Mentre cresce l’attesa per la sentenza sull’estradizione negli Stati Uniti, Julian Assange è stato insignito di una tessera ad honorem dall’Ordine dei giornalisti italiano.
C’è un giornalista, iscritto all’Ordine italiano, che rischia fino a 175 anni di carcere negli Stati Uniti per spionaggio, per aver rivelato documenti secretati relativi a presunti crimini di guerra commessi dall’esercito americano. Il suo nome è Julian Assange.
🔥Lunedì 5 settembre, a margine della Mostra del Cinema di Venezia, è stata consegnata la tessera ad honorem dell’#ordinedeigiornalisti a Julian #Assange. A ritirarla per il fondatore di #WikiLeaks è stata la giornalista e scrittrice Stefania Maurizi👇 pic.twitter.com/cXfovwNXGL
Il fondatore di Wikileaks, organizzazione in grado reperire documenti segreti e renderli di pubblico dominio, attualmente in carcere nel Regno Unito in attesa della sentenza di appello sull’estradizione negli Usa, è stato insignito della tessera ad honorem dell’Ordine dei giornalisti dal presidente Carlo Bartoli, come atto simbolico di vicinanza e sostegno a lui, e alla libertà di stampa, nel corso di una cerimonia mista – in presenza e virtuale – a Venezia.
Secondo Bartoli infatti “difendere Assange significa difendere il diritto di cronaca, la libertà di informazione e l’incolumità dei whistleblower [segnalatori di illeciti, ndr]. Per questo abbiamo deciso di iscrivere all’Ordine dei giornalisti Julian Assange. Se una corte inglese deciderà di estradarlo negli Usa, in Inghilterra – che è stata la culla del diritto di cronaca – si celebrerà il funerale della libertà di informazione”.
Dallo scorso lunedì 5 settembre, dunque, Julian Assange è iscritto all’Ordine dei giornalisti italiani. Il presidente Carlo Bartoli con la segretaria Paola Spadari, hanno ufficialmente consegnato a Venezia, la tessera ad honorem del giornalista australiano. La tessera è stata virtualmente consegnata a Stefania Maurizi, sua stretta collaboratrice collegata on line con la Casa degli Autori al Lido di Venezia, dove si è tenuta la manifestazione, promossa dall’Archivio audiovisivo del Movimento operaio e democratico e dall’associazione Articolo21, in collaborazione con la Federazione nazionale della Stampa italiana e l’Ordine dei giornalisti.
E non si tratta dell’unica manifestazione a sostegno di Assange organizzata dalla stampa italiana: sulla base di un appello lanciato a fine luglio da Pressenza, una agenzia stampa internazionale che di definisce per la pace, la nonviolenza, l’umanesimo e la non discriminazione, il 15 ottobre si terrà la maratona 24 ore per Julian Assange, che vedrà andare in scena almeno 30 eventi in diverse parti del mondo, con l’adesione di organizzazioni sociali e testate giornalistiche.
— Assange l'Ultime Combat #CloversForAssange (@SauvonsAssange) September 8, 2022
Durante le 24 ore, una diretta collegherà tutte le iniziative del pianeta, con video esplicativi e interventi registrati. “Puntiamo alla massima apertura, diversità e creatività possibili – spiegano gli organizzatori di Pressenza – un piccolo evento di quartiere, uno spettacolo, una manifestazione, un incontro tra amici, un video, un’intervista radiofonica, una dichiarazione. Tutti sono benvenuti, non importa quanto “piccoli” o “grandi”: invitiamo attivisti di base, giornalisti, personaggi dello spettacolo, artisti, scrittori a partecipare secondo le loro possibilità, capacità e gusti”.
L’angoscia per la possibile estradizione
Lo scorso 17 giugno l’allora ministra dell’Interno del Regno Unito, Priti Patel (non confermata nella nuova squadra di governo di Liz Truss) ha autorizzato l’estradizione di Julian Assange negli Usa per affrontare accuse relative alla legge sullo spionaggio. “Questa decisione pone Assange in grande pericolo e invia un messaggio agghiacciante ai giornalisti in ogni parte del mondo”, ha dichiarato Agnés Callamard, segretaria generale di Amnesty International. “Se l’estradizione andrà avanti, Assange correrà il grande rischio di essere posto in isolamento prolungato, in violazione del divieto di maltrattamenti e torture. Le assicurazioni diplomatiche fornite dagli Usa, secondo le quali Assange non sarà tenuto in isolamento, non possono essere prese sul serio dati i precedenti”, ha aggiunto Callamard. “Chiediamo al Regno Unito di non estradare Assange e agli Usa di annullare le accuse affinché Assange sia liberato”.
Secondo Amnesty è comunque probabile che vi saranno ulteriori appelli contro l’estradizione, basati sulla violazione del diritto alla libertà d’espressione. L’ultimo rapporto di Reporter senza frontiere sulla libertà di stampa, risalente al maggio scorso, aveva sottolineato come l’apertura all’estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti dopo oltre due anni di procedimenti giudiziari rischiasse di diventare “un pericoloso precedente per il giornalismo e la libertà di stampa in tutto il mondo”.
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