John Moose, la band che si può ascoltare solo in un bosco

Evadere dal caos della città per immergersi nella natura. Letteratura, cinema e musica raccontano sempre più spesso storie di escapismo urbano. Nel caso dei John Moose, gruppo folk di cinque elementi provenienti dai boschi selvaggi del Värmland, in Svezia, l’ambiente è una questione vitale. A tal punto, da aver pensato a un’esperienza di ascolto vincolante,

Evadere dal caos della città per immergersi nella natura. Letteratura, cinema e musica raccontano sempre più spesso storie di escapismo urbano. Nel caso dei John Moose, gruppo folk di cinque elementi provenienti dai boschi selvaggi del Värmland, in Svezia, l’ambiente è una questione vitale. A tal punto, da aver pensato a un’esperienza di ascolto vincolante, che “costringe” letteralmente il pubblico a immergersi nel verde. In che modo? Consentendo di scaricare gratuitamente il loro omonimo album di esordio, tramite app per dispositivi mobili, mentre per ascoltarlo è necessario trovarsi in un’area boschiva o una foresta.

 

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L’applicazione, sviluppata dal batterista del gruppo Tobias Norén, utilizza Google Maps e un semplice sistema GPS. Le coordinate geografiche vengono inviate dallo smartphone a un servizio web che analizza la mappa e, grazie a un algoritmo, determina se l’utente è realmente avvolto dalla natura. Più che una strategia virale, quello dei John Moose sembra un tentativo alquanto creativo di riflessione sull’ambivalenza umana tra natura e civiltà. John Moose (in italiano Giovanni Alce) è anche l’alter ego protagonista delle canzoni della band, che si pone questioni esistenziali e filosofiche: decide di abbandonare il mondo civilizzato in cerca di isolamento. Durante il suo tragitto viene assalito dall’ansia, dal pensiero di aver violato la terra, la stessa di cui si nutre.

 

“E’ facile essere catturati dall’immagine semplicistica della natura nella nostra cultura”, spiega il cantante André Szeles. “Ma questa percezione romantica può essere dannosa: conserviamo solo le parti che troviamo più attraenti, mentre quelle vitali per l’ambiente e per la biodiversità spesso non ricevono la giusta attenzione”. “Vogliamo dare ai nostri ascoltatori un’esperienza unica – conclude l’artista – sperando che trovino davvero il tempo e facciano lo sforzo di recarsi nei boschi per ascoltare la nostra musica. I boschi, da soli, sono una grande esperienza”.

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