James Lovelock, creator of Gaia hypothesis, dies on 103rd birthday https://t.co/CP3mEV1LY1
— The Guardian (@guardian) July 27, 2022
Il nostro pianeta attraversa una crisi profonda, ma due corposi rapporti dell’Ipbes indicano alcune vie di uscita.
Si è spento in Inghilterra lo scienziato James Lovelock, noto per le teorie apocalittiche sul clima e per la cosiddetta Ipotesi Gaia.
“Ormai è troppo tardi, davvero troppo tardi per salvare il Pianeta nelle forme in cui lo conosciamo”. Era il 2009 e lo scienziato britannico James Lovelock – morto il 26 luglio in Inghilterra – suscitava polemiche lanciando la sua teoria apocalittica sulla crisi climatica. In occasione della quindicesima Conferenza mondiale sul clima della Nazioni Unite, la Cop 15 che si tenne a Copenaghen, in Danimarca, lo studioso aveva aggiunto: “Siate pronti al cambiamento, adattatevi. E preparatevi ad enormi perdite umane”.
All’epoca, la sua era una posizione minoritaria nella comunità scientifica, ma che via via si è fatta strada, di fronte ai fallimenti dei governi nell’imporre politiche dall’efficacia immediata e ai dati sempre più allarmanti sul riscaldamento globale e sulle sue conseguenze.
Ma Lovelock era una celebrità tra gli scienziati già da decenni. Nato nel 1919 a Letchworth, in Inghilterra, è cresciuto tra le due Guerre mondiali a Londra, prima di lavorare per due decenni presso l’Istituto britannico per la ricerca medica. Negli anni Cinquanta inventò un apparecchio utilizzato per misurare il buco dell’ozono. Un decennio più tardi sarà assunto dalla Nasa per lavorare alla ricerca di possibile vita su Marte.
Ma è negli anni Settanta che la sua notorietà raggiunge l’apice: fa infatti il giro del mondo la cosiddetta “Ipotesi Gaia”. Una teoria formulata da Lovelock (e criticata da altri scienziati), secondo la quale la Terra viene rappresentata come un essere vivente, capace di autoregolarsi.
Nella sua lunga e variegata carriera, lo studioso inglese ha lavorato anche per la Hewlett Packard, per la compagnia petrolifera Shell e perfino per l’MI6, il servizio segreto britannico. Altra posizione controversa assunta da Lovelock è stata quella a favore del nucleare e critica nei confronti delle energie rinnovabili, che secondo lo scienziato non avrebbero un impatto sufficiente nel tentativo di limitare la crescita della temperatura media globale.
Infine, in un’intervista all’agenzia Afp del 2020, Lovelock aveva minimizzato l’impatto della pandemia, sostenendo che il coronavirus “uccide soprattutto quelli della mia età, i vecchi, e ce ne sono già troppi”. Mentre la crisi climatica sarà ben peggiore. Lo stato di salute dello scienziato, che aveva 103 anni, si era aggravato di recente dopo una caduta.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il nostro pianeta attraversa una crisi profonda, ma due corposi rapporti dell’Ipbes indicano alcune vie di uscita.
Sull’arcipelago di Mayotte, territorio d’oltremare dipendente dal governo francese, per ora si contano 15 morti e centinaia di feriti. I servizi essenziali sono al collasso.
Alla Cop16 si sperava in un protocollo per fronteggiare siccità e desertificazione, ma la decisione è stata rimandata.
Attivismo, nuove tecnologie, scelte politiche coraggiose: chiudiamo il 2024 con 7 buone notizie sul clima che ci hanno dato speranza.
Dal 9 dicembre 2024 è disponibile su tutte le piattaforme di streaming il podcast Bugie! per una corretta informazione sulla sostenibilità.
Un studio ha anticipato di nuovo le previsioni sullo scioglimento pressochè totale del ghiaccio nel mare più settentrionale della pianeta.
La Cop16 di Cali, in Colombia, è stata sospesa per il mancato raggiungimento del quorum necessario per lo svolgimento della plenaria finale. Tempi supplementari a Roma, nel 2025, sperando che le parti trovino le risorse per tutelare la biodiversità.
Finanza climatica, carbon credit, gender, mitigazione. La Cop29 si è chiusa risultati difficilmente catalogabili in maniera netta come positivi o negativi.
Mentre i negoziati alla Cop29 di Baku sono sempre più difficili, i paesi poveri e le piccole nazioni insulari sospendono le trattative.