Dall’8 luglio – e fino a esaurimento fondi – è possibile ottenere il “Bonus colonnine domestiche”, destinato all’acquisto e all’installazione di infrastrutture di ricarica di veicoli elettrici. Vediamo cos’è e come si ottiene.
James Dyson: vi svelo l’auto elettrica che sognavo
L’uomo più ricco d’Inghilterra svela per la prima volta l’auto elettrica che avrebbe dovuto fare concorrenza alla Tesla. Poi, il sogno si è infranto. Sir James Dyson spiega perché in un’intervista esclusiva al Sunday Times.
“Questo è l’unico esemplare funzionante. L’ho guidata in segreto e al riparo da sguardi indiscreti”, ha raccontato in esclusiva al Sunday Times Sir James Dyson mentre ha svelato per la prima volta l’auto elettrica che avrebbe dovuto far concorrenza all’americana Tesla. L’inventore britannico e attualmente l’uomo più ricco della Gran Bretagna aveva un sogno: costruire un’auto elettrica di alta gamma, possibilmente migliore della Tesla. Sogno infranto nell’ottobre scorso con l’annuncio dell’abbandono definitivo del progetto, dopo aver investito 500 milioni di sterline. L’auto però, molto simile alla Tesla Model X, esiste davvero. E’ l’unico prototipo funzionante, il suo nome in “codice” è N526, ma per tutti è semplicemente la Dyson car.
Sir James Dyson, Britain’s richest man, spent £500m developing an electric car to rival Tesla’s. Then he scrapped it before the first prototype took to the road. He tells John Arlidge why https://t.co/mIVmVFnN6D
— The Sunday Times Magazine (@TheSTMagazine) May 17, 2020
Leggi anche: Dagli elettrodomestici all’auto elettrica, la Dyson scende in campo
La Dyson car, l’elettrica mai nata
È la prima volta che Sir Dyson mostra la sua creatura in pubblico, presso il centro ricerca nel Wiltshire. Si tratta di un grande Suv elettrico a 7 posti con un’autonomia di oltre 900 chilometri. Il Sunday Times pubblica per la prima volta l’immagine dell’unico prototipo marciante, l’auto che avrebbe dovuto fare concorrenza alla Tesla di Elon Musk, per certi aspetti un suo quasi omologo d’Oltreoceano. Come vi avevamo anticipato nel 2017, quando Dyson fornì i primi dettagli del progetto mediante un’email inviata ai dipendenti e ripresa dai quotidiani d’Oltremanica, al progetto dell’auto elettrica avrebbero lavorato 400 specialisti nella sede centrale di Malmesbury, nel Sud-Ovest dell’Inghilterra. Tecnici che, come vi avevamo anticipato, provenivano dalla cinese Techrules, specializzata nella ricarica a turbina delle batterie, e dalla californiana Faraday, impegnata da anni nella mobilità elettrica a guida autonoma. E infatti l’auto di Dyson con tutta probabilità avrebbe dovuto essere costruita in Cina o a Singapore.
There’s huge sadness and disappointment. Ours is a life of risk and failure. We try things and they fail. Life isn’t easyDyson al Sunday Times
Dyson car, dal sogno al primo prototipo
Nome in codice N526. L’unico prototipo funzionante oggi ha le sembianze di un grande Suv a 7 posti, molto simile alla Tesla Model X. Dyson ha sempre parlato di prestazioni notevoli: un’accelerazione da 0-100 chilometri orari in 4,8 secondi e una velocità massima di oltre 200 km/h. Fra le caratteristiche della Dyson car, la trazione integrale mossa da 2 motori elettrici da 200 kWh e la notevole potenza di 536 cavalli.
Dyson e l’insostenibilità dell’elettrico
Sir Dyson nell’intervista al quotidiano inglese racconta di come ha deciso improvvisamente di annullare il progetto, dopo aver investito anni di ricerca e 500 milioni di sterline, oltre 600 milioni di euro. Nell’intervista, Dyson racconta delle difficoltà di raggiungere una sostenibilità economica, malgrado l’auto dovesse avere un prezzo al pubblico di circa 150mila euro. L’imprenditore inglese non risparmia nemmeno i concorrenti – o quelli che avrebbero dovuto essere tali – ossia i costruttori d’auto che, secondo Dyson, costruirebbero auto elettriche rimettendoci (come sosteneva anche l’ex ad di Fca Sergio Marchionne), e solo per soddisfare i sempre più restrittivi standard sulle emissioni. Partita chiusa per Dyson? Forse non del tutto. Secondo quanto riporta il quotidiano, la società inglese, accantonata l’idea di costruire un’auto elettrica a marchio Dyson, potrebbe concedere in licenza batterie allo stato solido (l’evoluzione delle attuali al litio, più leggere e potenti) e altre tecnologie legate alla mobilità ad altre case automobilistiche. Vedremo.
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