Una serie di esplosioni di fronte ad una scuola di Kabul, in Afghanistan, hanno ucciso almeno 55 persone. Molte delle vittime sono giovani studentesse.
L’esplosione di una serie bombe nei pressi di una scuola per ragazze di Kabul, in Afghanistan, ha provocato la morte di almeno 55 persone. Le vittime delle deflagrazioni, avvenute sabato 8 maggio, sono in gran parte giovani studentesse, secondo quanto indicato dal ministero dell’Interno della nazione asiatica. Sono circa 150, inoltre, i feriti.
L’attentato a Kabul in un quartiere sciita
Il governo ha precisato che un’autobomba è stata piazzata di fronte all’istituto Sayed al-Shuhada, in un quartiere occidentale della capitale abitato soprattutto da musulmani sciiti. Comunità che viene regolarmente attaccata dagli jihadisti sunniti dell’Isis. Altre due, piazzate nelle immediate vicinanze, sono esplose quando le studentesse stavano tentando di mettersi in salvo. L’obiettivo dell’attentato, dunque, era chiaramente quello di uccidere il maggior numero di persone possibile.
The death toll from a bombing at a girls school in in Kabul has risen to 50, and many of the victims were pupils between 11 and 15 years old, Afghan authorities say. Grieving families say the government has failed to protect them from repeated attacks. https://t.co/eCL7TIDoN9
Al momento dell’esplosione, inoltre, molti abitanti del quartiere erano in strada per fare acquisti in vista della festa musulmana dell’Id al-fitr, che segna la fine del periodo di digiuno del ramadan.
Preventing girls from going to school was the likely goal of the terrorists behind Saturday’s attack in a neighborhood of Kabul. Widening access to women’s education was one of the most tangible achievements of the 20-year U.S. presence in Afghanistan. https://t.co/bX7W4lHJar
Benché non siano giunti ancora rivendicazioni ufficiali, le autorità afgane hanno già attribuito la strage ai talebani. “Questo gruppo di selvaggi – ha affermato il presidente Ashraf Ghani – non ha i mezzi per affrontare le forze di sicurezza sul campo di battaglia. Per questo colpisce nelle piazze in modo barbaro, arrivando ad attaccare edifici pubblici e perfino scuole”. I membri del gruppo armato islamico, attraverso il loro portavoce Zabihullah Mujahid hanno però negato ogni responsabilità e anzi hanno condannato l’attacco.
I talebani hanno anche aggiunto di non essere più autori di attentati a Kabul dal febbraio del 2020, quando fu firmato un accordo con gli Stati Uniti per l’avvio di colloqui di pace. Washington, in particolare, aveva affermato che il 1 maggio avrebbe ritirato i 2.500 soldati ancora presenti in Afghanistan. Ma la data è stata poi procrastinata al prossimo 11 settembre.
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