
Il mercato premia sempre più la mobilità elettrica. Il riciclo dei materiali e la riconversione delle imprese sono le sfide principali del prossimo futuro.
L’auto è ancora il grande amore degli italiani: sei su dieci non potrebbero farne a meno. Aumenta però la propensione a utilizzare mezzi più ecologici.
La pandemia ha profondamente modificato l’approccio degli italiani verso l’auto. Che è vista sempre meno come una passione, ma ancor più di prima come un mezzo indispensabile, anche se è in crescita l’attenzione per la sostenibilità ambientale e con essa la preoccupazione legata all’inquinamento. A scattare il ritratto degli automobilisti dopo un anno di emergenza sanitaria è il Focus auto 2021 condotto dall’osservatorio Findomestic, società di credito al consumo del gruppo BNP Paribas.
Il 79 per cento degli italiani è sensibile agli impatti ambientali dei mezzi a quattro ruote (contro la media del 72 per cento nel mondo e del 69 per cento in Europa), eppure sei su dieci non potrebbero farne a meno; oggi più che mai li considerano indispensabili per evitare i mezzi pubblici e muoversi in modo più sicuro. L’amore tra gli italiani e l’auto resiste, anche se è stato messo a dura prova dall’emergenza Coronavirus e da una crescente sensibilità ambientale: solo il 4 per cento dei nostri connazionali (contro il 21 per cento in Europa e il 25 per cento nel mondo) vive ancora l’auto come una passione; di contro, italiani, cinesi, sudafricani e brasiliani dichiarano di dipendere ancora più di prima dalle automobili per i propri spostamenti quotidiani.
Movimenti, peraltro, ridotti all’essenziale a causa delle restrizioni. Il 46 per cento degli intervistati italiani ha diminuito gli spostamenti nel tempo libero e oltre la metà ha ridotto l’uso dell’auto per il fine settimana e le vacanze. Al contempo, in nome di una maggiore attenzione verso l’ambiente, l’88 per cento dei nostri connazionali (sei punti in più del resto del mondo) è disposto a usare ancora meno l’auto in citta e a scegliere in alternativa mezzi di trasporto ecologici come biciclette o monopattini, anche per combattere lo stress accumulato nel traffico e alla ricerca di parcheggi.
L’approccio degli italiani verso l’automobile sta cambiando, ma rimane costante nel tempo il loro attaccamento a questo mezzo, che su una scala da uno a dieci conta un gradimento medio di 7,3 punti, subito dopo la casa (8,4) e lo smartphone (7,5). A livello globale, sono in particolare i ceti sociali più alti a essere maggiormente attaccati alla propria auto, mentre le persone a basso reddito lo sono molto meno. In tema di motorizzazioni, l’auto del futuro è quella elettrica per l’86 per cento del campione italiano, una convinzione condivisa mediamente dal 77 per cento degli intervistati negli altri Paesi.
Ma sono i cinesi e i britannici i più numerosi a voler passare all’auto elettrica (27 e 28 per cento rispetto al 17 per cento degli italiani e della media globale); italiani e spagnoli sono invece i più orientati all’acquisto di un’auto ibrida, con il 43 e 42 per cento rispetto alla media del 26 per cento. E ci sono ancora nazioni in cui è forte la propensione verso le motorizzazioni tradizionali: olandesi e sudafricani puntano sui propulsori a benzina, mentre i turchi sono rimasti gli unici o quasi a sostenere il diesel in modo significativo.
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