Il premio Pulitzer a Vladimir Kara-Murza dimostra che c’è un dopo Navalny

Condannato a 25 anni per le sue critiche al Cremlino, ha coraggiosamente continuato a scrivere dal carcere degli articoli pubblicati sul Washington Post.

Il giornalista, politico e dissidente russo Vladimir Kara-Murza, condannato a 25 anni di carcere per le sue posizioni critiche nei confronti del Cremlino e dell’aggressione russa in Ucraina, il 6 maggio 2024 ha vinto il premio Pulitzer per il giornalismo per i suoi articoli dal carcere pubblicati sul quotidiano statunitense Washington Post

Come si legge sul giornale, Kara-Murza “ha coraggiosamente continuato a inviare al Washington Post, dalla sua cella, articoli taglienti e storicamente informati sul sistema russo”.

I giudici del Pulitzer hanno riconosciuto questi suoi “articoli appassionati, scritti con grande rischio personale dalla prigione, nei quali ha messo in guardia dalle conseguenze del dissenso nella Russia di Vladimir Putin, insistendo su un futuro democratico per il suo Paese”.

Cosa scrive Kara-Murza nei suoi articoli

Nei suoi articoli l’autore ha denunciato l’illegalità del nuovo mandato presidenziale di Vladimir Putin, confermato al potere per la quinta volta nel marzo scorso al termine di votazioni definite “farsa” da buona parte dell’opinione pubblica internazionale. Kara-Murza ha apertamente condannato la guerra in Ucraina e invitato i Paesi democratici a non riconoscere l’esito delle ultime elezioni presidenziali in Russia.

“Oggi nel nostro Paese non sono coloro che portano avanti questa guerra criminale a essere condannati, bensì coloro che vi si oppongono: i giornalisti che dicono la verità, gli artisti che attaccano adesivi contro la guerra, i sacerdoti che invocano il comandamento ‘Non uccidere'”, ha scritto in un suo articolo pubblicato sul Washington Post nel luglio 2023.

La condanna al giornalista

Arrestato nell’aprile del 2022, Kara-Murza è stato condannato nel luglio 2023 a 25 anni di reclusione per tradimento, diffusione di fake news sull’esercito russo e coinvolgimento in organizzazioni indesiderate: è la pena più severa inflitta a un condannato politico nella Russia moderna. Nel gennaio scorso Kara-Murza è stato trasferito in un carcere in Siberia e posto in isolamento. Ora si trova nella colonia penale Ik-7 di Omsk.

La moglie, Evgenija Kara-Murza, lunedì ha ringraziato il Washington Post “per aver fatto in modo che la voce di Vladimir fosse ascoltata” e che il suo pensiero non fosse dimenticato.

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