto che nel 2019 l’osservatorio aveva registrato 472 casi e nel 2020 addirittura 495. Ossigeno per l’informazione, però, mette bene in chiaro che questa è soltanto la punta dell’iceberg. Innanzitutto perché nel 2021 ha potuto contare su fondi più limitati per svolgere le sue indagini. Al di là di questi limiti di carattere operativo, “il fenomeno è notevolmente più grande: la parte sommersa, non visibile, è molto più estesa di quella che si riesce a vedere”.
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