Negli Stati Uniti è stato proposto l’inserimento della farfalla monarca tra le specie a rischio dell’Endangered species act per aumentarne la protezione.
Kung-fu pangolino, anche Jackie Chan lotta contro i bracconieri
L’attore cinese, star del cinema di arti marziali, è diventato testimonial di una campagna per proteggere i mammiferi più contrabbandati al mondo: i pangolini.
Jackie Chan è una star internazionale, l’attore cinese è infatti uno dei più amati interpreti di action movie, in grado di coniugare arti marziali e cinema slapstick, ed è stato protagonista di film di successo come Terremoto nel Bronx e Pallottole cinesi. In Asia, in particolare, è una celebrità assoluta e il suo volto bonario viene riconosciuto pressoché da chiunque. Proprio in virtù di questa popolarità le organizzazioni che si occupano di conservazione, WildAid e The Nature Conservancy, hanno chiesto all’attore cinese di diventare testimonial di una campagna in difesa di quelle creature buffe e bizzarre, dalla lunga lingua e dall’armatura squamosa, che sono loro malgrado i mammiferi più contrabbandati al mondo: i pangolini.
Kung-fu pangolino
Per lanciare la campagna è stato realizzato un video divertente ed efficace nel quale Jackie Chan, grande esperto di arti marziali, invita le persone a non acquistare carne o scaglie di questi animali, mentre insegna ai pangolini il kung-fu per difendersi dai bracconieri. “Quando l’acquisto si arresta, anche l’uccisione può fermarsi”, dice l’attore nel video.
Il massacro dei pangolini
Ogni anno migliaia di pangolini vengono cacciati illegalmente e uccisi per la loro carne e le loro scaglie. Secondo l’U.S. Fish and wildlife service nell’ultimo decennio oltre un milione di questi animali sono stati contrabbandati, per soddisfare soprattutto la domanda di Cina e Vietnam. Sarebbero oltre 10mila i pangolini che ogni anno vengono introdotti clandestinamente in Cina dove sono impiegati nella medicina tradizionale e nella ristorazione.
Le cause della strage
Questi strani mammiferi, che possono diventare una palla per proteggersi dai predatori e sono in grado di mangiare fino a 70 milioni di formiche all’anno, vengono cacciati, come detto, per la carne e le squame. La carne di pangolino è molto ricercata nei ristoranti, soprattutto in Cina, e una carcassa può costare fino a mille dollari, i feti in particolare sono considerati una prelibatezza. Le grosse squame cornee che lo rivestono (fatte di cheratina, come le nostre unghie) sono invece un ingrediente pregiato nella medicina tradizionale cinese. Si ritiene, senza alcuna conferma scientifica, che possano curare l’asma, l’artrite, i reumatismi e favorire la produzione di latte nelle donne. Il loro prezzo è cresciuto vertiginosamente, nel 1990 un chilo costava 14 dollari, oggi è ne costa ben 600.
Pangolini a rischio
Sopravvivono attualmente otto specie di pangolino, ripartite equamente tra Africa e Asia, e tutte sono a rischio estinzione a causa del traffico illegale di fauna selvatica. “È pazzesco che tutt’ora le persone continuino a mangiare questi animali selvatici a rischio di estinzione – ha dichiarato Jackie Chan. – Spero che possiamo convincere la gente che è sbagliato”.
Dal 2016 i pangolini sono più protetti
Lo scorso anno la Convenzione sul commercio internazionale delle specie a rischio ha finalmente intensificato la protezione dei pangolini. Le Nazioni Unite hanno deciso il bando totale del commercio di questi animali, le otto specie sono state inserite nell’Allegato I della Cites, che vieta qualsiasi spostamento transfrontaliero di animali o di parti del loro corpo per scopi commerciali.
Jackie Chan ci mette la faccia
Nonostante il divieto il valore di mercato dei pangolini e la loro domanda rimangono elevati in Cina e Vietnam. Proprio per questo WildAid e The Nature Conservancy ritengono che il sostengo di Jackie Chan possa influenzare molti consumatori. “Jackie raggiunge un vasto pubblico in tutta l’Asia e ci sono evidenti segnali che campagne di questo tipo hanno un effettivo impatto sui consumatori e i loro atteggiamenti stanno cambiando”, ha affermato con ottimismo Peter Knights, ceo di WildAid.
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