Dopo sei giorni di attesa è stato annunciato il nome del nuovo presidente del Kenya: si tratta del vice-presidente uscente, William Ruto, che secondo la Commissione elettorale indipendente Iebc avrebbe ottenuto il 50,49 per cento dei voti. Contro il 48,85 per cento del principale rivale, Raila Odinga.
For all the political success of William Ruto — who was declared Kenya's next president— his home village in the Rift Valley remains underdeveloped over a quarter century after he joined the government. Many hope his win will bring change. https://t.co/nJm2MGtW85pic.twitter.com/MUwOueBNHl
Quattro dei sette membri della Commissione elettorale non riconoscono il risultato
Il condizionale appare tuttavia d’obbligo, dal momento che l’annuncio è stato effettuato dal presidente della Iebc, Wafula Chebukati, nonostante quattro dei sette membri della stessa commissione non abbiano riconosciuto il risultato. E ciò a causa “della mancanza di trasparenza”. Una situazione caotica, dunque, che non ha mancato di essere immediatamente seguita da scontri, dapprima all’interno dello stesso centro nel quale, a Nairobi, la Iebc ha sede, quindi nelle piazze della captale del Kenya.
Tanto che la stesso vice-presidente della Commissione, Juliana Cherera, ha tentato da subito di gettare acqua sul fuoco ricordando che “è possibile presentare ricorsi rivolgendosi alla giustizia. Per questo, lanciamo un appello ai keniani affinché si comportino in modo pacifico. Lo stato di diritto prevarrà”.
In Kenya si profila una battaglia in tribunale
Quella che si profila è dunque una battaglia in tribunale, con il rischio che il voto che ha consacrato Ruto come successore di Uhuru Kenyatta (alla guida della nazione africana dal 2013) possa essere ribaltato. Da parte sua, il nuovo presidente eletto si è limitato ad affermare che lavorerà “con tutti i leader politici”, in una nazione “trasparente, aperta e democratica”.
Ma mentre a Eldoret, “feudo” elettorale di Ruto, la popolazione festeggiava in piazza, violenti scontri venivano registrati soprattutto nei quartieri più poveri di Nairobi, in particolare Mathare e Kibera. La polizia è intervenuta anche nella città costiera di Kisumu, utilizzando gas lacrimogeni per disperdere la folla.
Violence has erupted with accusations of election-rigging since William Ruto was declared Kenya's president, after a close race. https://t.co/Hof9tT1cSH
Difficile ipotizzare l’epilogo della vicenda. Cinque anni fa, nel 2017, la Iebc fu fortemente criticata dopo che i risultati delle presidenziali furono dichiarati non validi dalla Corte suprema. Seguirono violenze che causarono decine di morti. E venerdì 12 agosto la stessa Commissione aveva riconosciuto che le operazioni di raccolta, conteggio e verifica dei voti erano più lunghe del previsto. Evocando “interferenze” di esponenti di partiti politici.
Chi è il presidente eletto del Kenya, William Ruto
55 anni, Ruto proviene da una famiglia modesta di etnia kalenjin (ha raccontato di aver avuto a 15 anni il suo primo paio di scarpe) che viveva nella Rift Valley. Laureato in scienze e docente prima di entrare in politica, negli anni Novanta, è stato dapprima tra i giovani del partito dell’autocrate Daniel asap Moi.
VIDEO: Street protests in Kisumu – the western Kenya stronghold of former prime minister Raila Odinga – after his opponent William Ruto was declared winner of Kenya's hard-fought presidential election (refiles to fix location) pic.twitter.com/EZp5x8NhMY
Poi la vicinanza con Kenyatta, di etnia kikuyu, con il quale nel 2012 aveva conquistato per la prima volta il potere. La loro fu soprannominata la “coalizione degli accusati”, poiché entrambi erano sotto inchiesta per possibili crimini contro l’umanità da parte della Corte penale internazionale. Ciò per il ruolo nelle violenze post-elettorali nel 2007-2008, che provocarono 1.100 morti e 600mila profughi. Ruto in particolare era stato descritto come il principale pianificatore delle violenze nella Rift Valley, ma tutte le accuse sono poi state ritirate nel 2016.
I sospetti crimini contro l’umanità nelle violenze del 2007-2008
Benché fosse vice-presidente, il futuro capo di stato aveva da anni preso le distanze da Kenyatta. Tanto che il presidente uscente aveva concesso il suo sostegno a Odinga, suo storico oppositore. Contro i due si è così scagliato Ruto, che in campagna elettorale ha parlato di “dinastie” al potere. Una strategia che gli avrebbe consentito, appunto, di superare Odinga, benché di soli 233mila voti.
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