Il concerto milanese per Gaza, un successo di pubblico e raccolta fondi, è stata la presa di posizione più forte contro il genocidio della scena musicale italiana.
Joni, tra pennelli e canzoni
Saskatoon, Canada – inverno del 1955. Arthur Kratzmann è un insegnante di lettere della Queen Elizabeth, la scuola media di questa cittadina di 250mila abitanti, la più popolosa del gelido stato del Saskatchewan. Kratzmann è un australiano trapiantato in Canada dopo la seconda guerra mondiale. È persona colta e sensibile, con un gusto speciale per l’arte.
Saskatoon, Canada – inverno del 1955. Arthur Kratzmann è un insegnante di lettere della Queen Elizabeth, la scuola media di questa cittadina di 250mila abitanti, la più popolosa del gelido stato del Saskatchewan. Kratzmann è un australiano trapiantato in Canada dopo la seconda guerra mondiale. È persona colta e sensibile, con un gusto speciale per l’arte. I suoi studenti lo adorano.
Tra questi c’è una ragazzina bionda dagli occhi azzurri, alta, magra, educatissima ma molto vivace. Si chiama Roberta Joan Anderson ma per tutti lei è semplicemente Joni. Joni ama dipingere. A volte lo fa (di nascosto) persino durante le lezioni del maestro Kratzmann …
Una volta, per redarguirla ma anche per lanciarle una sorta di sfida artistica, Kratzmann le dice: “Se sai dipingere con un pennello, puoi fare altrettanto bene con le parole …”.
Joni rimane colpita dalla frase del suo insegnante.
E, di lì a poco, imbraccia una chitarra e inizia a scrivere canzoni.
Che sono belle, bellissime persino migliori dei suoi quadri.
A fine anni 60, dopo essersi sposata e subito separata dal folksinger Chuck Mitchell (“la cosa migliore che mi ha dato è stato il suo cognome, commenta con malcelato cinismo) Joni Mitchell diventa “la signora del Laurel Canyon” e la “regina degli Hippie” ma non dimentica la lezione del suo professore di lettere.
Le sue canzoni sono affreschi fantastici ed efficacissimi.
Come quella in cui descrive perfettamente un evento epocale: la tre giorni di pace, amore e musica a Woodstock che lei ha potuto solo immaginare da una stanza d’albergo di New York …
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
I Massive Attack hanno chiuso l’edizione 2024 del Todays festival con uno show unico, dove la musica si è mescolata alla mobilitazione politico-sociale.
Dopo quasi quindici anni, il sogno dei fan si realizza: i fratelli Gallagher hanno fatto pace, gli Oasis tornano a suonare insieme.
Long Story Short è il nuovo Ep dell’artista italopalestinese Laila Al Habash. L’abbiamo incontrata per parlare di musica, attivismo e del genocidio nella Striscia di Gaza.
Hard art è il collettivo interdisciplinare fondato da Brian Eno per combattere i cambiamenti climatici e le crisi globali del nostro tempo.
Il progetto Sounds right consente agli artisti di accreditare la natura come co-autrice quando utilizzano i suoi suoni nelle loro composizioni.
La techno diventa voce di protesta contro i cambiamenti climatici nelle strade di Parigi grazie al collettivo Alternatiba Paris.
“Sulle ali del cavallo bianco” è il nuovo album di Cosmo, a tre anni dall’ultimo. Un periodo in cui il musicista di Ivrea è cambiato molto, tranne su un punto. La voglia di lottare per i diritti civili.
La commissione nazionale tedesca per l’Unesco ha dichiarato la scena techno di Berlino patrimonio culturale della Germania, riconoscendo il ruolo di musica, club e rave nei processi di trasformazione sociale.